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Le nuove misure in Francia

Il 14 luglio di Macron: la guerra al virus non è ancora vinta

14 Lug 2021 - Alberto Toscano - Alberto Toscano

PARIGI “Vous êtes 792 339 à avoir reçu une injection ce jour : record battu. Cet élan doit encore s’amplifier et se poursuivre dans les semaines qui viennent“, è il tweet del primo ministro Jean Castex per fare (con entusiasmo) i primi conti della reazione dei francesi al discorso presidenziale del 12 luglio: quasi 800 mila vaccinazioni in un solo giorno.

Il presidente Emmanuel Macron ha fatto tre annunci fondamentali in quel suo intervento radiotelevisivo: obbligo vaccinale per il personale medico, green pass come condizione per entrare in una serie di luoghi pubblici e rinvio di fatto (anche se non è ancora ufficialmente decretato) della riforma pensionistica. Questi tre annunci sono più o meno direttamente legati alla quarta ondata della pandemia di Covid, che secondo il ministro della Salute, Olivier Veran, è già in atto a causa della variante Delta. In questo contesto di guerra alla malattia, Macron ha percorso gli Champs-Elysées su una jeep scoperta tra le truppe a cavallo della Garde Républicaine prima di assistere alla parata militare di questo 14 luglio. L’atmosfera è quella della mobilitazione nazionale. La guerra al Covid non è ancora vinta.

L’obbligo vaccinale per il personale della sanità
Il discorso radiotelevisivo del 12 luglio è stato senza dubbio uno dei più riusciti della presidenza Macron, iniziata nel maggio 2017. L’inquilino dell’Eliseo è riuscito a parlare con autorevolezza e pedagogia, rivelandosi efficace nel dare ai connazionali le informazioni e gli annunci a proposito della lotta alla pandemia. In primo luogo è ormai chiaro che – sul modello di quanto in atto in Italia – il personale sanitario deve essere vaccinato se vuole continuare a svolgere le proprie mansioni. Quattro milioni di francesi saranno obbligati, a partire dal prossimo 15 settembre, ad aver completato il ciclo vaccinale se vorranno continuare a svolgere le proprie mansioni negli ospedali pubblici, nelle case di riposo (Ehpad, établissements d’hébergement pour personnes âgées dépendantes), tra i pompieri e anche in quanto infermieri, medici e chiropratici indipendenti.

Negli ultimi tempi l’esperienza italiana sull’obbligo vaccinale nel settore sanitario (decreto legge entrato in vigore in aprile e poi convertito in legge dal Parlamento) è stata osservata con grande attenzione dal governo come dai media francesi, che l’hanno considerata esemplare per l’Europa intera. La scelta di Macron a questo riguardo si colloca dunque nella scia di quanto precedentemente deciso dal presidente del consiglio Draghi e dal ministro Speranza.

L’estensione del pass sanitario
Per il green pass, che in Francia si preferisce chiamare pass sanitaire, Macron si propone a sua volta come esempio europeo annunciando misure drastiche per limitare alle persone vaccinate l’accesso ai mezzi di trasporto e in generale ai luoghi chiusi in cui siano (o possano essere) presenti più di cinquanta persone. Il principio di questa disposizione è accolto con favore dall’opinione pubblica, ma è vivacemente contrastato dalla minoranza no-vax, sempre più ristretta e sempre più combattiva. Il quotidiano Le Figaro, che certo non può essere considerato come uno strumento della comunicazione presidenziale, ha sollecitato i propri lettori a rispondere via internet alla domanda: “Bar, ristoranti, luoghi di cultura: siete favorevoli all’estensione del pass sanitario?”. In pratica hanno chiesto ai lettori di questo giornale di centrodestra un’opinione sulla decisione appena annunciata da Macron. Risultato: oltre duecentomila risposte, di cui 64% favorevoli.

Al tempo stesso ci si rende conto delle difficoltà connesse all’applicazione estensiva e rigida del green pass. C’è un problema di tempi della vaccinazione. Chi riuscisse a fare oggi la prima dose, dovrebbe comunque attendere varie settimane per avere la seconda e poi altro tempo prima di avere in tasca (o sullo smartphone) il prezioso documento. Intanto il periodo delle ferie sarà passato. Un altro problema riguarda i controlli, per esempio per entrare in un ristorante: da chi, come e con quale autorità verranno effettuati? I ristoratori, già costretti a una nutrita serie di adempimenti, esitano nel diventare i “poliziotti anti-Covid“.

Queste e altre considerazioni spiegano la cautela francese nella prevista applicazione delle misure sul green pass annunciate da Macron. Cautela nelle date, da scaglionare nel tempo. Cautela nel rigore, visto che ci saranno eccezioni e che si userà forse un occhio di riguardo verso chi abbia fatto la prima dose o possa almeno dimostrare d’aver prenotato il vaccino. E cautela sul piano legislativo, visto che l’argomento si rivela più complesso di quanto alcuni pensassero nelle ore immediatamente seguenti l’annuncio presidenziale. La direzione è senza dubbio quella dell’estensione del green pass. Per il resto molto dipenderà dalla gravità dell’emergenza legata alla quarta ondata. Al di là delle affermazioni di principio, il “modello francese” sul green pass si preciserà e si costruirà giorno dopo giorno.

Foto di copertina EPA/LUDOVIC MARIN / POOL