L’importanza di Roe v. Wade per i diritti di tutte le donne

La Corte suprema degli Stati Uniti ha votato per annullare la storica decisione Roe v. Wade, secondo una prima bozza di parere maggioritario, circolata all’interno della Corte e ottenuta da POLITICO. Una sentenza del genere porrebbe fine a mezzo secolo di garanzia costituzionale federale del diritto all’aborto e consentirebbe a ciascuno stato di decidere se limitare o vietare l’aborto.

La bozza di parere è un ripudio totale e deciso della decisione del 1973 che garantiva la protezione costituzionale federale dei diritti all’aborto e di una successiva decisione del 1992 – Planned Parenthood v. Casey – che in gran parte manteneva il diritto. “Roe aveva terribilmente torto fin dall’inizio“, scrive il giudice conservatore Samuel A. Alito Jr., nella la bozza di parere per la Corte Suprema trapelata nei giorni scorsi e pubblicata dal sito Politico. ”Riteniamo che Roe e Casey debbano essere annullati”.

Il caso Roe v. Wade

Nel 1973 la Corte Suprema USA stabilì, con la sentenza epocale Roe v. Wade, che una donna aveva il diritto di abortire “without excessive government restriction” (senza limiti eccessivi del governo). Il caso era nato dalla 22enne Norma McCorvey (pseudonimo Jane Roe) che, disperata per la terza gravidanza non voluta, vittima di povertà e droghe, fece causa al procuratore del Texas, Henry Wade, dove l’aborto era vietato. Norma vinse con 7 voti a favore e due contrari. Nel caso Planned Parenthood of Southeastern Pennsylvania v. Casey, del 1992, la Corte Suprema riaffermò “l’essenza” del diritto costituzionale all’aborto delineato in Roe v. Wade.

La sentenza passò con 5 voti a 4, confermando parte di una legge della Pennsylvania che regola l’accesso agli aborti, e stabilendo che le leggi che vietano tutti o la maggior parte degli aborti sono incostituzionali. E continua il giudice Alito nella bozza ottenuta da POLITICO: “la Costituzione non fa alcun riferimento all’aborto, e tale diritto non è implicitamente tutelato da alcuna disposizione costituzionale”. Alito ha affermato che la questione controversa dell’aborto, che ha animato i dibattiti negli Stati Uniti per più di una generazione, dovrebbe essere decisa dai politici, non dai tribunali.

L’aborto da diritto a decisione politica

“È tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo”, scrive il giudice. “Le donne non sono prive di ‘potere politico’. La nostra decisione rinvia la questione a quegli organi legislativi e consente alle donne di entrambi gli schieramenti  sulla questione dell’aborto di cercare di influenzare il processo legislativo influenzando l’opinione pubblica, esercitando pressioni sui legislatori, votando e candidandosi alle cariche. Le donne non sono prive di potere elettorale o politico”.

Ma cosa dice la Costituzione sui diritti umani? Possibile che a distanza di così tanti anni dal riconoscimento della salute riproduttiva quale parte dei diritti umani da parte delle più autorevoli agenzie internazionali si debba ancora relegare l’aborto in una categoria “a parte”? Nello scorso mese di marzo sono state pubblicate le nuove linee guida sull’aborto della Organizzazione Mondiale della Sanità, allo scopo di proteggere la salute di donne e ragazze e aiutare a prevenire oltre 25 milioni di aborti non sicuri che attualmente si verificano ogni anno.

“Essere in grado di ottenere un aborto sicuro è una parte cruciale dell’assistenza sanitaria”, ha affermato Craig Lissner, direttore ad interim per la salute e la ricerca sessuale e riproduttiva dell’Oms che ha sottolineato che “quasi tutti i decessi e le lesioni risultanti da un aborto non sicuro sono del tutto prevenibili”. La Dr.ssa Herminia Palacio, presidente del Guttmacher Institute, ha affermato: “L’opinione trapelata conferma ciò che temevamo: che gli ideologi anti-aborto della Corte Suprema degli Stati Uniti sono pronti a fare il passo radicale di rovesciare Roe v. Wade a titolo definitivo. Al momento, l’aborto è ancora legale in tutti i 50 stati.

Ma Roe v. Wade da solo non è mai stato abbastanza per proteggere i diritti e l’accesso all’aborto, e il parere trapelato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti prefigura un futuro che sarà drammaticamente peggiore. Questa notizia non è sorprendente, ma comunque scioccante: nella sua vasta portata, nel suo completo disprezzo per i diritti, l’autonomia corporea e la dignità di milioni di persone, e il caos e l’incertezza che scatenerà su coloro che cercano un aborto in molte parti del nazione.

“Gli esperti di Guttmacher prevedono che senza Roe, 26 stati sono certi o probabili vietare rapidamente l’aborto nella misura più ampia possibile, in particolare gli Stati raggruppati nel sud, nel Midwest e nelle pianure. Sappiamo da decenni di ricerca che l’impatto cadrà più duramente su coloro che già lottano per accedere all’assistenza sanitaria, compreso l’aborto. Anche con Roe in atto, l’assistenza all’aborto accessibile è un diritto che esiste solo sulla carta per molte persone che sono emarginate e oppresse da disuguaglianze strutturali, comprese le persone a basso reddito, le comunità nere e marroni e altre persone di colore, e i giovani persone”.

Un appello alla mobilitazione?

Va segnalato che la fuga di notizie del documento di 98 pagine non ha precedenti nella storia della Corte: le prime bozze di pareri non sono praticamente mai trapelate prima dell’annuncio di una decisione. Un puro caso? Già nel mese di dicembre il New York Times metteva in guardia sul fatto che la sentenza sull’aborto, prevista per la fine del mese di giugno potrebbe influenzare il midterms degli Stati Uniti e che potrebbe avere un impatto monumentale sull’accesso agli aborti nel paese, aprendo la strada ad almeno 20 stati per rendere illegale quasi tutti gli aborti.

Un appello alla mobilitazione? Come spesso succede, l’esplodere di clamorose decisioni in un senso possono portare, paradossalmente, al rafforzamento delle opinioni opposte, e soprattutto alla loro diffusione nei mezzi di comunicazione.

Mi auguro che questa mobilitazione, messasi immediatamente in moto, possa raggiungere il risultato indicato dalle più prestigiose agenzie mediche e scientifiche in materia di salute sessuale e riproduttiva.

Foto di copertina EPA/MICHAEL REYNOLDS

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