Il conflitto nella Striscia di Gaza continua senza sosta e alle organizzazioni internazionali non resta altro che ribadire alcuni punti di diritto e questo malgrado, al di là dei crimini nella Striscia di Gaza, continui senza sosta l’occupazione dei Territori palestinesi in totale disprezzo, da parte di Israele, degli obblighi di diritto internazionale. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha diffuso un’infografica a marzo 2025 che tiene conto della situazione in Cisgiordania dal 1° novembre 2023 al 31 ottobre 2024 (infografica). Nella zona di West Bank i coloni israeliani sono ben 737,332, con un boom di nuove case e di appropriazione dei territori. Non solo. Sono aumentate le restrizioni alla libertà di circolazione a danno dei palestinesi con numerosi checkpoint e gravi ripercussioni sulla situazione economica dei palestinesi, senza dimenticare che il 50% degli agricoltori palestinesi è stata privata della possibilità di continuare a coltivare gli alberi di ulivo. Sono state 1.179 le strutture abitative distrutte. Il Consiglio per i diritti umani dell’ONU prova ad accendere nuovamente i riflettori sulla situazione e ha adottato, nel corso della 58esima sessione, una risoluzione sugli insediamenti israeliani nei territori occupati, inclusa Gerusalemme est e le alture del Golan, in cui gli insediamenti dei coloni sono arrivati a 20.000 (Palestina).
Sempre il 5 aprile, il Consiglio per i diritti umani ha approvato la risoluzione sul diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione (autodeterminazione). Eppure, anche in questo caso, in cui non si fa altro che ribadire principi codificati nell’ordinamento internazionale, la Repubblica Ceca e la Macedonia del Nord hanno votato contro e Congo e Repubblica domenicana si sono astenuti. Quarantatré i voti a favore.
La risoluzione, approvata nel corso della 58esima sessione, non aggiunge molto altro rispetto ad altri atti già approvati in passato, ribadisce che dopo 57 anni non è stata posta ancora fine all’occupazione israeliana e che dalla risoluzione n. 181 dell’Assemblea generale del 29 novembre 1947 sono passati 77 anni senza che la questione palestinese sia stata risolta. Nella risoluzione si chiede a Israele, in quanto potenza occupante, di cessare dall’occupazione, inclusa quella di Gerusalemme est. Inoltre, il Consiglio ha espresso profonda preoccupazione per i cambiamenti demografici nei Territori palestinesi occupati dovuti all’incremento degli insediamenti israeliani e del trasferimento forzato della popolazione palestinese.
Il Consiglio, ribadito che l’unica soluzione è quella di due Stati, invita i Governi a non riconoscere le situazioni territoriali frutto di una violazione di norme imperative del diritto internazionale al fine di garantire l’autodeterminazione del popolo Palestinese e chiede a Israele la cessazione di tutte le pratiche in contrasto con la Carta delle Nazioni Unite.
Professore ordinario di diritto internazionale, giornalista pubblicista e avvocato. Collabora abitualmente con Il Sole 24 ore e il settimanale giuridico Guida al diritto.