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Build Back Better World

B3W: la risposta occidentale all’espansionismo di Pechino

25 Giu 2021 - Francesca Ghiretti - Francesca Ghiretti

Lanciato al G7 di quest’anno, il Build Back Better World (B3W) incorona un dibattito che circola da tempo: il mondo ha bisogno di un’alternativa (migliore) alla Belt and Road Initiative (Bri) della Cina di Xi Jinping.

Anche se l’idea circola da tempo ed è stata rivitalizzata quando l’entusiasmo per la Bri si è trasformato in scetticismo, l’assenza di iniziativa e sostegno da parte degli Stati Uniti l’ha lasciata in pausa fino ad ora. L’amministrazione Trump e il suo disimpegno dagli affari mondiali, nonché le crescenti ostilità con gli alleati, hanno tenuto nel cassetto un’alternativa multistakeholder alla Bri. L’attuale amministrazione Usa è molto più proattiva ed entusiasta, ma dubbi sulla creazione di un’alternativa alla Bri evidenziano preoccupazioni che vanno ben oltre gli attriti tra le alleanze. La prima domanda è da dove verranno i soldi.

Secondo la documentazione ufficiale: “Attraverso B3W, il G7 e altri partner like-minded si coordineranno nella mobilitazione di capitale privato in quattro aree di interesse: clima, salute e sicurezza sanitaria, tecnologia digitale, equità e uguaglianza di genere”.

Focus infrastrutture
Le economie avanzate coinvolte sono state in grado di istituire programmi per attenuare l’impatto economico della pandemia nei propri Paesi, ma ciò non significa che ora siano in grado di raccogliere capitale per aiutare gli altri. Ad esempio, il Regno Unito ha dovuto tagliare il budget per la cooperazione internazionale. Ma la questione va più in profondità delle crisi economiche o persino dei risultati economici generali. Il focus sia della Bri sia del B3W sono le infrastrutture.

Eppure, gli stessi Paesi che ora si propongono di aiutare a raccogliere capitali privati ​​per costruire infrastrutture nei paesi a medio e basso reddito hanno cercato, e cercano ancora, capitali stranieri, spesso cinesi, per aggiornare i loro vecchi sistemi infrastrutturali o per svilupparne di nuovi. Pertanto, è quanto meno legittimo chiedersi come finanzieranno i progetti all’interno della B3W. Certo, l’obiettivo è raccogliere capitali privati, ma anche questo è stato particolarmente difficile per alcuni dei Paesi coinvolti. Forse la materializzazione del B3W sarà meno grandiosa di quanto suggerisca la formulazione del lancio. Tuttavia, ciò crea di per sé un problema che la Belt and Road Initative ha già affrontato e sta ancora affrontando.

Fare un grande annuncio su mirabolanti futuri progetti di sviluppo infrastrutturale è ciò che fece Xi Jinping nel 2013. All’epoca, l’iniziativa era stata accolta con grande entusiasmo dal mondo. Tuttavia, in seguito, la narrazione è cambiata. Lo spostamento non è attribuibile solo a un mutato contesto geopolitico che ha visto crescere le contraddizioni tra Cina e Stati Uniti in un numero crescente di settori e arene, ma anche al contraccolpo che tali grandi aspettative hanno creato.

Aspettative da non deludere
Dopo il lancio della Bri, molti Paesi, comprese le economie avanzate, hanno cercato capitale cinese da investire nelle proprie infrastrutture. Tuttavia, arrivò il “giorno del giudizio” e in luoghi come l’Europa orientale, l’entusiasmo lasciò spazio alla delusione. Innegabilmente, un mutato ambiente geopolitico globale ha svolto un ruolo nel plasmare la risposta di questi Paesi alla Cina al di là della stessa Bri, ma le aspettative in gran parte deluse sono state un importante fattore trainante di tale svolta.

Per evitare la trappola in cui è caduta la Bri, il B3W deve assicurarsi di non deludere le aspettative. Inoltre, poiché il B3W è un’idea degli Stati Uniti e del G7 – ed è innegabilmente legato a una sorta di narrativa anti-Cina – avrà molto meno spazio di manovra rispetto alla Bri. La Belt and Road Initative, nel 2013, era una nuova, impressionante iniziativa di un Paese in rapida crescita che ancora visto positivamente e che sulla carta non aveva il controverso passato “coloniale” che molti degli Stati del G7 hanno. Pertanto, il rischio potrebbe essere simile, ma lo spazio per gli errori del B3W è ben più ristretto.

Battaglia delle narrazioni
Le aspettative deluse non sono l’unico rischio in cui potrebbe incorrere il B3W. Ci sono molti altri esempi che possono essere presi dalla storia della Bri che potrebbero fungere da ammonimenti per il B3W. Tuttavia, in quanto ad attenzione ambientale, trasparenza e coinvolgimento delle comunità e delle imprese locali, il Build Back Better World sembra destinato a un inizio migliore rispetto alla Belt and Road Initiative poiché, almeno sulla carta, pare presti grande attenzione a questi temi. Eppure, anche in queste aree il livello di controllo sarà estremamente alto e lo spazio per gli errori terribilmente ristretto.

Non è difficile capire perché l’amministrazione Biden abbia deciso di lanciare un progetto del genere. Al di là delle stesse infrastrutture, gli Stati Uniti e la Cina sono impegnati in una battaglia di narrazioni e Washington ha atteso a lungo per proporre la sua contro-narrazione alla Bri. Tuttavia, se da un punto di vista narrativo, qualcosa come il B3W era difficilmente evitabile, da un punto di vista pratico ha esposto gli Stati Uniti e, in misura minore, gli altri Paesi coinvolti a critiche e controlli approfonditi. Pertanto, è perentorio assicurarsi che i primi progetti all’interno del Build Back Better World abbiano successo.

Foto di copertina EPA/ROMAN PILIPEY ALTERNATIVE CROP