La II edizione dell’AeroSpace Power Conference organizzata a maggio 2025 a Roma dall’Aeronautica Militare italiana, con la partnership scientifica dello IAI, si concentra sul presente e futuro del potere aereo e spaziale in un contesto internazionale purtroppo sempre più instabile.
La guerra russa contro l’Ucraina in corso dal 2022 e le sfide crescenti poste dalla Cina nell’Indo-Pacifico (e non solo) hanno reso lo scenario di un conflitto tra pari più probabile rispetto ai precedenti trent’anni per i membri e i partner della NATO, segnando una cesura rispetto al periodo post-Guerra Fredda segnato dalla prevalenza ed espansione del modello occidentale. È prevedibile che la competizione geopolitica globale in corso aumenterà nel medio-lungo termine, e quindi le aeronautiche occidentali, e più in generale le forze armate, devono prepararsi a combattere e vincere conflitti complessi, ad alta intensità e su larga scala, in primo luogo per prevenirli attraverso un’efficace deterrenza e, in secondo luogo, qualora quest’ultima fallisse, per porre fine alla guerra il prima possibile.
Di fronte a questa preoccupante realtà, è necessario migliorare e potenziare il dialogo strategico tra la leadership politica e le forze armate al fine di generare una comprensione condivisa, più chiara e approfondita delle minacce e dei rischi, specialmente in Europa. Comprensione a sua volta necessaria per compiere le scelte migliori al fine di proteggere la popolazione e i territori dei Paesi NATO attraverso il continuum pace-crisi-conflitto, un continuum dai confini labili che segnerà stabilmente il quadro strategico internazionale per i prossimi anni. Tale comprensione dovrebbe essere meglio comunicata all’opinione pubblica dei Paesi membri e dei partner della NATO, nel quadro di una sana dialettica democratica alimentata da un dibattito più approfondito e accurato sulle questioni della sicurezza nazionale ed internazionale.
Il successo passato, presente e probabilmente futuro del potere aereo dipende in larga misura dall’accesso a tecnologie chiave e sistemi d’arma avanzati, il che rende l’industria dell’aerospazio e difesa un partner e un attore cruciale. I partenariati pubblico-privati sono quindi fondamentali per affrontare le sfide poste dalla competizione tecnologica globale, e richiedono alle forze armate una visione chiara del loro futuro e una strategia coerente. È prioritario il mantenimento del vantaggio tecnologico, della sovranità operativa sui mezzi e della sicurezza degli approvvigionamenti in caso di crisi o conflitto, anche affidandosi a una catena di approvvigionamento più ampia, diversificata e globalizzata rispetto al passato. Ciò implica anche la creazione di innovative collaborazioni internazionali con partner vecchi e nuovi, militari e industriali, come nel caso del Global Combat Air Programme (Gcap).
I Paesi occidentali dovranno adattare i propri approcci al procurement al fine di accelerare l’entrata in servizio delle nuove tecnologie e sfruttare l’innovazione trainata dal mercato civile. Inoltre, dovranno dotarsi di equipaggiamenti che siano, allo stesso tempo, “secure by design” e costruiti attraverso un’architettura aperta che consenta aggiornamenti ed upgrade più costanti ed efficienti. L’intera gamma di tecnologie emergenti e dirompenti costituisce il principale campo di competizione strategica a livello globale. L’intelligenza artificiale pone nuove sfide, rischi e opportunità per le forze armate, in primis per quanto riguarda una varietà di droni che saranno massicciamente usati in caso di conflitto. Le capacità ipersoniche alla portata di diverse potenze mondiali alterano l’equazione tra tempo e spazio, influenzando significativamente i tempi di reazione richiesti per fronteggiarle e sottolineando, al contempo, un principio chiave del potere aerospaziale come la velocità. Lo spazio cibernetico e lo spettro elettromagnetico hanno acquisito un’importanza sempre maggiore per le operazioni militari.
L’evoluzione tecnologica non rappresenta l’unico fattore da considerare per lo sviluppo della postura dell’aeronautica e in generale delle forze armate. La dottrina militare si evolve infatti anche grazie alle lezioni tratte dai conflitti passati e presenti. Una guerra su larga scala, ad alta intensità e lunga più di tre anni tra Russia e Ucraina rappresenta uno spartiacque per i membri e i partner della NATO, ma è necessario uno sforzo per trarre i giusti insegnamenti per il potere aereo e spaziale.
Infine, ma non per importanza, a causa delle caratteristiche del dominio aereo, della struttura delle forze e del tipo di piattaforme in servizio, la leadership è fondamentale per le aeronautiche, a vari livelli della catena di comando. Ciò implica la capacità di prendere decisioni tempestive e un’attitudine propensa al rischio. Formazione e addestramento rimarranno cruciali per coltivare questi e altri aspetti della leadership, ma dovranno evolversi alla luce dell’evoluzione dottrinale e tecnologiche.
Leadership e dottrina, tecnologia e industria, strategia e politica, sono tutti binomi in continua e veloce interazione tra loro, a livello nazionale e internazionale. Costituiscono quindi un ecosistema tanto complesso quanto importante da comprendere, anche per l’Italia in quanto attore rilevante a livello europeo, transatlantico, del Mediterraneo allargato e, nel campo dell’aerospazio, sempre più a livello globale.
Responsabile del Programma "Difesa, sicurezza e spazio" dell’Istituto Affari Internazionali. Dal 2018 è docente presso l’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze (ISSMI) del Ministero della Difesa. Dal 2020 è mentor presso il Nato Defense College e dal 2016 è membro del comitato scientifico dello Armament Industry European Research Group (Ares Group).