Operazione “Mare Insicuro”
Come ogni estate i riflettori tornano inevitabilmente sugli sbarchi dei migranti provenienti dalla Libia. I casi Sea Watch 3, Alex Mediterranea e non solo ci consegnano argomenti su cui riflettere. Tre in particolare sono gli aspetti su cui si vuole porre l’accento. Partendo dall’area di ricerca e soccorso libica, la Search and Rescue, troppo poco spesso si tiene conto che a presidiare l’intera zona è solo la guardia costiera di Tripoli. Affermare che tutta la Sar è interamente presidiata dagli uomini di Tripoli significa sostenere che l’equivalente zona italiana di intervento può essere capeggiata dalla guardia costiera di Genova. Un paragone sufficiente a mettere in risalto l’assurdità della versione ufficiale che i governi, italiano e libico, tentano di vidimare con le loro dichiarazioni.
Il secondo aspetto è il depotenziamento della missione europea Sophia, che vede ai posti di comando gli italiani Enrico Credendino ed Ettore Socci, voluti proprio per la centralità riconosciuta dall’Unione al nostro Paese. Oltre a occuparsi dell’addestramento della guardia costiera libica, la missione pattugliava via mare e via aria il Canale di Sicilia con lo specifico mandato di contrastare i trafficanti di ogni genere e, solo in via residuale, effettuare salvataggi in mare. A marzo 2019, il governo italiano, in una mal celata ottica di ritorno elettorale in chiave antieuropea, ha chiesto e infine ottenuto che l’Ue ritirasse le proprie navi, mantenendo solo i velivoli aerei.
Infine, mentre è indubbiamente vero che in termini assoluti i morti in mare sono fortunatamente diminuiti di circa 400 unità, è altrettanto falso che essi siano calati in percentuale. Secondo i dati Unhcr, dal 1° gennaio al 14 luglio 2018 erano arrivate in Italia 17.269 persone; quest’anno alla stessa data ne sono arrivate 3.186. Per lo stesso periodo, nel 2018, i morti in mare erano (nel Mediterraneo centrale) 1.072; nel 2019 sono 667. Ciò significa che nel 2018 erano partiti circa in 18.341; nel 2019, invece, 3.853.
Sebbene sia sgradevole ridurre le persone a numeri, i calcoli possono aiutare a guardare più obiettivamente la realtà: 1.072 morti equivalgono al 5,8% delle persone partite nel 2018; 667 morti su 3853 partenze equivale al 17,3%, nel 2019. Lo scorso anno dunque morivano quasi 6 persone su 100, adesso almeno 17 su 100. L’incidenza dei decessi in mare si è triplicata. Il Mare Nostrum è, senza alcun appello, un Mare Insicuro.
Irene Piccolo, presidente AMIStaDeS – Fai amicizia con il sapere