IAI
Forniture insufficienti

Perturbazioni e rischi di interruzione nelle catene globali del valore

22 Ott 2021 - Anna Maria Pinna - Anna Maria Pinna

Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo imparato come il sistema di produzione emerso a livello globale negli ultimi tre decenni sia fragile e facilmente esposto a perturbazioni e interruzioni. La pandemia da Covid-19 ha rivelato come l’affidarsi a un numero limitato di Paesi per la fornitura di beni abbia messo in discussione la resilienza della catena di approvvigionamento in tutto il mondo.

L’enorme aumento della domanda di dispositivi di protezione individuale (Dpi) all’inizio del 2020 ha rivelato immediatamente una fornitura globale insufficiente di mascherine, prodotti per la sanificazione e attrezzature di protezione, ma le carenze hanno iniziato a colpire anche prodotti la cui domanda non è stata alterata. A partire da febbraio 2020, la scarsità di produzione di chip semiconduttori ha avuto un effetto frenante fino ad oggi sulla produzione di diversi beni: i primi della lista sono le automobili, le schede grafiche, le console di gioco e i pc.

Criticità dell’odierno sistema
Come discusso in Lodi e Pinna (2021), due sono i principali responsabili della fragilità del sistema produttivo globale. In primo luogo, la complessità delle catene di approvvigionamento, la cui forma riflette sia i complessi collegamenti tra i settori, dove i prodotti sono utilizzati come input in altre produzioni, sia la distribuzione geografica della produzione a livello globale.

L’ottimizzazione decentralizzata delle catene di approvvigionamento a più livelli per più rivenditori e produttori diventa sempre più importante, ma anche in questo caso delle strozzature possono colpire una fase della catena in modo imprevedibile e imporre arresti con un effetto domino sulle attività a valle. Questo è esattamente quello che è successo con i semiconduttori, dove un rallentamento temporaneo ha creato un’instabilità sistemica in tutta la catena.

Il secondo elemento critico è l’enorme concentrazione della produzione manifatturiera mondiale in una specifica parte geografica del globo, la Cina, e altri Paesi dell’Asia meridionale le cui capacità produttive sono incardinate nella domanda delle imprese situate in Cina. Per esempio, quando l’incaglio della nave Ever Given ha bloccato il canale di Suez per sei giorni lo scorso marzo, le conseguenze del mettere tutte le uova in un paniere sono state evidenti a tutti gli attori globali.

Le possibili soluzioni
L’urgente necessità di progettare catene di approvvigionamento più intelligenti, più forti e più diversificate senza scivolare nel protezionismo è stata una delle principali lezioni di questa crisi, che sia gli Stati Uniti che l’Ue hanno imparato. L’accesso alle catene di approvvigionamento, ai corridoi di approvvigionamento, alle rotte commerciali e ai mezzi di trasporto è sempre più considerato dai grandi attori globali, non solo come uno strumento funzionale alla produzione, ma piuttosto uno strumento per esercitare il potere politico ed economico. Il fattore più critico riguarda la trasparenza delle catene globali.

Al di là della relazione immediata tra le imprese a monte e a valle, prevale l’oscurità. La Strategic Investment Facility presentata dalla Commissione europea maggio 2020 può potenzialmente essere uno strumento importante per ridurre la vulnerabilità, se orientata ad aumentare la tracciabilità dei prodotti lungo la catena del valore.

Anche se le imprese sembrano riluttanti a divulgare le informazioni, temendo che la pratica possa minare il loro vantaggio competitivo, le informazioni su ogni fase della produzione aiutano le imprese a ridurre la loro dipendenza da singoli collegamenti, riducendo l’impatto di imprevedibili strozzature sia nella fornitura di prodotti necessari per le loro attività che nella possibilità di collocare le loro merci sul mercato.

Foto di copertina EPA/JUSTIN LANE