La Finlandia libera Next Generation EU dallo stallo in Parlamento
La Finlandia ha ratificato la decisione sull’aumento delle risorse proprie con la richiesta maggioranza dei due terzi di voti del suo Parlamento, l’Eduskunta, passaggio necessario per l’emissione dei bond comuni per finanziare sui mercati il pacchetto di stimolo post-pandemia da 806 miliardi di euro Next Generation EU. Un voto controverso, quello dell’Eduskunta, preceduto da un duro ostruzionismo da parte del partito euroscettico dei Finlandesi. Nel pomeriggio di martedì 18 maggio i deputati hanno autorizzato (134 contro 57) lo strumento europeo, con due astensioni e sei assenti.
Si è trattato di un voto sul filo del rasoio dopo che la commissione Affari costituzionali aveva stabilito che per approvare il pacchetto sarebbe stata necessaria una maggioranza qualificata, poiché la materia presentava implicazioni costituzionali.
Tra governo e opposizione
È stato un momento particolarmente difficile per la principale forza di opposizione a Helsinki – il partito di Coalizione Nazionale, Kokoomus, aderente al Partito popolare europeo -, che ha criticato il Recovery Plan Ue per aver trasferito troppe responsabilità del debito agli Stati più ricchi del nord e si è opposto con fermezza all’eventualità che lo strumento possa diventare una caratteristica permanente del bilancio Ue, dopo la pandemia. Dopo aver inizialmente annunciato l’astensione, alla fine, il partito di Coalizione Nazionale ha lasciato libertà di voto ai suoi. 26 parlamentari del partito hanno votato a favore del pacchetto, 10 hanno votato contro e due si sono astenuti.
Tuomas Kettunen e Hannu Hoskonen, parlamentari del partito di Centro che fa parte della coalizione, sono stati gli unici membri del partito del governo a votare contro il pacchetto. Tra i membri della coalizione di governo, c’erano due deputati assenti rispettivamente del partito socialdemocratico e del Centro e quattro assenze sono state registrate dall’Alleanza di sinistra.
Ostruzionismo e significato del sì
Il voto favorevole dell’Eduskunta è stato però preceduto da un intenso ostruzionismo da parte del partito dei Finlandesi. Uno dei deputati della formazione di destra, Sebastian Tynkkynen, ha parlato per ben otto ore, dalle 18:06 di venerdì fino alle 3:30 del mattino seguente. Il precedente intervento parlamentare da record apparteneva a Vesa Laukkanen, anche allora in connessione con l’appartenenza della Finlandia all’Unione europea: il deputato parlò per oltre sei ore nell’ambito dell’ostruzionismo per ritardare il voto sull’adesione di Helsinki all’Ue nel novembre 1994. Quella maratona di 27 anni fa durò quattro giorni e mezzo, il dibattito parlamentare più lungo nella storia finlandese del dopoguerra
Ma il sì della Finlandia ha anche un impatto più ampio sull’Europa e può fare tirare un sospiro di sollievo a Bruxelles rispetto alla possibilità di avere Next Generation EU operativo a stretto giro. L’incertezza che rivestiva la votazione finlandese non aveva mancato di suscitare preoccupazione nei giorni scorsi in sede Ue. Ora mancano all’appello ancora cinque Stati membri (Austria, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia e Romania) per completare la ratifica dell’aumento delle risorse proprie e, con essa, la procedura che avvierà il piano di ripresa in estate.