Droghe e precursori: giocare d’anticipo sulla traiettoria

È sempre più orientato verso la Cina e l’India il baricentro del sistema mondiale di produzione delle droghe sintetiche. Proprio da questi paesi la criminalità organizzata si rifornisce dei cosiddetti precursori.

Si tratta di sostanze chimiche non necessariamente legate alla produzione di sostanze psicoattive illecite. Da esse si ricavano anche prodotti leciti, come medicinali, materie plastiche, cosmetici… Per questo la criminalità organizzata molto raramente si avventura nella produzione di queste sostanze – che andrebbe ad appesantire la sua infrastruttura produttiva – preferendo rifornirsi dal mercato lecito per piegarlo poi ai propri interessi.

Dalla Terra del Dragone con furore

Cina e India – fornitore emergente secondo la DEA (Drug Enforcement Agency) – guidano la produzione di precursori in generale e specificatamente di quelli necessari alla lavorazione del fentanyl da strada, secondo il metodo Siegfried, come 4-anilin-N-fenetilpiperidina (ANPP) e N-fenetil-4-piperidone (NPP), oltre alle sostanze a struttura simile al prodotto ricercato come il butyrfentanyl.

Le modalità di occultamento e spedizione di questi prodotti includono tecniche sempre più raffinate che vanno dall’uso di spedizionieri negli Stati Uniti, false etichette di ritorno, false fatture, affrancature fraudolente e imballaggi ingannevoli. I produttori comunicano abitualmente con i potenziali clienti su piattaforme criptate e accettano pagamenti in criptovaluta, riducendo così il rischio di essere scoperti dalle forze dell’ordine.

I cartelli messicani di Sinaloa e Jalisco Nueva Generaciòn (CJNG), i due più grossi produttori e trafficanti di fentanyl a livello mondiale, si riforniscono direttamente da fornitori cinesi e indiani attraverso un’intricata rete di intermediari al fine di mascherarne ogni possibile traccia utile agli investigatori internazionali.

Insight Crime della DEA per due anni ha condotto un’indagine individuando, tra l’altro, almeno 188 aziende chimiche cinesi che producono e commerciano precursori, concentrate per il 63% nelle province di Hebei e Hubei, a cui si uniscono Guangdong e Zhejiang, realtà che nella Repubblica Popolare Cinese sono tra le province a più alto reddito pro-capite. Nella sola città di Shenzhen, proprio nel Guandong, nel 2015, sono stati contati più miliardari che in tutta l’Italia.

Nel giugno del 2022, nell’Hebei, il governo centrale cinese ha condotto l’operazione “100 giorni” per reprimere le bande e le reti della criminalità organizzata dopo un’ondata di incidenti violenti. Il Ministero della Pubblica Sicurezza ha arrestato più di 27.000 persone nella provincia, ha registrato 297 reati legati alla droga, smantellato 41 bande locali, iniziando a indagare su 15 funzionari pubblici accusati di proteggere queste organizzazioni criminali, secondo quanto riportato dal Global Times, agenzia di notizie cinesi in lingua inglese.

Negli ultimi dieci anni, l’industria biofarmaceutica cinese ha visto una notevole crescita, con previsioni che indicano un possibile aumento dai 345,7 miliardi di renminbi (47,60 miliardi di dollari) del 2020 a 811,6 miliardi di renminbi (111,76 miliardi di dollari) nel 2025 (+135% in cinque anni). Analogamente, la capitalizzazione di mercato delle aziende biofarmaceutiche cinesi è cresciuta da 1 miliardo di dollari nel 2016 a oltre 200 miliardi di dollari nel 2020.

Dal 2010 al 2020, in Cina sono state lanciate 141 nuove aziende farmaceutiche e biotecnologiche, il doppio rispetto al decennio precedente, beneficiando di investimenti internazionali, tra i quali quelli statunitensi, non immuni da rischi legati a possibili conflitti geopolitici.

Se, per ovvie ragioni, non è possibile fermare la commercializzazione di questi prodotti, gli stessi possono rappresentare, però, importanti tracce rispetto al disvio, in grado di condurre gli investigatori alla catena globale di approvvigionamento del fentanyl e di altre produzioni di sostanze illecite.

Nella Repubblica Popolare Cinese sono in vigore diverse normative sui precursori chimici. Tra queste figurano: il Regolamento sull’amministrazione dei precursori chimici, emanato nel 2005 dal Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese; le Disposizioni sull’amministrazione dell’importazione e dell’esportazione di precursori chimici e sull’amministrazione del controllo internazionale sull’importazione e l’esportazione di precursori chimici e le Misure di autorizzazione per la produzione e l’esercizio di precursori chimici non farmaceutici (2006) e la Legge sul controllo degli stupefacenti della Repubblica Popolare Cinese (2007). Questi regolamenti classificano le sostanze chimiche in tre categorie: sostanze ad alto rischio, precursori e altre materie prime. Tuttavia, le normative rimangono poco rigorose per quanto riguarda i precursori chimici del fentanyl. L’attuazione di queste norme resta di difficile monitoraggio soprattutto a livello locale.

Basti dire che in Cina potrebbero esserci fino a 160.000 aziende chimiche che operano legalmente o illegalmente. L’applicazione delle leggi esistenti per questi settori è spesso cooptata dalla corruzione che rappresenta un ostacolo soprattutto al monitoraggio sulle azioni dei grandi industriali.

È necessaria una cooperazione a livello internazionale così come politiche locali mirate non a colpire i consumatori ma a tutelarli dai rischi e dai danni del consumo.

Non si arresta il narcotraffico con velleitarie politiche di dazi e inasprimento di pene e sanzioni, gli interessi globali legati alle droghe necessitano di misure articolate e multidirezionali.

Non comprendere o misconoscere tutto ciò significa assumersi una complicità forse indiretta ma certamente non meno colpevole rispetto a chi non è disposto ad accontentarsi delle trite e ideologiche narrazioni su consumo e dipendenza patologica.

Sociologa presso il Dipartimento Dipendenze Patologiche ASL di Taranto, componente del Comitato scientifico della Società Italiana delle Tossicodipendenze, giornalista pubblicista è autrice di numerosi articoli su riviste specializzate. Tra le pubblicazioni recenti: “La polvere sotto al tappeto. Il discorso pubblico sulle droghe tra evidenze scientifiche e ipocrisie“, Carocci 2021, “Tagliate male”, CLAD, 2023, “Santiago”, Giulio Perrone Affiori, 2025.

Ultime pubblicazioni