IAI
Food Systems pre-Summit

La responsabilità del G20 per sistemi alimentari più sostenibili

26 Lug 2021 - Daniele Fattibene - Daniele Fattibene

Il pre-vertice del Food Systems Summit a Roma rappresenta un punto di svolta in un anno davvero cruciale per la nutrizione e un momento importante per riflettere sugli impatti che il Covid-19 ha avuto sulla sicurezza alimentare e la nutrizione e per identificare soluzioni che assicurino una ripresa rapida ed uno sviluppo davvero sostenibile nel lungo periodo.

Come mostra il recente State of Food Security and Nutrition in the World, nel 2020 tra 720 e 811 milioni di persone nel mondo hanno sofferto la fame (161 milioni in più rispetto al 2019), mentre circa 3 miliardi di persone continuano a non aver accesso a diete sane e nutrienti.

La pandemia da malnutrizione
In un recente studio condotto dallo IAI in collaborazione con Action Global Health Advocacy Partnership, si è analizzato il tema dell’impatto della pandemia sulla (mal)nutrizione, provando ad individuare una serie di iniziative che la presidenza italiana del G20 potrebbe mettere in atto per contrastare il fenomeno a livello mondiale. La pandemia ha smascherato le debolezze strutturali di filiere alimentari sempre più globalizzate, esponendo le categorie più fragili della popolazione (i bambini, le donne, gli anziani, gli sfollati, i lavoratori informali, i migranti) a diverse forme di insicurezza alimentare.

Promuovere sistemi alimentari più sostenibili e lottare contro la malnutrizione è una sfida complessa che richiede un approccio multi-settoriale ed orizzontale che sia in grado di coinvolgere una molteplicità di attori a livello internazionale, nazionale e locale. Il cibo è infatti la prima medicina per sostenere i nostri ecosistemi, supportare la crescita delle nostre comunità e ridurre le disuguaglianze. In questo contesto, è fondamentale evitare di ripetere gli stessi errori commessi durante la crisi alimentare del 2008-2009, quando l’aumento dei prezzi di numerose derrate alimentari ha fatto scivolare diverse regioni del mondo in situazioni di estrema fragilità.

La responsabilità di proteggere
A livello mondiale, il fardello della malnutrizione non è distribuito in maniera equa, dal momento che mentre i Paesi del G20 soffrono prevalentemente a causa di alti tassi di sovrappeso e obesità (con punte superiori al 70% per gli adulti statunitensi e al 60% per gli australiani), moltissimi Paesi che non fanno parte di questo gruppo sono invece esposti alla fame ed alla insicurezza alimentare. Inoltre, i sistemi alimentari dei Paesi del G20 generano circa il 75% delle emissioni di anidride carbonica consentite dagli accordi di Parigi e questo mette estremamente a rischio il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda climatica globale.

I Paesi del G20 hanno quindi una grande responsabilità nel creare sistemi alimentari più equi e sostenibili. Le economie del G20 producono fino all’80% dei cereali nel mondo e detengono una quota simile delle esportazioni alimentari globali. Pertanto le decisioni prese dai paesi del G20, sia singolarmente che come collettivo, sono davvero cruciali per promuovere una crescita agricola sostenibile, sostenere la lotta alla malnutrizione e creare società più eque e resilienti. Promuovere diete sostenibili è poi fondamentale per prevenire la malnutrizione e le malattie non trasmissibili, dal momento che cattive abitudini alimentari contribuiscono a circa 9 milioni di morti premature ogni anno, ossia la metà di tutti i decessi per malattie cardiovascolari.

Raccomandazioni per la presidenza italiana
Lo studio individua una serie di raccomandazioni per i Paesi del G20, tra cui la necessità di assicurare le necessarie risorse finanziarie per contrastare la malnutrizione. La Banca mondiale ha stimato che oltre ai 7 miliardi di dollari Usa all’anno che erano già necessari per sradicare la malnutrizione, a causa della pandemia sarebbero necessari altri 1,2 miliardi di dollari aggiuntivi ogni anno. Per questo, oltre alle iniziative di sospensione del debito dei paesi più vulnerabili già promosse (come la Debt Service Suspension Initiative), il G20 dovrebbe lanciare misure ancora più coraggiose di capitalizzazione o conversione del debito che consentano a tutti di avere accesso a cibo sano e nutriente.

Occorre poi raggiungere un accordo a livello globale per ridistribuire i sussidi agricoli verso forme di produzione ecologicamente meno impattanti ed eliminare quei sussidi che promuovono alimenti poco salutari. Infine, lo studio suggerisce che la presidenza italiana costruisca un dialogo strutturato con le future presidenze indonesiana e indiana per promuovere tra i Paesi del G20 un approccio olistico alla nutrizione, per esempio creando gruppi di lavoro tematici e interministeriali tra i ministri delle Finanze, dell’Agricoltura, dello Sviluppo e della Salute.

Il G20 deve garantire una leadership collettiva e promuovere un approccio condiviso e inclusivo con tutti gli attori pubblici e privati coinvolti in questi processi. In questo senso, tanti sono gli appuntamenti cruciali per la sicurezza alimentare e la nutrizione previsti per il 2021. Tra questi, non solo il summit finale di ottobre, ma anche la recente Dichiarazione di Matera, attraverso cui la presidenza italiana ha proposto agli altri membri del G20 di aderire alla cosiddetta Food Coalition, un’iniziativa guidata dalla Fao e che mira a lanciare una serie di interventi in numerosi paesi del mondo volti non solo a contrastare gli effetti immediati del COVID-19 sulla nutrizione, ma soprattutto a porre le basi per uno sviluppo sostenibile di lungo periodo.

Inoltre, la presidenza italiana dovrà operare per far sì che le decisioni prese in sede di G20 siano coerenti con quelle che caratterizzeranno altri appuntamenti cruciali come l’UN Food Systems Summit di settembre, la Cop15 sulla biodiversità e la Cop26 di Glasgow di ottobre e soprattutto il Nutrition for Growth Summit di Tokyo del prossimo dicembre. Garantire una comunità di intenti e un coordinamento degli interventi sarà fondamentale per assicurare le giuste risorse finanziarie e politiche per sradicare la fame e non lasciare nessuno indietro.

Foto di copertina EPA/ADI WEDA