Giovedì 29 febbraio il presidente finlandese Sauli Niinistö ha tenuto la sua ultima conferenza stampa in qualità di Capo di Stato della Finlandia. Il suo mandato presidenziale, durato 12 anni, termina infatti venerdì 1° marzo, con l’insediamento ufficiale del nuovo Presidente della Repubblica, Alexander Stubb.
Proveniente del partito conservatore, il nuovo Presidente – che, per i suoi 56 anni, ha un curriculum sia nazionale che internazionale di tutto rispetto e un’ampia esperienza europea sia politica che professionale – si trova a rappresentare sulla scena mondiale un piccolo Stato con una grande reputazione. Il suo programma elettorale, e presumibilmente quello come Presidente, si basa su tre pilastri: apertura, sicurezza e internazionalizzazione. In qualità di leader, Stubb si impegna a promuovere un dialogo aperto sulla politica estera e a sostenere l’importanza della collaborazione con gli alleati sia nell’Unione Europea che nella Nato.
Inoltre, la Finlandia è una società di benessere aperta, che si fonda su principi di democrazia liberale, economia di mercato e globalizzazione. Stubb è orgoglioso del successo del suo Paese nel periodo post-indipendenza e si impegna a preservare le tradizioni che hanno contribuito a costruirlo.
In sintesi, il suo programma si concentra su un’apertura basata su valori democratici, una sicurezza garantita da una forte difesa e una visione internazionale che tiene conto dei cambiamenti globali e delle sfide del mondo moderno.
È probabile che, in linea generale, il nuovo Presidente non si discosterà troppo dalla linea prudente del suo predecessore. Ma la Finlandia di cui Niinistö prese la guida nel 2012 è alquanto cambiata dopo 12 anni: la Russia è stata sempre un vicino ingombrante che, dopo l’aggressione all’Ucraina, è divenuto ancora più temibile e pericoloso, ragione principale per la quale il Paese ha lasciato la sua storica politica di neutralità per aderire alla Nato.
Le sfide della politica estera e l’immutato sostegno all’Ucraina
Il Presidente finlandese uscente Sauli Niinistö, approssimandosi la scadenza del suo incarico, ha confermato il pieno sostegno della Finlandia all’Ucraina e l’impegno ad avere “la capacità e le risorse per sostenere l’Ucraina a lungo termine”, aggiungendo la necessità di provvedere a un rapido aumento della produzione industriale della difesa – dato che evidenzia i timori finlandesi che la Russia rivolga la sua attenzione aggressiva verso i vicini baltici. Niinistö non sottovaluta l’impegno anche a lavorare per la pace, ribadendo il sostegno “alla formula di pace del presidente Zelenskyj e all’iniziativa per un vertice di pace. L’Ucraina merita una pace giusta e duratura che ne rispetti la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale”.
Sull’immutato sostegno all’Ucraina, è intervenuta anche la ministra finlandese degli Esteri Elina Valtonen, riaffermando la ferma condanna della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, considerata una grave violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. Valtonen sottolinea come la Finlandia chieda alla Russia di cessare immediatamente le ostilità e di ritirare le sue truppe dall’Ucraina, condannando l’occupazione e l’annessione illegale della Crimea.
La Finlandia fornisce all’Ucraina un sostegno multiforme, che include materiale di difesa, aiuti materiali, assistenza umanitaria e accoglienza dei profughi. Ad oggi, nei due anni trascorsi, ha investito circa 2,5 miliardi di euro in aiuti militari e civili all’Ucraina, uno sforzo non indifferente per un Paese di meno 6 milioni di abitanti. Inoltre, sostiene l’attuazione e il rafforzamento delle sanzioni dell’Ue contro Russia e Bielorussia, appoggia l’istituzione di un tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina e sostiene l’Ucraina nel suo percorso di integrazione nell’Unione Europea e nella Nato.
Le sfide della politica interna
Dal 2012 a oggi, la Finlandia ha affrontato diverse sfide e cambiamenti in termini di situazione sociale, welfare e debito pubblico.
Secondo le previsioni della Banca di Finlandia, il debito pubblico rispetto al PIL si avvicinerà al 75% entro la fine del 2025. Questo richiederà tagli significativi alla spesa e aumenti delle tasse nei prossimi mandati parlamentari. Il Paese ha bisogno di rafforzare le finanze pubbliche per affrontare le sfide future e garantire spazio di manovra per le generazioni successive.
La spesa per la protezione sociale è aumentata costantemente dal 2012 al 2022, raggiungendo circa 63,1 miliardi di euro nel 2023. Nel 2024, sono previsti cambiamenti significativi nel sistema di sicurezza sociale, compresi tagli al welfare e regole più chiare per i costi abitativi. La Finlandia è un Paese guida internazionale nel benessere e nella sostenibilità, ma ci sono ancora sfide da affrontare per garantire un benessere completo e inclusivo.
Inoltre, il Paese si trova ad affrontare cambiamenti demografici, come l’invecchiamento della popolazione, che aumentano la necessità di servizi sanitari e sociali. La disoccupazione a lungo termine rimane un problema, nonostante la crescita economica degli ultimi anni. In sintesi, la Finlandia sta cercando di bilanciare la crescita economica, la spesa pubblica e le sfide sociali per garantire un futuro sostenibile e inclusivo.
Sul problema immigrazione ha accolto un numero significativo di migranti negli ultimi anni, soprattutto dalla Siria e dall’Iraq, il che ha posto sfide all’integrazione dei migranti e al sistema di accoglienza. Il governo ha adottato misure per migliorare l’integrazione dei migranti e contrastare l’immigrazione illegale.
Infine, la Finlandia è uno dei paesi più colpiti dai cambiamenti climatici, con un aumento delle temperature e delle precipitazioni. Il governo ha adottato misure per ridurre le emissioni di gas serra e promuovere l’utilizzo di energie rinnovabili e si è impegnato nella lotta contro i cambiamenti climatici a livello internazionale.
Oltre a queste sfide, la Finlandia ha anche fatto grandi progressi in diversi settori: l’istruzione finlandese è considerata una delle migliori al mondo, è un leader globale nell’innovazione e nella tecnologia ed è un Paese con un elevato tenore di vita e un forte senso di coesione civica.
In definitiva, il nuovo Presidente, sincero europeista, ha energie, competenze e ‘sisu’ (forza e resistenza) per affrontare una nuova fase della storia del suo Paese, anche confidando nella tradizionale coesione dei suoi cittadini.