– 237: il Michigan proietta Biden verso la nomination

11 Mar 2020 - Diario Americano USA 2020 di Giampiero Gramaglia

Con una raffica di vittorie e, soprattutto, con il successo nel Michigan, Joe Biden prende il controllo della corsa alla nomination democratica e, con un vantaggio ormai solido per numero dei delegati, lancia un appello all’unità al suo rivale Bernie Sanders: “Insieme batteremo Donald Trump”. Sanders che, per il momento, rifiuta d’arrendersi all’evidenza del coronavirus, il cui contagio sta diffondendosi negli Stati Uniti, con oltre mille soggetti positivi, mentre entrambi, a causa dell’epidemia, diradano gli impegni e cancellano qualche evento.

Nel ‘mini Super Tuesday’, Biden, oltre che nel Michigan (125 delegati in palio), s’impone al Sud, nel Mississipi (36), al centro nel Missouri (68) e all’Ovest nell’Idaho (20), mentre Sanders vince solo nel North Dakota (14). Lo Stato di Washington (89) è sostanzialmente pari, con vantaggio, però, a Sanders.

La conta dei delegati è ancora in corso: dei 352 in palio, Biden se n’è già visti assegnare 153 e ne ha in tutto 823; Sanders 89 e ne ha 663. La maggioranza assoluta dei delegati alla convention, necessaria per conquistare la nomination, è 1991.

A questo punto, le primarie democratiche sono quasi a metà strada: s’è votato finora in 24 Stati, oltre che nelle Isole Samoa e fra i democratici all’estero; restano 26 Stati e tre territori. Il ‘bottino’ di delegati più grosso ancora da assegnare è quello di New York. Martedì 17 si voterà in due Stati cruciali nella corsa alla Casa Bianca, la Florida e l’Ohio, oltre che in Illinois e Arizona.

La competizione più attesa di ieri era quella nel Michigan, dove nel 2016 Sanders aveva suscitato sorpresa, battendo Hillary Clinton. Insieme alla Pennsylvania, il Michigan fu poi determinante nell’Election Day: le sconfitte di Clinton lì proiettarono Trump verso la Casa Bianca.

Nell’analisi del New York Times, Biden, la cui campagna sembrava al capolinea dopo le sconfitte in serie in Iowa, New Hampshire e Nevada, è stato capace, a partire dalla vittoria in South Carolina, di “costruire una forte coalizione elettorale”, che collega punti di forza tradizionali dei democratici, i neri, le donne, le organizzazioni sindacali, e una nuova ondata di voti bianchi moderati “in fuga dal partito repubblicano del presidente Trump”. Sanders, invece, continua ad avere difficoltà a mobilitare gli afroamericani, che sono una parte significativa dell’elettorato dem, mentre ha presa sugli ispanici.

A favore di Biden, anche la raffica di ritiri con endorsement, orchestrata con la regia di Barack Obama, prima e dopo il Super Tuesday; mentre Elizabeth Warren, ritirandosi, non ha ancora annunciato chi appoggerà.

Il voto nello Stato di Washington, dove è stata proclamata l’emergenza coronavirus, non è stato condizionato dal contagio, perché lì si votava esclusivamente per posta, ‘a remoto’. Ma gli elettori erano stati invitati a sigillare le buste con l’acqua e non con la saliva. E sia Biden sia Sanders hanno cancellato i loro eventi di fine campagna proprio per il timore del contagio.

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