Cina-Italia: l’Ansa e il paper IAI
Abbiamo letto un’analisi dello Iai sulla presenza dei media cinesi in Italia. Si tratta di un report molto critico nei confronti dell’Ansa (posizione assolutamente legittima), ma anche, a nostro giudizio, parziale e incompleto. Inoltre l’analisi sembra non tenere conto del lavoro indipendente e autorevole e di 76 anni di storia della più grande agenzia italiana. Di seguito alcuni punti che devono essere chiariti per avere un’idea più aderente alla realtà del lavoro dell’Ansa.
- L’Ansa è una dei pochi media italiani ad avere ancora una rete di corrispondenti e collaboratori all’estero che permette all’agenzia di pubblicare quotidianamente un’informazione internazionale che va a beneficio di tutta l’informazione del nostro Paese. Abbiamo naturalmente anche un corrispondente italiano a Pechino, il suo nome è Antonio Fatiguso, in precedenza è stato corrispondente da Tokyo ed è uno dei maggiori esperti di Asia e di Cina. Le notizie dell’Ansa sulla Cina vengono scritte da lui. Fatiguso ha coperto in questi anni tutte le vicende riguardanti Hong Kong, Taiwan, la repressione delle minoranze musulmane in Cina, le tensioni sul Tibet. Il nostro corrispondente scrive, come tutti gli altri giornalisti dell’Ansa, con assoluta autonomia e indipendenza. La presenza di un corrispondente italiano a Pechino, le cui notizie e articoli vengono ripresi da tutta la stampa italiana, non è citata nel rapporto. Si tratta di una dimenticanza importante vista la lunga storia, la professionalità e la serietà che la maggiore agenzia italiana ha garantito dal dopoguerra ad oggi.
- L’Ansa ha decine e decine di accordi editoriali e commerciali (quello con la Xinhua è uno di questi) e con numerose agenzie di stampa di tutti i continenti. Il principale è quello con la France presse, una grande agenzia globale che usiamo come fonte da alcuni Paesi (soprattutto in Africa) dove non siamo presenti con nostri giornalisti. Le agenzie di altri Paesi possono, a volte, essere usate come fonte dopo attente verifiche da parte del desk internazionale dell’Ansa.
- L’accordo con la Xinhua è un accordo prettamente commerciale. L’ Ansa traduce dall’inglese in italiano circa 50 notizie al giorno la cui responsabilità editoriale è esclusivamente della Xinhua. Facciamo notare che alcuni dei media più celebrati del mondo, anche in Usa e Gb, hanno avuto o hanno rapporti commerciali con media cinesi.
- Queste notizie – targate Xinhua – non vengono trasmesse nel notiziario dell’Ansa. Vengono invece pubblicate su una piattaforma separata dedicata soltanto al notiziario della Xinhua. Gli utenti che leggono il notiziario dell’Ansa non leggono il notiziario della XInhua.
- L’Ansa si riserva, come fa con molte altre agenzie, la possibilità di poter scegliere alcune notizie della Xinhua giudicate interessanti che vengono trasmesse nel notiziario dell’Ansa e che, soltanto in questo caso, sono targate Ansa-Xinhua
La ringraziamo di aver condiviso con noi le sue impressioni sul nostro studio “One Belt One Voice: i media cinesi in Italia” di cui l’articolo apparso su AffarInternazionali in data 10 novembre 2021 dal titolo “Come ti racconto la Cina: l’influenza di Pechino sui media italiani” è un estratto.
Ci rincresce il fatto che Lei abbia inteso la nostra analisi come approssimativa e incompleta, al punto mettere in discussione l’autorevolezza e l’indipendenza di un’agenzia del prestigio dell’Ansa. Noi riteniamo tuttavia che questa impressione non rifletta i contenuti del nostro studio.
- Il rapporto rimarca esplicitamente la professionalità di Ansa nel fornire notizie autonome e indipendenti sulla Cina. Come riportato alle pagine 20-21: “l’Ansa continua a coprire la Cina, anche al di fuori del partenariato con Xinhua, producendo una larga mole di notizie di proprio pugno.”
- Per quanto riguarda gli accordi editoriali tra Ansa e Xinhua, ne riconosciamo il valore commerciale e strategico per l’agenzia. A pagina 19 scriviamo: “l’accordo firmato con Xinhua [da Ansa] non è che uno dei numerosi accordi che l’agenzia ha firmato con partner esteri. In particolare, quando nel 2016 è stato firmato il primo accordo con Xinhua, l’Ansa stava lanciando Ansa Latin America: l’accordo con la Cina dovrebbe dunque essere visto come parte di una più ampia strategia dell’Ansa per rafforzare la propria presenza a livello globale.”
- In diverse sezioni della prima parte dello studio, là dove trattiamo il processo di internazionalizzazione dei media cinesi, menzioniamo la natura comune e del tutto non straordinaria degli accordi tra agenzie di stampa di diversi paesii. A pagina 9 esplicitiamo che: “per i media italiani questi partenariati si traducono in una fonte di entrate attraverso la pubblicità, l’acquisto di spazi per contenuti e, in qualche caso, la promessa di accesso al mercato cinese”.
- Riguardo alla responsabilità editoriale di Xinhua forse riconosciamo che può apparire controverso il passaggio a pagina 19, dove scriviamo che: “Le notizie, però, non sono elaborate dall’Ansa ma tradotte dalla versione cinese.” Prendiamo atto che Ansa traduce dall’inglese testi la cui responsabilità editoriale è esclusivamente di Xinhua e siamo pronti a modificare il testo dello studio.
- In ogni caso, a pagina 19 specifichiamo che “L’agenzia assicura che tutte le notizie riprese da Xinhua sono etichettate come tali”. Nella pagina seguente riportiamo uno screenshot per dimostrare come – su un articolo scelto a caso – il riferimento a Xinhua sia esplicitato più volte sulla pagina web dell’Ansa. Il nostro giudizio di preoccupazione non riguarda la professionalità dell’Ansa, che è anzi rimarcata, ma il fatto che il lettore medio non sempre è in grado di distinguere un articolo a fonte Ansa da uno a fonte Xinhua.
Nel ringraziarla di aver voluto condividere i suoi dubbi, le ribadiamo il pieno apprezzamento nei confronti dell’eccezionale lavoro di informazione svolto dall’Ansa, certamente anche sulla Cina. Speriamo di aver chiarito in questa replica che il nostro studio non devia da questa valutazione e che mette in luce elementi di preoccupazione che non riguardano la professionalità dell’Ansa quanto la politica dell’informazione della Repubblica Popolare Cinese.
Cordialmente,
Lorenzo Mariani & Francesca Ghiretti