Sulla Georgia Trump cerca il colpo di mano politico-istituzionale
Con una mossa inedita, probabilmente illegale, forse incostituzionale, Donald Trump ha chiesto al segretario di Stato della Georgia, il repubblicano Brad Raffensperger, di “trovare” abbastanza voti per ribaltare la vittoria di Joe Biden.
Il Washington Post ha ottenuto e ha pubblicato la registrazione d’una telefonata lunga circa un’ora, nella quale il presidente alterna rimproveri, lusinghe, preghiere e minacce di vaghe conseguenze nel caso Raffensperger rifiuti di dare seguito alle sue accuse, non documentate, di brogli, ammonendolo ad un certo punto che si sta assumendo “un grande rischio”.
La telefonata pone questioni di carattere legale e costituzionale, secondo gli esperti consultati dal Washinton Post, dal New York Times e da altri media.
Tra Trump e Joe Biden, è una sfida senza fine: oggi, i due si danno battaglia a distanza in Georgia, tenendo comizi la vigilia dei ballottaggi che domani decideranno la maggioranza in Senato. Il magnate presidente sarà a Dalton per i senatori uscenti Kelly Loeffler e David Perdue – costretto alla quarantena -; Biden ad Atlanta per i loro rivali Jon Ossoff e Raphael Warnock. E Trump mette le mani avanti, definendo a priori i ballottaggi “truccati” e “illegali”.
Ma Trump, più che ai ballottaggi di domani, guarda alla sessione plenaria del Congresso che mercoledì 6 gennaio dovrà ratificare la vittoria di Biden nelle presidenziali. Esaurite le istanze legali, gli resta la via d’un colpo di mano politico.
Il suo vice Mike Pence, che finora pareva non appoggiare quanti mirano a non concedere la vittoria a Biden, sembra ora aprire all’iniziativa di un gruppo di senatori repubblicani che non vogliono certificarne l’elezione del presidente. Citato dalla Bbc, il capo di gabinetto di Pence Marc Short dice: “Pence accoglie con favore gli sforzi dei membri della Camera e del Senato di utilizzare l’autorità di cui legalmente dispongono per sollevare obiezioni e per presentare prove al Congresso e al popolo americano” e condivide “le preoccupazioni di milioni di americani su frodi e irregolarità nel voto”.
Spetterà proprio a Pence, in qualità di presidente del Senato, sovrintendere la plenaria del 6 gennaio e dichiarare vincitore Biden.
La seduta di mercoledì s’annuncia tempestosa: 12 senatori repubblicani, guidati dall’ex aspirante alla nomination Ted Cruz, intendono contestare la vittoria di Biden e chiedono che il Congresso nomini una commissione elettorale che riesamini in 10 giorni i risultati negli Stati più contesi, come accadde nelle presidenziali del 1876.
Alla fine, i singoli Stati dovrebbero valutare le conclusioni della commissione ed eventualmente convocare una sessione parlamentare speciale per ratificare il cambio del loro voto.
La manovra non ha chance di successo perché occorre il consenso di entrambi i rami del Congresso per ribaltare il voto, ma potrebbe fare slittare la proclamazione della vittoria di Biden e complicarne la missione di riconciliare il Paese.
Potete seguire tutti gli aggiornamenti del Diario Usa2020 sul blog di Giampiero Gramaglia.