IAI
Carattere strategico

La nuova corsa allo spazio tra geopolitica e Big Tech

25 Giu 2021 - Alessandro Marrone, Nicolò Russo Perez - Alessandro Marrone, Nicolò Russo Perez

Negli ultimi anni l’uso dello spazio sta acquisendo un carattere sempre più strategico. Due trend in particolare stanno ridisegnando le dinamiche in questo campo: rinnovata competizione geopolitica e crescente ruolo di nuovi attori privati.

Lo spazio è diventato sempre più importante per la vita sociale ed economica sulla Terra, anche a causa della globalizzazione e della rivoluzione digitale. La dipendenza dai servizi di Navigation Position and Timing – forniti perlopiù dal noto GPS – di comunicazione satellitare per soggetti pubblici e privati, di osservazione terrestre, è cresciuta esponenzialmente in tutti i settori, dai trasporti alla scienza, dal campo militare a quello dell’intelligence, e nella vita quotidiana dei cittadini.

L’uso dello spazio costituisce sempre più un fattore abilitante sia dello sviluppo economico e sociale sia della proiezione internazionale di un Paese, compresi gli aspetti di sicurezza e difesa, e gli assetti spaziali a loro volta costituiscono un’infrastruttura critica da proteggere.

Una competizione geopolitica alle stelle
Anche per questo suo crescente carattere strategico, si assiste oggi ad una rinnovata competizione geopolitica proiettata verso lo spazio, che considera il dominio spaziale in un’ottica integrata rispetto sia al cyberspace, sia ai tradizionali domini di azione. La corsa allo spazio di Stati Uniti e Cina può ricordare in qualche modo quella della Guerra Fredda tra Washington e Mosca, dove la posta in gioco è sia lo sviluppo di nuove tecnologie e di una forte base industriale nazionale, sia un primato simbolico e politico per il Paese che diventasse il primo a tagliare nuovi traguardi spaziali, dalla Luna a Marte.

Grande rilievo ha quindi il tema delle alleanze, con gli Stati Uniti impegnati a coinvolgere gli alleati canadesi, europei ma anche giapponesi e di altri Paesi dell’Asia-Pacifico nel progetto Artemis, volto a riportare una presenza umana sulla Luna per ben più del tempo di una passeggiata, mentre Cina e Russia stanno valutando come cooperare sulla nuova stazione orbitale cinese.

In questo contesto, un recente webinar IAI ha evidenziato come la Nato si stia approcciando in modo inedito al settore spaziale. L’alleanza ha definito una propria Space Policy, e ha riconosciuto lo spazio un dominio operativo al pari di quello terrestre, navale, aero o cibernetico, al quale si applica lo stesso principio di difesa collettiva come sancito dal recente summit di Bruxelles.

I giganti del web, il Far West e l’accesso allo spazio
Il secondo trend che sta fortemente influenzando il settore spaziale è nuovo rispetto alla storia dell’esplorazione dello spazio da parte delle agenzie governative. I giganti americani del web, le Big Tech, hanno colto le sinergie tra il settore spaziale e quello digitale, in primis l’importanza delle comunicazioni satellitari per l’accesso ad Internet e quindi ai loro servizi e prodotti, e si sono mosse verso lo spazio mobilitando ingenti risorse. Investitori visionari come Elon Musk hanno fatto un passo ulteriore con SpaceX, portando un’innovazione radicale nell’accesso allo spazio.

Tutto ciò è reso possibile dai recenti progressi tecnologici che permettono una miniaturizzazione crescente dei satelliti a fronte di una maggiore capacità di processare dati, e favoriscono quindi il lancio a costi contenuti di costellazioni senza precedenti piccoli satelliti, specie nell’orbita più vicina alla terra – la Low Earth Orbit (Leo).

Si tratta di una nuova frontiera del mercato che, seppur permessa ed incentivata dal governo di Washington anche per fare leva su investimenti e tecnologie privati nel confronto geopolitico con la Cina, risponde in primo luogo ad una logica di business. E come ogni nuova frontiera rischia di trasformarsi in un Far West, dove in assenza di normative e governance chi si posiziona per primo ottiene una posizione di forza. Ciò è vero in senso non solo metaforico: per quanto immenso lo spazio atmosferico non è infinito, e la Leo sta diventando già affollata di satelliti privati al punto da mettere in dubbio nel medio periodo la disponibilità di rotte libere, ovvero lo stesso accesso allo spazio, specie se il lancio di costellazioni continuerà la sua crescita al ritmo attuale.

I due trend – rinnovata competizione geopolitica nello spazio e crescente ruolo di nuovi attori privati – avranno un impatto duraturo e di grande portata. E l’Europa deve attrezzarsi adeguatamente e tempestivamente se vuole mantenere una certa autonomia strategica in questo settore, rispetto sia all’accesso allo spazio sia al più ampio tema della sovranità digitale, e contribuire ad uno sviluppo normativo e di governance a livello globale che sia in linea con i suoi principi ed interessi.

Foto di copertina EPA/ROSCOSMOS HANDOUT HANDOUT