Da Bruxelles un anniversario che guarda indietro e avanti: 30 anni di Finlandia, Svezia e Austria nell’Ue

A Bruxelles, Finlandia, Svezia e Austria hanno celebrato i trent’anni di appartenenza all’Unione europea. Era il 1° gennaio 1995 quando i tre Paesi entrarono ufficialmente nel progetto comunitario: un momento che all’epoca fu vissuto con entusiasmo e fiducia, in un’Europa che sembrava aprirsi a una nuova stagione di cooperazione dopo la caduta dei muri e la fine della Guerra fredda.

Quel clima ottimista, fatto di speranze di crescita e di un futuro condiviso, ha lasciato spazio oggi a un contesto più complesso. Le tensioni geopolitiche, le sfide della transizione verde e digitale, la competizione globale e le crisi di sicurezza hanno reso l’Unione un terreno di confronto quotidiano, dove l’unità è spesso messa alla prova.

Nel corso della cerimonia, il presidente del Consiglio europeo António Costa ha ricordato il significato politico dell’adesione: “Quando Austria, Finlandia e Svezia divennero membri a pieno titolo dell’Unione europea, non ottennero soltanto l’accesso al mercato unico. Assunsero anche la responsabilità di difendere i valori fondamentali dell’Unione: libertà, democrazia, stato di diritto e rispetto dei diritti umani”.

Un messaggio di fiducia è arrivato anche dalla ministra austriaca per gli affari europei, Claudia Plakolm, che ha sottolineato: “non solo condividiamo lo stesso compleanno della UE, ma anche la stessa ambizione: costruire un’Unione più forte, più resistente e più comprensibile”. Parole che hanno riportato alla memoria l’entusiasmo di trent’anni fa, quando l’Europa sembrava un progetto capace di garantire stabilità e crescita senza ombre.

I rappresentanti finlandese Joakim Strand e svedese Jessica Rosencrantz hanno invece insistito sulla necessità di guardare avanti, ribadendo l’importanza della cooperazione e della competitività europea. “Dobbiamo ricordare perché esiste l’Unione Europea. La democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali non sono negoziabili, mai. Non sono relativi e non sono opinioni. Sono il fondamento delle nostre società, la pietra angolare su cui si fondano la sicurezza, la prosperità e la credibilità dell’Europa”, ha sottolineato Strand. La celebrazione non è stata dunque solo un atto formale, ma un invito a riflettere su quanto sia cambiato il contesto europeo e su quanto resti ancora da fare per mantenere vivo lo spirito di quel 1995.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con le missioni UE di Finlandia, Svezia e Austria, nonché con gli istituti di ricerca The European Council on Foreign Relations (ECFR) e The Swedish Institute for European Policy Studies (SIEPS).

Gianfranco Nitti è giornalista, corrispondente di mass media finlandesi dall'Italia.

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