La carta conservatrice sorride alla Cdu e alla corsa di Laschet
La Sassonia-Anhalt, piccolo Land di due milioni di persone, ha regalato ad Armin Laschet un duplice successo: da un lato ha distanziato di molto l’estrema destra di AfD e, dall’altro, ha visto una mancata affermazione dei Verdi, in controtendenza rispetto all’andamento in altri Lander dove i Grünen hanno mostrato anche la capacità di sfidare i cristiano-democratici.
È però necessario contestualizzare questo risultato elettorale, pena il rischio di trasformare ogni elezione locale in un tentativo di previsione dei risultati del Bundeswahl del 26 settembre, che però risponde a sue logiche proprie. Per collocare il risultato in Sassonia bisogna tenere a mente tre aspetti significativi: il primo riguarda la collocazione geografica del Land; il secondo la composizione di quell’elettorato; il terzo la storia della competizione tra i partiti della regione.
Il dato della Sassonia-Anhalt
La Sassonia è una realtà piccola dell’ex DDR e questo è indicativo di una realtà geografica che non ha ancora metabolizzato appieno la riunificazione. Questo spiega, in particolare, il peso che ha, in Sassonia ma anche in Lander più grandi come Madgeburgo e Meclemburgo, la destra più radicale e nazionalista. Ma è anche utile a comprendere le difficoltà che un partito fortemente occidentale come quello dei Verdi riesce a presentarsi su una scena locale per certi versi refrattaria ai tentativi di imporre riforme trasformative (qual è, di fatto, la svolta green).
Il secondo aspetto sul quale bisogna soffermarsi è quello della composizione demografica del Land, ove prevale un elettorato anziano a scapito delle fasce giovanili. Si tratta di una situazione però ben diversa rispetto alla ageing society occidentale, in quanto la riduzione della componente giovanile si spiega con la tendenza dei giovani a cercare opportunità nelle più opulente regioni occidentali.
L’ultimo aspetto riguarda la mappa politica della regione: è infatti importante rilevare che, seppure sconfitta, AfD ha comunque un consenso a due cifre e rappresenta un mero momento occasionale del confronto politico.
Il risultato in Sassonia rappresenta dunque una novità e, al contempo, una non-novità in questo tragitto che ci separa dalle elezioni federali. La novità sta senza dubbio nei segnali di vitalità lanciati dai cristiano-democratici in questa tornata elettorale: da tempo, infatti, si addensavano le nubi sulla Cdu a trazione Laschet, da più parti giudicata incapace di contenere l’onda verde e, al contempo, di metabolizzare i contrasti interni.
Un confronto su due fronti
In Sassonia, la Cdu è apparsa invece capace di reggere il confronto sui due fronti e anche di aver superato quelle divisioni che avevano caratterizzato la competizione per la presidenza del partito. Da questo punto di vista il rappacificamento tra Laschet e il suo sfidante conservatore Friedrich Merz, che è entrato nel team della sua campagna elettorale, sembra aver portato i suoi frutti: in Sassonia la Cdu ha potuto giocare la carta conservatrice per ottenere il consenso di un elettorato più vecchio e più sensibile alle istanze della destra.
Un’altra conseguenza positiva di questa elezione regionale sta nell’aver instillato il dubbio circa l’effettiva capacità del partito di trasformare quell’ondata crescente di consensi in voti. Non è infatti la prima volta che nella politica tedesca si realizza una mancata trasposizione elettorale di grandi movimenti di opinione.
È però opportuno riportare il discorso su un piano più ampio, che va al di là dei risultati nelle singole regioni. Qui si vede come la Cdu sia ancora impegnata in un processo di transizione ancora non concluso: sussistono ancora molti dubbi circa la capacità di Laschet di ottenere un largo consenso.
Il nodo alleanze
Vi è poi la questione specifica delle alleanze che la Cdu intende stringere: è vero che la definizione di una eventuale coalizione è demandata a un momento successivo alle elezioni. È però altrettanto vero che il partito deve scegliere che linea tenere per non “bruciare” i rapporti con altre forze. Con la vittoria di Laschet, l’ipotesi di una apertura a destra è preclusa. Questo però vuol dire che la Cdu può accentuare la sua anima conservatrice proprio per guadagnare terreno su quel versante (cosa che è avvenuta proprio in Sassonia). Ma questo potrebbe avere come effetto un allontanamento programmatico rispetto all’agenda dei Verdi.
L’allontanamento potrebbe peraltro accentuarsi a causa della forte ripresa economica che si prevede in Germania: vi potrebbe essere infatti la tentazione nel partito di non seguire i Grünen in un percorso di forte tutela ecologica che molti potrebbero considerare come ostativo a una piena ripresa, soprattutto in una stagione, quella post-Covid, dove il rilancio del reddito viene considerato come una priorità ineludibile.
Gli sviluppi della politica tedesca ci fanno comprendere che, al di là dei risultati elettorali parziali, è importante come si evolveranno le piattaforme programmatiche dei partiti in un contesto particolarmente magmatico come quello attuale, sia sul fronte interno che sul fronte europeo.
Foto di copertina EPA/CLEMENS BILAN / POOL