Le mani della Cina sul Canale di Suez
La Repubblica Popolare Cinese si interessa sempre di più al continente africano e la recente attualità lo dimostra: a settembre 2018, la China Harbour Engineering Company (CHEC) ha avviato la fase principale della costruzione di un nuovo terminal a Porto Sokhna, che dovrebbe essere terminato entro la fine del 2019. Il porto è localizzato sulla Zona Economica del Canale di Suez, una delle principali località economiche egiziane, su cui ha investito e sta investendo molto al-Sisi.
La rinnovata attenzione del gigante asiatico all’Egitto, e in particolare al Canale di Suez, emerge in un contesto di sempre maggiore cooperazione tra la Cina e alcuni Paesi africani, ma c’è di più. Pechino punta in particolare su rotte strategiche e navigabili, che possano ulteriormente accrescere il progetto della Maritime Silk Road e collegare i principali hub commerciali ed economici del vecchio continente e dell’Africa con la Cina. Naturalmente, punto nodale di questo progetto non può che essere il Canale di Suez, zona di transito cruciale per i traffici commerciali intercontinentali, imprescindibile per la realizzazione della Maritime Silk Road, perché mette in comunicazione diretta l’Asia con il Mar Mediterraneo, passando per il Mar Rosso. Dal canto suo, al-Sisi ha puntato sul Canale di Suez e sul suo potenziale di attrazione degli investimenti esteri per dare al mondo l’immagine di un grande Egitto, impegnato in una crescita economica che ha respiro internazionale, arrivando nel 2015 ad arricchire l’area transitabile del Canale con la Suez Canal Economic Zone.
Infatti, proprio tre anni prima della notizia della costruzione del terminal di Port Sokhna, al-Sisi aveva celebrato con grandi fasti l’apertura della nuova zona navigabile del Canale di Suez, annunciando un rafforzamento del ruolo di Suez e dell’Egitto come terra (e mare) di transito per i commerci internazionali, grazie a un passaggio ancora più ampio per le navi di stazza maggiore. Quasi il 10% del volume globale del commercio via mare transita attraverso Suez: questo garantisce all’Egitto una posizione assolutamente privilegiata, che al-Sisi ha tutte le intenzioni di non perdere.
L’investimento cinese, che si inserisce dunque in un progetto di Pechino ben più ampio, non ha però mancato di sollevare alcuni dubbi rispetto all’eventuale, eccessivo, affidamento dell’economia egiziana al gigante asiatico. Ma, naturalmente, il Ministro per gli investimenti e la cooperazione internazionale egiziano, Sahar Nasr, smentisce le preoccupazioni: l’Egitto sta siglando accordi con la Cina soltanto quando questi siano effettivamente utili a entrambi i Paesi, specialmente affinché l’Egitto punti meno sulle importazioni e più sulle esportazioni. Ed è probabile che, per ottenere ciò, la Maritime Silk Road passerà dunque per Suez.