Buon compleanno Istituto Affari Internazionali
Giovedì 8 luglio l’Istituto Affari Internazionali ha celebrato il suo 55esimo compleanno (che in effetti cadeva l’anno scorso, ma che non si é potuto festeggiare per l’emergenza Covid-19), e il trasferimento nella nuova sede di via dei Montecatini.
Sono per l’Istituto due occasioni importanti, che hanno coinciso con una parziale e prudente riapertura ai contatti e agli eventi in presenza. Una circostanza che ci ha consentito di organizzare un evento in presenza, sia pure con tutte le precauzioni del caso, offrendo così l’occasione di far visitare la nuova sede agli invitati. Anche se, per rispettare le regole in materia di contenimento dei contagi, abbiamo dovuto selezionare fra i tanti amici e soci dell’Istituto che avremmo potuto e voluto avere con noi in questa occasione.
Dal 1965 ad oggi, l’Istituto è cresciuto e si è sviluppato enormemente. È cresciuto l’organico dei ricercatori, è cresciuto il numero dei soci individuali e collettivi che sostengono l’Istituto, si è ampliato il numero dei programmi e delle aree di ricerca, è cresciuta e si è diversificata la gamma dei prodotti editoriali ed è aumentato il bilancio e si sono diversificate le fonti di finanziamento. Anche il numero dei servizi offerti dell’Istituto è cresciuto e si è costantemente aggiornato.
Ma è rimasta costante l’ispirazione che era stata all’origine dell’idea di creare l’Istituto Affari Internazionali: realizzare un centro indipendente di riflessione e ricerca, impegnato sui temi della politica internazionale, con una vocazione a sostegno della costruzione europea, dell’atlantismo, del multilateralismo, della pace, della sicurezza e della democrazia.
In coerenza con questa missione l’Istituto ha rigorosamente conservato la sua natura di ente privato senza scopo di lucro, geloso della propria indipendenza e autonomia di giudizio quali condizioni di prestigio e autorevolezza. Il sostegno dei nostri soci, individuali e collettivi, è per l’Istituto una garanzia di questa indipendenza.
Ed è grazie a questo sostegno che oggi le nostre attività spaziano dalla ricerca, alla divulgazione, alla comunicazione, e più di recente anche alla formazione; e coprono svariate aree geografiche e tematiche, con l’obiettivo di promuovere e diffondere una conoscenza approfondita delle tematiche internazionali, presso un un pubblico sempre più vasto e sempre più giovane.
L’evento dell’8 luglio è stato anche l’occasione per un confronto sulle sfide che l’Europa e l’Italia dovranno affrontare nel contesto di quella che ci auguriamo dovrebbe essere una progressiva uscita dalla emergenza provocata dal Covid.
Un contesto ricco di sfide ma anche di opportunità, come spesso accade quando si tratta di programmare una exit strategy da una situazione di crisi non prevista e di dimensioni epocali. Un contesto in cui l’Europa, che ha gestito in maniera rapida ed efficace questa crisi, dovrà dimostrare di essere ugualmente in grado di affrontare le sfide e le incognite del dopo emergenza
Sul piano interno con un più efficace governo dell’economia, della finanza e della moneta comune, con risultati concreti sulla transizione energetica e su quella digitale, con un recupero di sovranità europea sulle tecnologie di punta. E sul piano internazionale con una ritrovata capacità di svolgere un ruolo all’altezza delle proprie responsabilità.
Ma un contesto nel quale numerose e complesse saranno anche le sfide per il nostro Paese: il successo del Pnrr, e la realizzazione dei numerosi progetti individuati in quel Piano, ma anche le riforme che dovrebbero accompagnarlo (giustizia, pubblica amministrazione, scuola, concorrenza), una ripresa economica solida e sostenibile, il necessario recupero di competitività, e un programma di modernizzazione complessiva del sistema Paese che coinvolga regole, istituzioni, e mondo delle imprese.
Il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, e il ministro delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, hanno accettato il nostro invito e sono intervenuti personalmente malgrado una imprevista convocazione di un Consiglio dei Ministri. A loro vorrei esprimere, anche in questa sede, la nostra gratitudine per questa testimonianza di sostegno nei confronti dell’Istituto.
Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, e Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo (due tra i principali gruppi industriali italiani che sono anche due importanti soci e partner dell’Istituto) hanno contribuito con il loro punto di vista ad una articolata riflessione sul tema delle sfide per l’Europa e per l’Italia in questa congiuntura.
Ed infine i direttori di tre fra i più importanti think tank europei, Thomas Gomart, dell’Institut français des relations internationales, Robin Niblett, di Chatham House, e Catryin Cluver Ashbrook, del Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik nostri interlocutori e nostri partners in numerosi progetti, hanno testimoniato dello stato del dibattito sulle situazione interna e sul futuro dell’Europa in Francia, Germania e Regno Unito.
Infine vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutta “la squadra” dell’Istituto per il lavoro straordinario di questi anni. È grazie all’impegno di tutti e di ciascuno che oggi lo IAI ha consolidato in Italia e in Europa una posizione di grande e riconosciuto prestigio, e può guardare al futuro con fiducia e ottimismo.
Per celebrare il 55esimo anniversario dello IAI e l’inaugurazione della nuova sede, l’Istituto Affari Internazionali ha ospitato la conferenza “Italy, Europe and The World: Revival and Transition”: trovate tutto sul sito dello IAI, appena rinnovato.