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Documento pluriennale

Difesa 2021-2023: cyber, spazio e slancio interforze

17 Ago 2021 - Elio Calcagno - Elio Calcagno

Il ministero della Difesa ha pubblicato il Documento programmatico pluriennale 2021-2023 (Dpp), nel quale si definiscono le priorità di investimento e sviluppo dell’apparato militare italiano. Tra i vari elementi di un Dpp molto denso, quattro sono particolarmente rilevanti.

Una significativa novità è certamente l’inclusione di spazio e cyber come nuovi domini operativi, descritti dal documento come “abilitanti strategici trasversali” e potenziali fonti di minacce. La Difesa italiana si adegua dunque formalmente alla suddivisione dei domini operativi definita dalla Nato tra il 2016 e il 2019.

Domini trasversali
Gli ultimi attacchi cibernetici ai danni dei sistemi informatici della Regione Lazio, hanno ulteriormente dimostrato anche in Italia come un attacco nel dominio cyber possa facilmente colpire vari aspetti della sicurezza nazionale.

In questo contesto, la Difesa si impegna a rafforzare la protezione delle proprie reti e sistemi, mentre annuncia che tutti i nuovi sistemi e applicazioni interforze dovranno rispondere sia alle “misure minime di sicurezza” che al concetto di “Security-by-design”. È poi essenziale, secondo il Dpp, incentivare lo sviluppo e l’adozione di DefenseCloud e Artificial Intelligence.

Il rilievo dato a questi elementi, primo fra tutti il Defense Cloud per il quale sono stati stanziati 90,7 milioni da entro qui al 2035, rientra nella volontà della Difesa di realizzare livelli tali di interconnessione digitale tra le varie forze da permettere ai loro vertici di concepire ogni operazione come joint by design, incrementando così le capacità di comando e controllo interforze e favorendo la superiorità informativa e decisionale.

Per quel che riguarda il dominio spaziale, la Difesa mira ad acquisire “un apprezzamento adeguato” delle minacce da e verso lo spazio ma anche la capacità di sfruttare le opportunità che esso offre allo strumento militare. In questo contesto rientrano il programma di ammodernamento della capacità Space Situational Awareness/Space Surveillance& Tracking (Sssa/Sst) e l’acquisto di nuovi ricevitori per la costellazione Galileo.

In quanto domini trasversali, sia il dominio spaziale sia quello cibernetico sono stati collocati formalmente in un ambito interforze, tanto che la Difesa ha da poco annunciato che il Comando Operativo Interforze (Coi) diventa a tutti gli effetti Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi), ponendo sotto la sua catena di comando il Comando per le Operazioni in Rete (Cor), il Comando per le Operazioni Spaziali (Cos) e il Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (Cofs).

Un fulcro Mediterraneo allargato
Il nuovo Dpp identifica esplicitamente le aree geografiche dove la Difesa concentrerà le sue energie nei prossimi anni. Si prevedono crescenti sforzi nel Mediterraneo allargato, vero e proprio fulcro operativo per l’Italia. Un occhio di riguardo viene dato al Mediterraneo orientale e centrale, dove la Difesa si impegna a mantenere una presenza “visibile” e volta a sostenere gli sforzi politici e diplomatici del Paese, anche se in modo “prudente e discreto” fra dispute territoriali, flussi migratori e crisi libica.

Si nota l’assenza dell’Indo-Pacifico come teatro d’interesse, nonostante il Consiglio dell’Unione europea abbia da poco approvato una strategia Ue proprio su questa regione, prendendo atto dell’importanza di una presenza navale europea significativa in loco. Tale decisione da parte della Difesa denota probabilmente un approccio più realistico, motivato dal desiderio di focalizzare le risorse del Paese sulla regione dove l’Italia può proteggere i suoi interessi più diretti, e dove si concentrano quasi tutte le missioni internazionali alle quali partecipano i militari italiani.

Continua il rinnovamento delle Forze Armate
Il Documento individua inoltre priorità ed esigenze operative per i domini tradizionali (aereo, marittimo e terrestre). Per quello aereo, si prevede inter alia il potenziamento delle capacità di sorveglianza e della difesa antiaerea e missilistica. La componente aerospaziale viene inoltre incaricata di “trainare l’incremento delle capacità operative della Difesa nello spazio”.

Per il dominio marittimo, si punta tra l’altro a sviluppare la capacità anfibia, e allo sviluppo ed acquisizione di un nuovo munizionamento di precisione a lunga gittata. Infine, per il dominio terrestre il Dpp si impegna al rinnovamento e ammodernamento delle forze medie e pesanti ma anche allo sviluppo di una capacità di comando e controllo che sia integrabile in un contesto multinazionale e interforze.

Cooperazione Italia-Regno Unito e Tempest
Ferma restando la continuità degli impegni nelle due dimensioni europea e Nato, da notare come il Documento dedica particolare attenzione alla partnership con il Regno Unito, con il quale l’Italia condivide quest’anno compiti importanti sullo scenario diplomatico internazionale dalla Cop-26 (presieduta congiuntamente) a G20 e G7 (il primo sotto guida italiana, il secondo britannica).

La Difesa sottolinea l’importanza di definire i rapporti post-Brexit, specialmente nell’ambito industriale dove i due Paesi sono coinvolti insieme in vari programmi nel settore aeronautico, elicotteristico, missilistico ed elettronico. Primo fra tutti il programma Tempest per un nuovo caccia di sesta generazione. Dopo alcuni mesi di incertezze riguardo alla portata economica del coinvolgimento italiano, il Documento stabilisce che questo consisterà inizialmente in 2 miliardi di euro nell’arco di 15 anni. Un impegno finanziario comparabile a quello britannico e che permetterà all’Italia con la sua industria di assumere ruoli di rilievo all’interno del programma.

Foto di copertina ANSA/GIUSEPPE LAMI