In Bulgaria le nuove elezioni non risolvono lo stallo parlamentare
La vittoria di C’è una Nazione (Itn) non è sufficiente per formare una nuova maggioranza parlamentare in Bulgaria: serve una coalizione di governo, ma il Partito Socialdemocratico Bulgaro (Bsp) non sostiene il leader di Itn, il presentatore tv Slavi Trifonov.
Domenica 11 luglio si sono svolte le elezioni parlamentari in Bulgaria per eleggere la nuova Assemblea Nazionale unicamerale. Tuttavia, i risultati dei giorni scorsi non si discostano particolarmente da quelli delle elezioni del 4 aprile scorso, in cui il partito vincitore, Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria (Gerb), non era riuscito né a raggiungere la maggioranza per governare a formare una coalizione.
La risicata vittoria di Trifonov
Sebbene il partito dell’ex Primo ministro Boyko Borissov e la forza anti-establishment C’è una Nazione abbiano condotto la campagna elettorale su tematiche e proposte completamente divergenti, il conteggio delle preferenze è stato un testa a testa fino all’ultimo voto. Secondo quanto riportato da Politico.eu, sul totale degli elettori che si sono recati alle urne, il 24,1% ha votato per C’è una Nazione, mentre il 23,5% per Gerb. Di conseguenza, anche se la vittoria numerica è da attribuire al partito di Slavi Trifonov, non ci sono i numeri per una maggioranza di governo. Perde consensi anche il Partito Socialdemocratico Bulgaro, che si ferma al 13,4% (alle elezioni di aprile si era attestato al 15%).
Per poter formare un esecutivo in autonomia, Trifonov avrebbe quindi bisogno di formare una coalizione con gli altri partiti anti-establishment entrati in Parlamento, dal momento che il Bsp ha negato qualsiasi forma di sostegno a C’è una Nazione. I restanti partiti di opposizione presenti già nella precedente legislatura e avversari del governo guidato da Borissov sono: Bulgaria democratica (12,6%), Movimento dei diritti e delle libertà (10,7%) e ‘Stand up! Mafia fuori!” (5%).
Il conteggio finale dei voti, però, si tradurrebbe in un massimo di 60 deputati per Itn all’interno di un Parlamento composto da 240 membri. Anche nell’eventualità di un supporto dei partiti di “protesta” per formare un governo, a Trifonov mancherebbero comunque una decina di parlamentari per superare la soglia di maggioranza, fissata a 121 seggi.
Nessuna coalizione in vista
Tuttavia, nonostante la necessità di un nuovo governo, il leader di C’è una Nazione non sembra intenzionato a formare una coalizione multipartitica. Al contrario, ha presentato una lista di possibili ministri, con l’obiettivo di formare un governo di minoranza soltanto con rappresentanti del suo partito.
Nella lista spiccava fino a poche ore fa come proposta per il ruolo di primo ministro Nikolay Vassilev, già vicepremier e ministro dell’Economia nel 2001, dal momento che Trifonov aveva escluso ogni suo coinvolgimento diretto nel governo. Radi Naydenov e Lyubomir Datsov invece, sarebbero stati proposti rispettivamente per il ministero degli Esteri e dell’Economia.
Trifonov ha giustificato la sua scelta di un governo di minoranza facendo appello ai tre partiti anti-establishment che hanno beneficiato della crescente sfiducia di parte della popolazione verso Borissov, dettata dai numerosi scandali di corruzione e agli scontri dell’estate 2020. Ma adesso il leader di Itn sarebbe pronto a fare sul serio e ad aprire un negoziato che comincia dal ritiro del nome di Vassilev.
Lo spettro di nuove elezioni
Borissov, che è stato in carica per la maggior parte dell’ultimo decennio, ha espresso il suo disappunto sulla proposta di un governo di minoranza da parte di Trifonov. L’ex premier ritiene infatti che il leader di Itn in realtà non sia veramente intenzionato a formare un esecutivo funzionante. Al contrario, Borissov sospetta che il tentativo di Trifonov di avanzare una lista di nomi per un nuovo governo non sia altro che un espediente per indire nuove elezioni in autunno.
In un’intervista riportata da Reuters Borissov ha concluso l’intervento commentando: “Tra solo un mese inizieranno i dibattiti per il bilancio del prossimo anno. Come farà a soddisfare ogni partito?” Nel contempo, Borissov ha detto di essere pronto a rimanere all’opposizione e non si aspetta di formare una coalizione funzionante qualora gli arrivasse un mandato esplorativo dal presidente della Repubblica Rumen Radev.
Come previsto dalla Costituzione, infatti, dopo l’insediamento del nuovo Parlamento il presidente Radev darà al partito che ha ottenuto più voti la prima possibilità di formare un governo. Nel caso in cui C’è una Nazione non fosse in grado di esprimere un governo sostenuto dal Parlamento, Radev ha sia la possibilità di attribuire un mandato esplorativo al secondo partito in carica (Gerb) sia di indire nuove elezioni.
L’ipotesi di giungere a una terza tornata elettorale in autunno, dopo quelle fallimentari di aprile e luglio, presuppone un’elezione ravvicinata con la scelta del presidente della Repubblica, da effettuarsi entro fine novembre. Non sono mai state registrate elezioni presidenziali e parlamentari a meno di sei mesi l’una dall’altra, né si sono mai svolte in contemporanea. Tale possibilità potrebbe creare non solo un precedente, ma anche alimentare ulteriori tensioni.
A cura di Letizia Storchi, autrice Europa de Lo Spiegone
Foto di copertina EPA/VASSIL DONEV
***Lo Spiegone è una testata giornalistica formata da studenti universitari e giovani professionisti provenienti da tutta Italia e sparsi per il mondo con l’obiettivo di spiegare con chiarezza le dinamiche che l’informazione di massa tralascia quando riporta le notizie legate alle relazioni internazionali, della politica e dell’economia.