Nella cornice della residenza ufficiale temporanea di Munkkiniemi, dove ci riceve, il Presidente finlandese Alexander Stubb, 57 anni, ha offerto una panoramica geopolitica di ampio respiro, reduce dagli impegni alle Nazioni Unite. Con un tono pragmatico e orientato all’azione, Stubb ha respinto il pessimismo sulla politica estera globale, concentrandosi sull’escalation del supporto all’Ucraina e sulla resilienza del fronte occidentale.
Il nuovo diktat di Trump: dalla “carota” al “bastone”
Il punto centrale dell’analisi di Stubb riguarda la guerra in Ucraina, dove ha riscontrato una fiducia mai così alta durante una sua recente visita a Kyiv. Il Presidente finlandese si è detto convinto che l’amministrazione statunitense stia accelerando gli sforzi per concludere il conflitto, ma con un approccio rinnovato nei confronti di Vladimir Putin: “Ha iniziato con la carota, concedendo a Putin la possibilità di fare la cosa giusta. Ma, avendo visto che le carote raramente funzionano con i russi, è passato alla fase del bastone”. Questa strategia, secondo Stubb, non è semplicemente retorica, ma si traduce in strumenti concreti. Il “bastone” di Trump include l’uso aggressivo di sanzioni, sia primarie che secondarie, e la fornitura di equipaggiamento militare avanzato in grado di “penetrare in profondità nella macchina bellica in Russia”, colpendo le capacità produttive come le fabbriche di droni. L’ottimismo di Stubb poggia sull’intuizione che il presidente americano stia “perdendo la pazienza” con le azioni di Mosca.
La guida ucraina: l’esperienza con i droni
Nel contesto della guerra ibrida condotta dalla Russia (attraverso l’attacco ai cavi sottomarini nel Mar Baltico, la strumentalizzazione dei migranti al confine terrestre e le incursioni aeree con droni), Stubb ha rivolto un chiaro monito agli alleati: “mantenere la calma, analizzare e scoraggiare al meglio delle nostre capacità .” In questo scenario, il presidente ha evidenziato come l’Ucraina non sia solo un beneficiario di supporto, ma una fonte cruciale di conoscenza per la NATO: “L’armata più esperta e moderna in Europa in questo momento è dell’Ucraina. Hanno molto, e intendo molto, da insegnarci su come affrontare i droni. Noi semplicemente non abbiamo la stessa capacità che ha l’Ucraina.” Questa consapevolezza rafforza la tesi di Stubb sulla necessità strategica dell’adesione di Kyiv all’Unione Europea e, in prospettiva, alla NATO, superando gli ostacoli istituzionali (come il veto ungherese) con soluzioni creative che diano maggiore flessibilità decisionale al blocco.
Bilancio, asset congelati e la reazione finlandese
Stubb ha affrontato con pragmatismo la correlazione tra l’aumento delle spese militari e il deficit di bilancio. Pur riconoscendo che la difesa è un “gioco a somma zero” che potrebbe imporre tagli alla sicurezza sociale, per la Finlandia l’aumento della spesa “non è un problema”. Il motivo è lapidario: “La nostra unica minaccia militare è la Russia.” La Finlandia, ha ribadito, sostiene pienamente l’obiettivo del 5% del PIL per la difesa proposto in ambito NATO, vedendolo come un inevitabile ritorno ai livelli di spesa pre-guerra fredda. Sul fronte finanziario, Stubb ha promosso il piano europeo per l’utilizzo dei beni russi congelati. L’idea è di strutturare l’operazione, stimata attorno ai 170 miliardi di euro, come un prestito a tasso zero all’Ucraina. In caso di mancato pagamento delle riparazioni di guerra da parte della Russia, il prestito verrebbe convertito in risarcimento, proteggendo la legalità internazionale: “Penso che l’idea sia ingegnosa e sono fiducioso che funzionerà ,” ha commentato.
Etica globale: Gaza e il Sud del mondo
Riflettendo sul ruolo della Finlandia nel mondo e sulle critiche del Sud Globale, Stubb ha riconosciuto che le accuse di doppi standard sono inevitabili, poiché nessuna nazione riesce a bilanciare perfettamente interessi, valori e potere. Tuttavia, ha stabilito una distinzione chiara con l’aggressione russa in Ucraina, pur ammettendo che “anche Israele ha violato il diritto internazionale” e “sia andato troppo oltre.” Stubb ha espresso “cauto ottimismo” sulla situazione a Gaza, attribuendo il merito al lavoro diplomatico congiunto degli Stati Uniti e degli Stati arabi. Ha inoltre lodato le nazioni del Sud Globale come potenziali mediatori di pace sia in Ucraina che in Medio Oriente.
La fine di un modello: la “Finlandizzazione”
Il Presidente ha ribadito il rifiuto categorico del concetto di “Finlandizzazione”, in voga fino agli anni Ottanta, definendola una “parolaccia” nel lessico finlandese: una ricetta che richiede “troppi compromessi” sulla sovranità , pur avendo garantito l’indipendenza nazionale. Stubb ha sottolineato che le lezioni della Guerra d’Inverno (1939-1940) rimangono centrali per i finlandesi, spiegando il loro legame emotivo con la lotta ucraina. Le analogie sono forti: come allora, la Russia non è riuscita nei suoi obiettivi strategici fondamentali, mentre i difensori hanno dimostrato che “nessuna situazione è impossibile.” A proposito della vicenda storica della Guerra d’Inverno, ha consigliato la lettura di un recente libro uscito in Francia, “Les Guerriers de l’Hiver”, (I guerrieri d’inverno) un romanzo storico scritto da Olivier Norek, pubblicato nel 2024, che narra la Guerra d’Inverno (1939-1940) tra la Finlandia e l’Armata Rossa. L’opera, che ha segnato il passaggio di Norek dal genere noir al romanzo storico, è basata su un’approfondita ricerca sul campo, simile a quella giornalistica, e mira a riportare alla luce un conflitto e il sacrificio dei soldati finlandesi.
Il presidente ha infine ribadito un suo obiettivo: assicurare che l’Europa non si stacchi dalla sicurezza americana, poiché “staccarsi dagli Stati Uniti militarmente o in altro modo sarebbe semplicemente folle.” Concludendo l’incontro con un tocco personale, alla domanda se avesse una qualche mancanza di Firenze dove, dal 2020 al 2024 aveva un rapporto di docente e direttore, durato quasi quattro anni, con la School of Transnational Governance, istituto inserito nell’Istituto Universitario Europeo, Eui,  ha lasciato trapelare un filo di nostalgia per la città dove, ha ricordato, ha avuto modo di scrivere un suo libro.
Gianfranco Nitti è giornalista, corrispondente di mass media finlandesi dall'Italia.






