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Osservatorio IAI-ISPI

Relazioni Ue-Russia: il ritorno alla “normalità” è lontano

23 Giu 2021 - Nona Mikhelidze - Nona Mikhelidze

Le relazioni tra Bruxelles e Mosca sono ridotte ai minimi termini. A fronte dell’annessione della Crimea e del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, l’Unione europea ha imposto alcune sanzioni settoriali contro la Russia e ha sospeso i colloqui bilaterali in materia di liberalizzazione dei visti. Inoltre, tutte le piattaforme settoriali di dialogo sono state congelate. Si tengono incontri occasionali su temi commerciali e politici, ma con scarsi risultati. I cinque principi che guidano le relazioni con la Russia hanno rafforzato lo status quo senza portare ad alcuna svolta nelle relazioni.

Questo si deve al fatto che Bruxelles si è sempre avvicinata a Mosca sulla base e nei termini di ciò che sarebbe stato auspicabile nel quadro delle relazioni bilaterali, piuttosto che in considerazione di ciò che era/è possibile raggiungere a partire dalle condizioni e restrizioni esistenti. La pia illusione di un possibile dialogo ha prevalso sul riconoscimento delle persistenti divergenze tra le due parti.

Nel corso degli anni, la Russia ha dimostrato di non essere pronta ad avvicinarsi all’Ue in modo strategico. L’imbarazzo diplomatico durante il viaggio dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Ue a Mosca, a inizio febbraio, ne è stata la prova: Josep Borrell, conciliante e desideroso di intraprendere un dialogo, è stato accolto con disprezzo e persino con ostilità dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Per giunta, lo stesso giorno della visita la Russia ha espulso alcuni diplomatici dalle ambasciate di Germania, Svezia e Polonia.

Prospettive divergenti
Prima di ridefinire gli eventuali interessi comuni, si dovrebbe riconoscere il persistere di prospettive divergenti dell’Ue e della Russia su almeno tre questioni fondamentali:

  • Divergenze valoriali. La forma di governo autoritaria russa (che ultimamente si sta trasformando in un governo dittatoriale) è sempre più in contrasto con il liberalismo occidentale e con i valori universali. Le azioni del Cremlino a livello internazionale rimangono in conflitto con quello che dall’Ue è visto come un modello di sostegno a un ordine internazionale basato su regole. Queste divergenze valoriali risultano essere una particolare fonte di tensione.
  • Status e futuro geopolitico indefiniti del vicinato comune post-sovietico. Anche se le istituzioni euro-atlantiche non offrono una prospettiva di adesione all’Ucraina e/o alla Georgia, vi è comunque consenso in Occidente in merito all’intenzione di sviluppare relazioni politiche ed economiche con questi Paesi. La Russia sembra interpretare l’impegno occidentale con i suoi vicini come una forma di ingerenza di interessi particolari nella sfera d’influenza russa. Insieme all’Ucraina e alla Georgia, ultimamente anche la Bielorussia è diventata un’area di scontro tra Bruxelles e il Cremlino: da un lato, l’Ue non ritiene le elezioni libere e giuste e, conseguentemente, ha rifiutato di riconoscere Aleksandr Lukashenko come presidente legittimo della Bielorussia; dall’altro, Mosca si è schierata con il dittatore rafforzandone il potere.
  • Opinioni contrastanti sul sistema di sicurezza euro-atlantico. L’Occidente vuole preservare il sistema basato sulla Carta delle Nazioni Unite, che è sempre più in contrasto con il tentativo russo di preservare la propria influenza nello spazio post-sovietico e di pretendere di avere una sorta di potere di veto sulle attività dell’Ue e della Nato in questa regione.

La posizione della Nato
Nel frattempo, l’Alleanza Atlantica sembra aver riconosciuto tutte le divergenze sopra descritte tra l’Occidente e la Russia. Il 14 giugno gli Stati membri della Nato hanno pubblicato un comunicato finale del vertice in cui si afferma chiaramente che la Russia, retta da un regime autoritario, è una minaccia per la sicurezza euro-atlantica. Secondo il documento, Mosca – con le sue attività provocatorie, l’accumulo continuo di truppe e mezzi militari in Crimea e il dispiegamento di Forze armate a fianco della Bielorussia – crea instabilità lungo i confini della Nato. Parallelamente, l’Alleanza ribadisce il proprio sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità della Georgia e dell’Ucraina. Infine, dichiara che fino a quando il Cremlino non mostrerà una condotta rispettosa del diritto internazionale, non ci potrà essere ritorno alla “normalità”.

Resta da vedere se le dichiarazioni che seguiranno la prossima riunione del Consiglio europeo del 24-25 giugno saranno in linea con quanto l’Europa ha già affermato nel quadro del vertice della Nato. Intanto nella sua ultima comunicazione del 16 giugno, l’Alto rappresentante dell’Ue Borrell ha riconosciuto che “una stretta cooperazione con la Russia è una prospettiva lontana”. L’Ue deve pertanto essere realistica e prepararsi ad un ulteriore deterioramento delle relazioni con Mosca.

“Respingere, contenere, interagire”
Borrell propone un approccio volto a “respingere, contenere e interagire con la Russia”, ovvero orientato a respingere le violazioni dei diritti umani, contenere i tentativi della Russia di minare gli interessi dell’Ue attraverso attacchi informatici e disinformazione, nonché a rafforzare la sicurezza energetica dell’Europa. Inoltre, la strategia prevede di coinvolgere la Russia in materia di sanità pubblica, cambiamento climatico e agevolazione dei visti al fine di rafforzare i contatti tra le persone. La cooperazione potrebbe essere incentrata anche su questioni di politica estera quali il Medio Oriente, l’accordo sul nucleare iraniano, l’Afghanistan o la Libia.

Il documento che sarà presentato alla prossima riunione del Consiglio europeo si presenta orientativamente come una continuazione di quanto l’Ue si era già impegnata a fare dal 2014, anche perché Borrell non ha fornito le indicazioni operative necessarie a comprendere come l’approccio finalizzato a “respingere, contenere e interagire con la Russia” dovrebbe tradursi in pratica. L’Italia guidata da Mario Draghi sembra essere in linea con la dichiarazione sia della Nato sia dell’Ue.

Al Consiglio europeo dello scorso maggio il premier aveva denunciato il “livello di interferenza allarmante” della Russia in fatto di spionaggio contro Paesi europei e ha invitato l’Ue ad adottare una linea meno ambigua nei confronti del Cremlino.  Senza un forte dose di realismo e altrettanta chiarezza, i rapporti tra Ue e Russia, e più in generale tra Occidente e Russia, si preannunciano incandescenti questa estate.

Questo articolo è stato pubblicato nell’ambito dell’Osservatorio IAI-ISPI sulla politica estera italiana, realizzato anche grazie al sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Le opinioni espresse dall’autore sono strettamente personali e non riflettono necessariamente quelle dello IAI, dell’ISPI o del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.