Rassegna stampa africana: gli ultimi sviluppi in Sudan, Senegal e RDC

Pubblichiamo dei passaggi della rassegna stampa settimanale sull’Africa, curata da Jean-Léonard Touadi per RadioRadicale. È possibile ascoltare il podcast dal sito dell’emittente. Clicca qui per ascoltare

Con questa rassegna dell’11 giugno proponiamo qualche riflessione sugli ultimi sviluppi sudanesi, sulle tensioni politiche intorno alle imminenti elezioni legislative senegalesi e sulle visite di stato avvenute, e rinviate, in Repubblica Democratica del Congo.

Il “dialogo nazionale” sudanese

Nigrizia ci porta in Sudan con un articolo dell’8 giugno titolato “Sudan: inizia il dialogo nazionale, boicottato dalle opposizioni. Al tavolo negoziale solo i militari golpisti e i loro alleati”. Il generale Abdel Fattah al-Burhan, capo della giunta militare golpista, dichiara che l’iniziativa “è un’opportunità storica per porre fine al periodo di transizione e che quando vi sarà un consenso o un’elezione, i militari si ritireranno dalla scena politica.”

Tuttavia, “l’opposizione della società civile – la coalizione delle Forze per la libertà e il cambiamento, il Partito comunista, i Comitati di resistenza, il partito Umma e il suo storico rivale, il Partito democratico unionista – e i due principali gruppi armati, attivi nel Darfur e nel Kordofan, continuano a rifiutare un dialogo con i militari, i cui unici alleati sono gli islamisti e l’ex partito dell’ex presidente Omar El-Bashir, deposto nell’aprile 2019.”

Nigrizia segnala, peraltro, che in Sudan è in corso la restaurazione del vecchio regime, e che “il 5 giugno un tribunale sudanese ha fatto cadere le accuse di abuso finanziario contro Awad Ahmed Aljaz, uno dei leader del regime di El-Bashir, in carcere da tre anni.”

Le violenze ai danni dei civili non cessano, con il recente annuncio “della 101esima vittima dei militari, una bambina di 5 anni, investita dalle forze di sicurezza nel quartiere di Kalakla, a sud della capitale Khartoum e 16esima minorenne uccisa nelle repressioni delle proteste contro il golpe del 25 ottobre 2021”. Queste violenze sono state fermamente condannate “dall’esperto delle Nazioni Unite sui diritti umani in Sudan, Adama Dieng, che ha invitato i militari a garantire la fine della violenta repressione del dissenso nel paese.”

Sempre Nigrizia segnala che “la Cina ha comunicato d’aver invitato il Sudan a partecipare alla conferenza sul Corno d’Africa del 20-22 giugno ad Addis Abeba, in Etiopia. La conferenza, ha detto l’ambasciatore cinese a Khartoum, Ma Xinmin, nasce come un’iniziativa che cerca di migliorare la stabilità, lo sviluppo e il buon governo nel Corno d’Africa. Xinmin ha aggiunto che la Cina crede fermamente che la partecipazione del Sudan garantisca il successo della conferenza.”

Senegal: cronaca preelettorale

Lasciamo la parte orientale del continente africano per andare in Senegal e darvi conto delle convulsioni politiche intorno alle imminenti elezioni legislative che dovrebbero tenersi nel paese il 31 di luglio prossimo. Un articolo di Le Point Afrique fa il punto delle ultime notizie di cronaca preelettorale senegalese e segnala che “l’invalidazione da parte della Corte costituzionale della lista nazionale dei candidati in carica della principale coalizione di opposizione sta scuotendo il Paese.”

Le Point Afrique scrive che “la principale coalizione di opposizione Yewwi Askan Wi non è soddisfatta della decisione del Consiglio costituzionale di invalidare la sua lista nazionale di candidati titolari, a seguito di un errore nella preparazione della documentazione. Questa decisione avrebbe gravi conseguenze, in quanto diversi esponenti dell’opposizione, come Ousmane Sonko, sarebbero esclusi dalle elezioni. Per l’opposizione, il Consiglio costituzionale avrebbe ricevuto l’ordine di impedire la sua vittoria e una futura coabitazione con il presidente Macky Sall, impedendo alla lista di avere un’influenza sulle future elezioni, comprese quelle presidenziali del 2024.”

Il capo di Stato senegalese reagisce, in un’intervista concessa ai media francesi France 24 e RFI, affermando che “se si fa una lista che non rispetta ciò che dice la legge, questa va eliminata. Il Paese terrà queste elezioni, il Consiglio costituzionale ha deciso”.

Visite di stato belga in Repubblica Democratica del Congo

Torniamo in Repubblica Democratica del Congo, dopo la rassegna stampa monografica su questo paese della settimana scorsa, con un articolo di Le Point Afrique sul rinvio della visita di Papa Francesco a Kinshasa, Goma e Juba prevista dal 2 al 7 luglio. “Accogliendo la richiesta dei suoi medici, e per non compromettere i risultati delle terapie al ginocchio in corso, il Santo Padre, con grande rammarico, è costretto a rinviare il suo viaggio a una data successiva da definire,” si legge in un comunicato trasmesso dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede.

Con una corrispondenza di Elise Barthet, Le Monde ci racconta che “il Re del Belgio Philippe ha iniziato la sua prima visita ufficiale nella Repubblica Democratica del Congo martedì 7 giugno, accompagnato dalla Regina Mathilde e dai membri del governo, tra cui il Primo Ministro Alexander De Croo”. Si fa presente inoltre che “questo viaggio, inizialmente previsto per il giugno 2020 in occasione del 60° anniversario dell’indipendenza del Congo, ma rinviato tre volte a causa della pandemia di coronavirus e poi della guerra in Ucraina, avviene in un contesto diplomatico teso tra la RDC e il Ruanda.”

Questa visita, parte del processo di riconciliazione tra la Repubblica Democratica del Congo e l’ex potenza coloniale belga, fa seguito anche all’iniziativa del 17 febbraio, raccontata in un articolo di Le Monde Afrique, quando “il Belgio ha consegnato alla Repubblica Democratica del Congo un “inventario completo” degli oggetti d’arte provenienti dal Congo conservati dal Museo dell’Africa di Tervuren”.

Rassegna stampa a cura di Jean-Léonard Touadi, funzionario FAO, docente di geografia dello sviluppo in Africa all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

Foto di copertina EPA/Junior Kannah

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