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I volti di Visegrád

Péter Márki-Zay: ecco l’avversario di Orbán nel 2022

22 Ott 2021 - Osservatorio Sociale Mitteleuropeo (Osme) - Osservatorio Sociale Mitteleuropeo (Osme)

Ora il fronte unito dell’opposizione ungherese ha il suo candidato unitario, un volto da opporre a quello di Viktor Orbán alle elezioni in programma per l’aprile dell’anno prossimo. Si tratta di Péter Márki-Zay, conservatore cattolico che si è imposto alle elezioni primarie dell’opposizione, quando alla vigilia del voto in molti si aspettavano l’affermazione dell’attuale sindaco di Budapest Gergely Karácsony.

In effetti, al primo turno, Márki-Zay si era classificato terzo dietro a Klára Dobrev, vicepresidente socialista del Parlamento europeo, e a Karácsony. In pratica, in quella circostanza, era risultato l’ultimo dei primi. L’ultimo dei tre nomi che si sarebbero dovuti giocare il tutto per tutto al ballottaggio. Poi, la svolta: Karácsony decide di ritirare la sua candidatura per favorire Márki-Zay in quanto ritiene, insieme a quest’ultimo, che Dobrev non sia la persona più adatta a rappresentare la lista unica, in quanto moglie di Ferenc Gyurcsány, fondatore e leader di Coalizione democratica (Dk), ex premier socialista e, soprattutto, figura controversa del mondo politico ungherese.

Il secondo turno è stato caratterizzato da un intenso dibattito fra i due sfidanti: Dobrev affermava di considerare il suo avversario inadatto a tenere unita l’alleanza partitica che si è costituita per cercare di cambiare il governo; Márki-Zay rispondeva di essere l’unica speranza per l’opposizione, dato il legame a doppio filo di Dobrev con Gyurcsány.

Karácsony, ad esempio, aveva chiarito, al secondo turno, di ritenere il candidato conservatore maggiormente capace di rivolgersi ad un elettorato più ampio: non solo al centro-sinistra ma anche ai liberali e alla destra moderata. C’è però da dire che il blocco unito anti-Orbán, un’alleanza che mette insieme diversi soggetti dai socialisti ai nazionalisti di Jobbik, passando per verdi, liberali e centristi, aveva sempre guardato Márki-Zay con una certa diffidenza, anche se quello che oggi è il prescelto si era sempre detto convinto di avere le migliori chance contro l’attuale primo ministro. Di fatto, è riuscito a prevalere al secondo turno col 56,7% dei voti contro il 43,3% ottenuto da Klára Dobrev.

Ritratto di un outsider
Péter Márki-Zay è nato 49 anni fa a Hódmezővásárhely, piccolo centro abitato dell’Ungheria meridionale di cui è sindaco dal 2018, quando riuscì, a sorpresa, a prevalere alle amministrative in quella che all’epoca era una roccaforte del partito governativo Fidesz. Ciò era avvenuto grazie ad un’ampia alleanza di partiti dell’opposizione. Fu anche il primo successo elettorale degli avversari del governo dal 2010.

Le cronache lo definiscono personaggio poliedrico: storico, ingegnere, economista, esperto di marketing, uomo politico ma contemporaneamente outsider della politica. Márki-Zay, infatti, è sostenuto da un vasto movimento civico estraneo al mondo della politica professionistica. Padre di sette figli, cattolico praticante, ha lavorato in Canada e negli Stati Uniti prima di diventare sindaco della sua città natale. Dopo questo successo politico ha lanciato il movimento “L’Ungheria di Tutti” (Mindenki Magyarországa Mozgalom, Mmm), con l’obiettivo di organizzare un fronte comune all’interno della società civile, in opposizione all’élite partitica di Budapest. Presupposti che avevano evidentemente contribuito a creare un clima di diffidenza nei suoi confronti da parte delle forze impegnate, con difficoltà, in ambito politico.

Le priorità dell’uomo nuovo dell’opposizione
L’esito delle primarie porta, invece, Márki-Zay a convogliare sulla sua persona le speranze di quella parte di Ungheria che non si ritrova entro l’orizzonte politico disegnato da Orbán e dai suoi collaboratori. Gyurcsány ha prontamente riconosciuto la vittoria dell’avversario e ha assicurato il suo appoggio alle politiche del prossimo anno. Il vincitore ha ringraziato gli elettori per la fiducia accordatagli e ha chiesto ai partiti dell’alleanza di lavorare con lui “per cacciare il regime di Orbán”.

Il candidato premier dell’opposizione ha un programma che vede al centro la lotta alla corruzione, la modifica della legge elettorale che, oggi come oggi, favorisce il governo, l’adesione alla Procura europea anti-corruzione e l’ingresso dell’Ungheria, il prima possibile, nell’Eurozona.

Márki-Zay promette all’elettorato una politica basata “sull’amore verso il prossimo” in contrapposizione all’incitamento all’odio tipico dell’attuale esecutivo, e intende costruire una nuova Ungheria fondata sull’onestà.

L’annunciata lotta alla corruzione, però, non si rivolge solo al sistema che fa capo a Orbán, ma anche a certe frange dei partiti al governo in precedenza – socialisti e alleati di marca liberale -, il che potrebbe complicare la tenuta dell’alleanza il cui partito più forte è Dk. Márki-Zay, però, si dice ottimista, punta sui giovani del partito Momentum, prende la soddisfacente partecipazione popolare alle primarie come un buon auspicio per il risveglio delle coscienze, e quindi per un futuro diverso, e invita gli ungheresi a impegnarsi con lui per realizzare un cambiamento arduo quanto necessario.

Foto di copertina EPA-EFE/ZOLTAN BALOGH

Nel 30esimo anniversario dalla creazione del Gruppo di Visegrád (che abbiamo ricordato qui), AffarInternazionali cura un ciclo di approfondimenti sui volti che popolano l’universo dei quattro Paesi che fanno parte della formazione (Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca), in collaborazione con l’Osservatorio sociale mitteleuropeo (Osme).