Bulgaria al voto per la terza volta in un anno
Domenica 14 novembre 2021 la Bulgaria tornerà alle urne per la terza volta in un anno: chi vincerà questa, forse definitiva, tornata elettorale? Sebbene i partiti abbiano portato avanti una campagna elettorale lunga otto mesi, la possibilità di una coalizione di governo stabile rimane incerta.
Dalle elezioni parlamentari precedenti, di aprile e luglio 2021, non era uscita una maggioranza sufficiente affinché un singolo partito governasse in autonomia. Il 4 aprile scorso il partito dell’ex primo ministro Boyko Borissov, Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria (Gerb), si era aggiudicato la vittoria con oltre il 25% dei voti, non abbastanza per permettergli di dare inizio a una nuova legislatura per mancanza di alleati di governo.
L’11 luglio, invece, era stato il partito dell’ex commentatore televisivo Slavi Trifonov, C’è una nazione, a conquistare la maggioranza dei voti (24%). Tuttavia, la decisione dei leader di C’è una nazione di non formare alcuna coalizione con gli altri partiti in lizza (tra cui il Partito Socialdemocratico Bulgaro – Bsp) ha impedito il rinnovo dell’Assemblea nazionale.
Un nuovo partito
La principale novità di questa tornata elettorale è la presenza di un nuovo partito: Continuiamo il cambiamento, fondato da Kiril Petkov e Assen Vassilev, due ex ministri ad interim nominati dal presidente della Repubblica Rumen Radev per sopperire alla mancanza di un governo, dopo le elezioni di aprile 2021.
L’obiettivo del nuovo partito è quello di promuovere un’attiva lotta alla corruzione e incentivare una più equa redistribuzione della ricchezza. Petkov e Vassiliev, già ministri dell’Economia e delle Finanze, si sono distinti per aver indagato sulle attività illecite e di corruzione del governo Borissov. La loro discesa nell’arena politica è stata apprezzata dall’opinione pubblica: secondo quanto riportato dai sondaggi di Reuters, a metà settembre il partito Continuiamo il cambiamento era dato al 9% delle preferenze, pur essendo stato fondato solo qualche mese prima.
Per quanto riguarda la posizione di questo partito nel contesto internazionale, i fondatori sostengono l’adesione della Bulgaria all’Ue e alla Nato. In riferimento alla politica interna essi ritengono che il Paese debba mantenere basse le aliquote d’imposta sulle società e sul reddito, migliorando i controlli su come vengono spesi i fondi statali. In termini di una possibile coalizione di governo, lo stesso Petkov ha affermato in un’intervista a Reuters: “Che tu sia di destra o di sinistra non è importante, ciò che è importante è l’integrità. Siamo qui per lavorare con persone oneste, qualunque sia il loro orientamento politico”.
L’intenzione di non dichiararsi apertamente vicini agli altri partiti antisistema, tra i quali C’è una nazione, Bulgaria democratica e “Stand up! Mafia fuori!”, sembra stia avendo un effetto ulteriormente positivo sull’elettorato, dal momento che i sondaggi pre-elettorali del 7 novembre di Politico confermano il partito di Petkov e Vassiliev al 14% delle preferenze totali.
Che fine hanno fatto gli altri?
Gli ultimi sondaggi elettorali danno come favorito il partito Gerb (al 23%), mentre il Partito Socialdemocratico (Bsp) resta stabile intorno al 16%. C’è una Nazione, invece, pare abbia avuto un tracollo consistente rispetto alle elezioni di luglio, perdendo circa 10 punti percentuali e dato dai sondaggi fermo “solo” al 13%. Tale cambio di prospettiva nei risultati elettorali per il partito di Trifonov è stato determinato dall’incapacità di formare un governo di coalizione a luglio. Inoltre, i principali leader di C’è una nazione sono stati coinvolti in diversi scandali personali. Per questi motivi gli esperti indicano come parte dell’elettorato sia al momento più incline a votare il partito Continuiamo il cambiamento, percepito come super partes e non coinvolto in illeciti di alcun tipo.
Alla luce dei pronostici che attribuiscono al partito Gerb circa un quarto delle preferenze totali dei votanti, alcuni esperti hanno delineato un quadro diverso su come sarà composto l’esecutivo. L’ipotesi è quella di una coalizione a semaforo, simile a quella presente in Germania, con un’alta probabilità di presenza di partiti anti-Gerb nell’esecutivo. Tale coalizione includerebbe i tre principali partiti che mirano a un cambiamento in senso democratico e contro la corruzione: C’è una nazione, Bulgaria Democratica e Continuiamo il cambiamento più il Partito socialista bulgaro (Bsp). Tutti fanno della distruzione del modello Borissov il loro obiettivo primario.
Nonostante una coalizione simile presenti partiti sia anti-sistema e populisti sia in linea con il precedente governo ad interim, tale soluzione resta la più probabile nel caso in cui Gerb non raggiunga la maggioranza dei consensi per governare in autonomia.
A cura di Letizia Storchi, autrice della redazione Europa de Lo Spiegone
Foto di copertina di EPA/Vassil Donev
***Lo Spiegone è una testata giornalistica formata da studenti universitari e giovani professionisti provenienti da tutta Italia e sparsi per il mondo con l’obiettivo di spiegare con chiarezza le dinamiche che l’informazione di massa tralascia quando riporta le notizie legate alle relazioni internazionali, della politica e dell’economia.