Esclusiva: parla l’Incaricato d’Affari USA in Italia

Thomas Smitham è l’Incaricato d’Affari ad interim presso l’ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia. Incontro il facente funzioni di Ambasciatore nello splendido Palazzo Margherita, sede dell’Ambasciata, già palazzo Boncompagni Ludovisi e residenza della prima regina d’Italia Margherita di Savoia. Smitham sottolinea la necessità della cooperazione tra alleati sui valori condivisi per affrontare le crisi attuali e future, dall’Ucraina ai rapporti con la Cina.

“Grazie di essere qui, è un gran piacere parlare con voi”, dice l’ambasciatore Smitham, “è stato un anno interessante per i nostri due Paesi. Ci sono ancora delle sfide davanti a noi. Con il Presidente Biden e il presidente Draghi abbiamo lavorato bene quest’anno ottenendo risultati positivi nelle nostre relazioni e a livello internazionale”.

Comincerei dalla Comunità delle Democrazie: è un progetto ambizioso dell’Amministrazione Biden. Alla fine dello scorso anno c’è stato il primo Summit. Che bilancio ne trae?
Io comincio sempre dalla frase di Winston Churchill: È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino ad ora. C’è un forte impegno da parte del Presidente Biden per dimostrare che la democrazia può funzionare per i nostri cittadini. Ma nello stesso tempo intende anche lavorare con altri Paesi per difendersi insieme dalle minacce costituite dalle autocrazie. Siamo di fronte a questa sfida globale.

Il recente incontro a margine del G20 tra Mario Draghi e Joe Biden a Palazzo Chigi ha riaffermato la forza dei legami tra Italia e Usa. Quali sono, a suo avviso, i dossier più rilevanti che caratterizzano questa fase di intesa tra i nostri due Paesi?
Vorrei sottolinearne alcuni. Ci sono dei dossier fondamentali sui quali stiamo lavorando insieme e all’interno dei nostri Paesi, penso alla pandemia o alla ripresa economica. C’è poi il cambiamento climatico, una sfida esistenziale per tutti. Voglio sottolineare la grande leadership di Draghi che quest’anno, su questo tema, è stata impressionante durante il G20. Abbiamo già parlato del tema della democrazia, un’altra sfida importante e, se posso aggiungere, ci sono alcune nuove sfide nelle relazioni internazionali, il pericolo cyber, la disinformazione…Stiamo pensando a come lavorare insieme per fronteggiare queste minacce per la comunità internazionale.

La nuova guerra fredda con la Russia si declina su più teatri e situazioni. Cosa vi preoccupa maggiormente?
Se parliamo di Guerra Fredda è scontato pensare a un confronto diretto con la Russia, ma in questo momento la questione più urgente è l’Ucraina. È il tema più importante in questo momento, in particolare in che modo possiamo promuovere la difesa e la sovranità dell’Ucraina. Quello che sta succedendo sul confine tra Russia e Ucraina desta grandi preoccupazioni nella comunità internazionale e il Presidente Biden ne ha recentemente parlato direttamente con il presidente Putin. Siamo stati chiari su questo. Se ci sarà una escalation militare risponderà tutta la comunità internazionale. Resta comunque importante la strada della diplomazia che è quella che stiamo seguendo per risolvere questa crisi.

La Cina rappresenta una potenza sempre più influente in Occidente attraverso la nuova Via della Seta, per mezzo di una capillare campagna di informazione e attraverso un progressivo sviluppo militare e tecnologico. Lo ha dimostrato una recente ricerca dell’Istituto Affari Internazionali. Cosa dobbiamo aspettarci e in che modo è possibile contrastare questo dominio da parte di un Paese illiberale?
I nostri rapporti con la Cina sono di varia natura. Ci sono aree in cui possiamo cooperare e tra queste io sottolineo sempre il cambiamento climatico, perché è chiaro che non possiamo risolvere la crisi del cambiamento climatico se non lavoriamo insieme con la Cina. L’inviato speciale per il clima, John Kerry, è stato qui lo scorso anno anche per parlare con l’Italia su come sia possibile una collaborazione anche con la Cina. Dico questo per chiarire che non siamo sempre di fronte a una sfida globale con la Cina, stiamo cooperando con loro. È poi indubbio che la Cina sia per noi un competitor strategico, questo è ovvio, ed è per questo che dobbiamo difenderci dalle minacce alle nostre economie e ai valori condivisi dell’Occidente: penso alla disinformazione che ha menzionato. Non ho la chiave per tutto questo, ma è un tema molto importante per noi. Forse potremmo e dovremmo sempre menzionare e sottolineare questi valori condivisi, come per esempio l’onestà nelle relazioni diplomatiche. Per concludere, si tratta di rapporti complessi, di minacce attuali e future. Possiamo cooperare e affrontare minacce, possiamo fare entrambe le cose allo stesso tempo.

Esistono ancora numerose aree di conflitto nel mondo. Dopo la recente esperienza dell’Afghanistan e in presenza di nuove minacce come la guerra asimmetrica o la minaccia cyber, va rimodulato il concetto di difesa e di strategia che dovrà coinvolgere anche la Nato? Qual è la sua idea?
Questa domanda tocca diverse questioni. Cominciamo con le alleanze. Il presidente Biden sin dall’inizio del suo mandato ha lavorato per rafforzarle, considerandole necessarie per affrontare tutte le minacce che abbiamo davanti. La NATO è l’alleanza che ha avuto più successo nella storia e per questo motivo continueremo la nostra forte collaborazione con l’organizzazione. Come diceva nella domanda, ci sono delle nuove minacce che preoccupano, in aggiunta alle vecchie come il terrorismo. Per noi la strada giusta è quella di collaborare con i partner e gli alleati su valori condivisi per affrontare nuove e vecchie minacce.

 

 

 

 

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