Clima: con il pacchetto “Fit for 55” l’Ue passa dalle parole ai fatti
Questa settimana la Commissione europea ha pubblicato il pacchetto “Fit for 55”, attraverso il quale l’Ue intende passare dalla teoria alla pratica. Il pacchetto è stato adottato dall’Unione per rendere le politiche in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti e fiscalità idonee a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.
Appare ulteriormente chiara la volontà delle istituzioni europee di allineare la legislazione comunitaria agli obiettivi climatici contenuti nel Green Deal. Obiettivi resi vincolanti dalla legge europea sul clima approvata il 28 giugno scorso.
Il pacchetto contiene ben undici tra proposte di revisione di regolamenti, direttive esistenti e nuove iniziative legislative per trasformare radicalmente all’insegna dell’ambiente la nostre società ed economie. I dettagli del maxi-piano dell’esecutivo Ue sono stati definiti nelle ultime ore prima dell’annuncio e hanno anche fatto segnare una spaccatura all’interno della Commissione, con un voto contrario (quello dell’austriaco Johannes Hahn) e una serie di riserve espresse da vari esponenti dell’esecutivo Ue.
Inizia però così l’iter legislativo, con le proposte che dovranno passare prima per il vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio e poi per i negoziati interistituzionali (i cosiddetti triloghi) per la definizione del testo di compromesso e la seguente approvazione. Le prime approvazioni dovrebbero arrivare fra l’ultimo trimestre del 2022 e il primo trimestre del 2023.
Altre due proposte definitive di revisione facenti parte di “Fit for 55” (una riguardante l’Hydrogen and Decarbonised Gas Package e l’altra l’Energy Performance of Buildings Directive, Epbd) non rientravano in questa tornata e verranno presentate dalla Commissione soltanto a fine 2021.
Le misure previste
Le proposte contenute nel pacchetto toccano diversi punti, presentando nuove prospettive. Il primo punto prevede una revisione dell’EU Emissions Trading System (Ets), ampliando il campo di applicazione del sistema di scambio di quote di emissione, assicurandone un prezzo progressivamente più alto, per incentivare un consumo efficiente di energia e investimenti in energia pulita. L’estensione del sistema Ets riguarderà il trasporto marittimo, il trasporto pesante su strada e gli edifici.
Previste anche le revisioni dell’Effort Sharing Regulation (Esr) e dell’Energy Tax Directive (Etd). Per quanto riguarda il primo, l’obiettivo è di aggiornare i target di riduzione delle emissioni da parte degli Stati membri nei settori non coperti dall’Ets per renderli compatibili con i nuovi target climatici dell’UE. Per il secondo invece l’obiettivo è di armonizzare la tassazione dell’energia all’interno dell’Ue e a rendere compatibile la tassazione energetica ai nuovi target climatici, con una progressiva eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili. Quest’ultima parte dovrà essere approvata all’unanimità, essendo sottoposta a iter legislativo speciale.
Ulteriori revisioni vengono proposte al Renewable Energy Directive II (Red II), al Energy Efficiency Directive (Eed). Per il Red II l’obiettivo è facilitare l’installazione e l’integrazione nel sistema di nuova capacità da fonti rinnovabili. Si punta al 38-40% di fonti rinnovabili sui consumi finali di energia al 2030, oltre ad una serie di target settoriali. Per l’Eed si vogliono invece favorire misure per l’efficientamento energetico e ad aumentare i target di efficienza energetica (si punta al 36-37% nei consumi finali di energia e al 39-41% nei consumi primari di energia al 2030), in linea con la strategia della “Renovation Wave”.
Altre modifiche vengono suggerite sulla direttiva sull’infrastruttura per i carburanti alternativi (Dafi), che si propone di trasformare in regolamento: lo scopo è di allineare le modalità di realizzazione delle infrastrutture per i combustibili alternativi (e i requisiti minimi per la costruzione di tali infrastrutture) ai nuovi target climatici e agli sviluppi tecnologici nel campo dei carburanti alternativi.
Da rivedere anche il regolamento sugli standard emissivi di CO2 per autovetture e furgoni e il Lulucf (Land Use, Land Use Change, and Forestry – Uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura). Per quanto riguarda il primo, l’obiettivo è quello di allineare la normativa ai nuovi obiettivi climatici dell’Ue con target precisi e una data ultima per l’adeguamento dei nuovi veicoli immatricolati, incanalando gli investimenti necessari nei veicoli a zero emissioni aumentandone la loro diffusione sul mercato. Per il secondo si vuole invece aggiornare ai nuovi obiettivi climatici dell’Ue il regolamento Lulucf, che obbliga gli Stati a garantire che le emissioni derivanti dall’uso del suolo, dal cambiamento dell’uso suolo e dalla silvicoltura siano compensate da un uguale assorbimento di CO₂ dall’atmosfera.
Gli ultimi punti prevedono invece l’introduzione del Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam) e dei nuovi regolamenti ReFuelEU Aviation e FuelEU Maritime. Il Cbam, un nuovo prelievo sul carbonio alla frontiera, mira a contrastare il rischio di carbon leakage, ossia la delocalizzazione di industrie inquinanti verso Paesi con leggi climatiche permissive in un quadro di progressivo aumento di prezzi della CO2 entro i confini europei. Il ReFuelEU Aviation obbliga i fornitori di carburante destinato agli aerei che si riforniscono in aeroporti localizzati sul territorio dell’Ue a miscelare con livelli crescenti di carburante sostenibile (inclusi carburanti sintetici a basso contenuto carbonico, noti come e-fuels). Il FuelEU Maritime mira a stimolare l’adozione di carburanti marittimi sostenibili e tecnologie a zero emissioni, stabilendo un limite massimo sul contenuto di gas serra delle fonti energetiche usate dalle navi che approdano nei porti dell’Ue.
Le dichiarazioni
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha elogiato le proposte fatte, dichiarando che “l’economia dei combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti“. “Vogliamo lasciare alla prossima generazione un pianeta sano, buoni posti di lavoro e una crescita che non danneggi la nostra natura. Il Green Deal europeo è la nostra strategia di crescita che si sta muovendo verso un’economia decarbonizzata”, ha chiosato.
Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal Frans Timmermans ha aggiunto che “Questo è il decennio decisivo nella lotta contro le crisi del clima e della biodiversità” e che le proposte della Commissione “stimoleranno i cambiamenti necessari, consentendo a tutti i cittadini di sperimentare i benefici dell’azione per il clima il prima possibile”.
Foto di copertina EPA/STEPHANIE LECOCQ