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I volti di Visegrád

Karácsony: il sindaco di Budapest che spera di spodestare Orbán

27 Mag 2021 - Osservatorio Sociale Mitteleuropeo (Osme) - Osservatorio Sociale Mitteleuropeo (Osme)

Si chiama Gergely Szilveszter Karácsony ed è oggi l’esponente di maggior spicco dell’opposizione ungherese al governo di Viktor Orbán e attuale sindaco di Budapest. Lo è divenuto quasi tre anni fa, sconfiggendo il primo cittadino uscente István Tarlós, espressione del partito governativo Fidesz. 46 anni il prossimo 11 giugno, nato a Fehérgyarmat, cittadina di neanche 9mila abitanti dell’Ungheria nord-orientale, è visto da molti, in patria, come la risposta a Orbán.

Su di lui, quindi, convergono le speranze di quella parte di Paese che cerca da tempo un cambiamento e che oggi è incoraggiata dall’intesa raggiunta alla fine dell’anno scorso dai principali partiti dell’opposizione in funzione del voto del 2022. Qualche giorno fa ha annunciato che correrà nelle primarie di autunno, con cui il fronte che si oppone a Orbán sceglierà il candidato unitario.

Gli esordi
Politologo con una solida formazione sociologica, nel 2000 inizia a lavorare presso la società di sondaggi e ricerche di mercato Medián come research manager, diventando nel 2007 direttore delle ricerche. Dal 2004 al 2007 insegna all’Istituto di Scienze Politiche dell’Università Corvinus (ex Karl Marx) di Budapest e, nel 2009, dà inizio alla sua carriera politica diventando membro dell’allora neonato partito Lmp (Lehet Más a Politika, Un’altra Politica è Possibile), forza politica di ispirazione ecologista.

Alle elezioni del 2010 per il rinnovo del Parlamento è responsabile della campagna elettorale del partito che ha rappresentato all’Assemblea nazionale divenendo per esso, nel maggio di quello stesso anno, capo della frazione parlamentare, cosa che lo porta a lasciare Medián. La sua militanza nell’Lmp non dura, però, a lungo. È infatti tra coloro che, nel partito, cercano la cooperazione con altre forze politiche per il voto del 2014 ma, nel gennaio dell’anno prima, il congresso dell’Lmp respinge questa proposta e, insieme ad altri sostenitori della medesima, Karácsony se ne va e partecipa alla costituzione di un nuovo soggetto. Si chiama Párbeszéd Magyarországért (Pm, Dialogo per l’Ungheria), un nome beneaugurante per un partito che intende impegnarsi per ridurre, proprio con il dialogo, le profonde e spesso laceranti divisioni esistenti nel Paese. Divisioni e tensioni alle quali il sistema di potere concepito e guidato da Orbán contribuisce in modo determinante.

Nel giugno del 2014 Karácsony viene eletto copresidente del partito insieme a Tímea Szabó e in quello stesso anno diviene sindaco di Zugló, il distretto XIV di Budapest, carica che mantiene fino al 13 ottobre 2019, quando diventa primo cittadino della capitale sostenuto da una serie di partiti dell’opposizione che finalmente riescono ad accordarsi per presentare un solo candidato in ciascuna delle città impegnate nel voto, e dal patto di desistenza siglato con la destra di Jobbik.

Un altro V4 è possibile
Torniamo indietro di due anni: nell’aprile del 2017 Karácsony viene rieletto alla copresidenza di Pm, carica che detiene tuttora, ed è scelto dal suo partito come candidato premier alle elezioni del 2018. La sua candidatura è sostenuta anche dai socialisti (Mszp), ma le forze governative prevalgono per la terza volta consecutiva. Una delusione per quanti ritenevano che finalmente si potesse ridimensionare il potere di Orbán. Il segnale che qualcosa può cambiare arriva, come già precisato, con le amministrative del 2019 che premiano l’opposizione e danno maggior spazio a Karácsony.

È proprio nel dicembre di quell’anno che, su iniziativa di quest’ultimo i quattro sindaci delle capitali dei Paesi di Visegrád si incontrano a Budapest per siglare il “Patto delle città libere”. Un accordo in chiave europeista con il quale i quattro si impegnano a sostenere un’agenda pro-Ue in patria e una serie di soluzioni in settori quali l’ambiente, l’occupazione, l’economia, la giustizia sociale, la tolleranza, le relazioni con l’Ue e la gestione dei fondi comunitari.

L’intento, in quest’ultimo caso, è fare in modo che una parte dei finanziamenti stanziati per i Paesi del V4 vada direttamente alle municipalità ed evitare – fanno notare le opposizioni – che queste somme vengano amministrate direttamente dai governi per finire chissà dove. L’accordo ha anche lo scopo di dare all’interno dell’Ue un’immagine del V4 diversa da quella che vede prevalere i modelli ungherese e polacco a guida Fidesz e PiS rispettivamente, con il loro nazionalismo.

La corsa come premier
Karácsony è pienamente partecipe dell’impegno delle opposizioni per il voto dell’anno prossimo e ha annunciato di essere il candidato premier di tre partiti: Pm, Mszp e Lmp alle elezioni primarie in programma per quest’anno. “Ho preso questa decisione perché sento che il mioPpaese è in grande sofferenza” ha detto di recente e affermato che il principale problema che l’Ungheria deve affrontare è costituito dalle profonde divisioni all’interno della popolazione. “Desidero impegnarmi per ricomporre l’unità tra gli ungheresi”, ha precisato.

Come già accennato, molti suoi connazionali vedono in lui l’anti-Orbán; una figura che si mette al servizio di quella possibilità di cambiamento auspicata da molti; così il premier fa le sue contromosse e, sottolinea l’opposizione, sottrae fondi alle città. Karácsony si appella alle istituzioni europee e si presenta a esse come il volto dell’Ungheria che vuole riscattarsi da undici anni di autoritarismo e chiusura. Agli occhi di molti ungheresi il sindaco di Budapest rappresenta un’opportunità di svolta e di onestà, incarna la tensione verso l’Europa dei valori. L’anti-Orbán si diceva, così il sistema ha già fatto partire da tempo una campagna velenosa contro di lui e contro le forze che lo sostengono. Gli attacchi, ancora una volta, tendono alla sua delegittimazione e sono rivolti al personaggio e non al programma politico, e non è che l’inizio.

Un aspetto distinto, il suo, capace di ispirare fiducia complice un sorriso gentile e pulito. Troppo gentile?, si chiederà qualcuno. Sarà in grado, il copresidente di Pm di affrontare una lunga campagna elettorale all’insegna dei fumi tossici?, faranno eco altri. Le domande sono lecite in quanto ha di fronte un politico dalle note capacità manovriere, cinico e spietato quanto basta per colpire in modo “letale” i suoi oppositori, non appena se ne presenta l’occasione; ma chissà. Certo non sarà facile, ma vale la pena provarci. Karácsony assicura di avere la sua da dire e allo stato attuale delle cose la maggioranza dell’opposizione politica e sociale mostra di crederci.

Foto di copertina EPA-EFE/Zoltan Mathe

Nel 30esimo anniversario dalla creazione del Gruppo di Visegrád (che abbiamo ricordato qui), AffarInternazionali cura un ciclo di approfondimenti sui volti che popolano l’universo dei quattro Paesi che fanno parte della formazione (Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca), in collaborazione con l’Osservatorio sociale mitteleuropeo (Osme).