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Dopo il volo dirottato

Lukashenko nelle mani di Putin: Minsk dipende sempre più dal Cremlino

26 Mag 2021 - Nona Mikhelidze - Nona Mikhelidze

A giudicare dai numerosi commenti degli attivisti e della leader dell’opposizione bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya, l’operazione Ryanair sarebbe avvenuta con il coinvolgimento dell’intelligence russa. L’obiettivo del dirottamento dell’aereo di linea Atene-Vilnius su Minsk sarebbe stato quello di trasformare Aleksandr Lukashenko in un dittatore transnazionale che minaccia la sicurezza dei cittadini europei.

Il volo di Ryanair è stato affiancato da un Mig-29 dell’aviazione bielorussa e costretto ad atterrare a Minsk, rendendo la Bielorussia un Paese che minaccia la sicurezza nazionale e la stabilità internazionale dell’Occidente, che è chiamato a rispondere applicando una politica di pressione sistematica. Quella che Bruxelles credeva fosse una crisi interna all’improvviso si è trasformata in una crisi internazionale.

L’Europa non può quindi fare altro che rispondere duramente con sanzioni contro il regime, ma non solo. Le misure restrittive saranno applicate all’intera economia del Paese, mentre le conclusioni del Consiglio europeo del 24 maggio chiedono di attuare i provvedimenti necessari per vietare il sorvolo dello spazio aereo dell’Unione europea da parte delle compagnie di bandiera di Minsk, impedendo ai voli di queste compagnie di accedere agli aeroporti dell’Ue, e invitano gli operatori europei a non sorvolare lo spazio aereo bielorusso.

Un’operazione congiunta?

(Foto PETRAS MALUKAS / AFP)

Bruxelles ha ovviamente chiesto il rilascio immediato di Roman Protasevich e della sua compagna Sofia Sapega. Ormai è diventata prassi che le sanzioni vengano utilizzate dall’Unione europea non come una misura strategica e preventiva, ma lo strumento per affrontare le crisi post-factum. L’assenza di una politica strategica dell’Ue verso la Bielorussia e la Russia, e più in generale la mancanza della fermezza sulle violazioni dei diritti umani nel mondo e nel suo vicinato, ha portato ad una percezione di impunità. Dopo il volo Malaysia Airlines 17, i vari avvelenamenti e le esplosioni dei depositi di armi sul suolo europeo ad opera intelligence straniere, il caso Ryanair non sorprende più.

Sembra infatti che questa sia state un’operazione congiunta dell’Fsb russo e del Kgb bielorusso, ha scritto su Twitter Ilya Yashin, una delle figure d’opposizione in Russia che cercando di candidarsi alle elezioni parlamentari di settembre. I sospetti di un’operazione congiunta si sono rafforzati dopo la notizia che quattro passeggeri del volo che da Atene si recava a Vilnius sarebbero sbarcati a Minsk senza mai ripartire per la Lituania.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha accusato l’Occidente di ipocrisia, ricordando il caso dell’aereo del presidente boliviano Evo Morales, costretto ad atterrare a Vienna nel 2013 poiché si riteneva che a bordo ci fosse l’ex analista della Cia e collaboratore della Nsa statunitense Edward Snowden. In seguito il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha affermato che la Bielorussia ha trattato l’incidente con un approccio “assolutamente ragionevole”, invitando la comunità internazionale a “valutare la situazione con maggiore sobrietà”.

La presa di Putin
Al di là di ogni tipo di speculazione sul coinvolgimento russo e per non cadere in teorie complottiste, l’esito di questa vicenda ormai è chiaro: Lukashenko e la Bielorussia sono nelle mani di Putin, il quale porterà avanti una politica di maggiore integrazione del Paese nella sfera russa. Il cosiddetto Anschluss ora diventa più reale di quanto fosse qualche mese fa. Recentemente Lukashenko ha affermato che il dialogo sull’integrazione con la Russia sta procedendo a pieno ritmo.

Secondo il quotidiano russo Kommersant, Lukashenko e Putin hanno in programma un nuovo incontro venerdì 28 maggio. Kommersant cita diverse fonti riservate vicine a Minsk e al Cremlino che confermano che Lukashenko e Putin discuteranno dei piani di integrazione, ora chiamati programmi di unione.

La Bielorussia è già profondamente dipendente dal Cremlino e diversi dati dimostrano che nel 2021 i principali investitori nel Paese sono rappresentati da entità commerciali della Federazione russa. Le banche russe hanno elargito prestiti grazie ai quali sono stati investiti circa due miliardi di euro nell’economia bielorussa. Durante il primo trimestre del 2021, le esportazioni di merci bielorusse in Russia sono aumentate dell’8,3%, mentre le importazioni da Mosca sono aumentate del 32,7%. A causa della crescita prevalente delle importazioni il saldo negativo del commercio estero si è moltiplicato. Se nel 2020 era di -447 milioni di dollari, nei primi tre mesi del 2021 è arrivato -1373 miliardi di dollari. Un aumento significativo delle importazioni ha portato quindi a un maggiore squilibrio nel commercio estero con la Russia.

La dipendenza di Minsk da Mosca – emersa da anni, ma rafforzata negli ultimi mesi e oggi ancor più dalla vicenda del volo Ryanair, per cui l’Ue sembra essere concentrata esclusivamente su come punire Lukashenko, senza considerare il fattore russo – permette a Putin di portare avanti il processo di integrazione fra Bielorussia e Russia. E così anche alzare l’asticella in vista del prossimo summit con il presidente Usa Joe Biden, previsto a Ginevra il 16 giugno.

Foto di copertina EPA/KREMLIN HANDOUT