La crisi in Ucraina preoccupa i paesi scandinavi

Il presidente finlandese Sauli Niinistö e il ministro degli Esteri Pekka Haavisto hanno espresso preoccupazione per il possibile scoppio di una guerra in Europa.

In un’intervista al quotidiano svedese Dagens Nyheter pubblicata sabato 12 febbraio, Niinistö si è detto “molto preoccupato” per lo scoppio di una guerra in Ucraina se le tensioni non saranno risolte con mezzi diplomatici. Niinistö ha discusso più volte la situazione con il suo omologo russo Vladimir Putin, l’ultima in una lunga telefonata a fine gennaio. Niinistö ha commentato che l’Occidente potrebbe essere diventato eccessivamente compiacente.

“Come quasi tutti gli europei, sono stato felice di vivere in pace. Forse siamo un po’ troppo abituati ad una vita bella e sicura”, ha detto Niinistö. Tuttavia, ha affermato di ritenere improbabile che la Svezia o la Finlandia vengano coinvolte in un possibile conflitto. A sua volta, il ministro degli Esteri Haavisto ha sottolineato che una guerra su vasta scala avrebbe un impatto significativo in tutta Europa anche se le conseguenze di un conflitto in Ucraina potrebbero avere ripercussioni in Finlandia. Ad esempio, potrebbero esserci problemi per l’accesso all’energia e a forniture alimentari. Inoltre, il commercio con l’Ucraina e la Russia diventerebbe più difficile, insieme ai contatti personali.

La via della diplomazia

Per Haavisto i preparativi per un’operazione militare e l’assembramento delle truppe russe lungo il confine ucraino rendono la situazione molto infiammabile, ma ha espresso la convinzione che la crisi possa ancora essere risolta attraverso la diplomazia. Haavisto aveva incontrato l’ultima volta il suo omologo russo Sergei Lavrov ad ottobre, quando anche Niinistö e Putin avevano avuto colloqui faccia a faccia.

È noto come Finlandia e Russia abbiano storicamente avuto rapporti altalenanti e molto rilevanti, stante il lungo confine comune. La Finlandia non è mai entrata nella Nato pur avendo rapporti di collaborazione e partecipazione ad attività dell’organizzazione; tuttavia, la crisi ucraino-russa ha rianimato il dibattito, sia in Finlandia che in Svezia, sulla possibilità di adesione all’alleanza, il cui segretario generale Jens Stoltenbereg ha più volte affermato che la porta della NATO resta sempre aperta per i due paesi nordici.

Pochi giorni fa, la Finlandia aveva approvato l’acquisto di 64 aerei Lockheed Martin F-35 e sistemi d’armamento connessi, per un valore di 8,4 miliardi di euro, in sostituzione, entro il 2030, della sua attuale flotta di velivoli Hornet.

L’esercitazione Cold Response in Norvegia

Intanto circa 500 militari finlandesi prenderanno parte alle esercitazioni di guerra Cold Response 2022 in Norvegia il prossimo mese. La Norvegia ha ospitato e condotto questo tipo di esercitazioni ogni due anni dal 2006: esse mirano ad addestrare gli alleati della Nato e le nazioni partner per “operazioni ad alta intensità per climi freddi”, secondo una dichiarazione del Joint Warfare Center della Nato. Secondo fonti norvegesi, circa 35.000 soldati provenienti da quasi 30 paesi, tra cui anche l’Italia, prenderanno parte alle esercitazioni, che includeranno anche l’uso di portaerei statunitensi e britanniche. Cold Response ha lo scopo di addestrare le nazioni alleate a rafforzare le capacità di difesa della Norvegia, se necessario. I partecipanti finlandesi saranno principalmente membri delle unità di preparazione dell’esercito insieme alle loro controparti svedesi. Finlandia e Svezia sono gli unici membri non NATO a prendere parte alle esercitazioni che dovrebbero iniziare a metà marzo e continuare fino ad aprile.

Foto di copertina EPA/KIMMO BRANDT

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