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Voto nell'arcipelago

Una democrazia in mezzo al mare: le legislative a Capo Verde

17 Apr 2021 - Lo Spiegone - Lo Spiegone

Uno Stato in mezzo al mare: un ponte tra Africa, Europa e le Americhe. Capo Verde è un arcipelago di 10 isole situate a circa 500 chilometri al largo delle coste del Senegal.

Il 2021 per i capoverdiani sarà un anno importante, in vista del rinnovo dell’Assemblea Nazionale, domenica 18 aprile, e dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica, il 17 ottobre. Un anno pieno di impegni politici che porterà il governo di Praia davanti a una prova di riconferma.

L’attuale governo capoverdiano è infatti in carica dalle elezioni presidenziali e legislative del 2016, culminate con la vittoria del Movimento para a Democracia (Mpd) dopo 15 anni di governo del Partido africano para a independençia do Cabo Verde (Paicv). Questi due partiti dominano il panorama politico di Capo Verde ed entrambi sono posizionati attorno al centro (Mpd centro-destra, Paicv centro-sinistra).

L’indipendenza
Nel 1956, la fondazione del Partido africano para a independência da Guiné e Cabo Verde (Paigc) – di ispirazione marxista-socialista – da parte dell’intellettuale capoverdiano Amilcar Cabral (nato in Guinea-Bissau) coronò lo sviluppo della coscienza del diritto all’autodeterminazione della classe media capoverdiana. Il partito univa i due Paesi di lingua portoghese in un unico movimento indipendentista e di liberazione coloniale.

L’indipendenza arrivò dopo la “Guerra da Libertaçao”, il conflitto armato più duraturo dell’epoca coloniale, che si svolse tra il 1961 e il 1974: Angola, Mozambico, Guinea-Bissau e Capo Verde combatterono più di 10 anni per ottenere l’indipendenza dal Portogallo. La maggior parte dei combattimenti si svolsero però sulla terraferma, lasciando Capo Verde fuori dai teatri di guerrilla.

Capo Verde istituì nel 1975 un governo di stampo socialista e monopartitico, con presidente Aristides Pereira, rappresentante del Paigc. Capo Verde e Guinea-Bissau, avendo combattuto insieme per l’indipendenza, presero seriamente in considerazione l’ipotesi di unirsi. Nel 1980 però, un colpo di stato in Guinea-Bissau estromise il primo presidente guineano Luis Cabral – fratello di Amilcar – dalla presidenza e la parte capoverdiana del Paigc si scisse e fondò il Partido africano para a independençia do Cabo Verde (Paicv) che continuò a mantenere il potere sulle dieci isole.

Il Paicv e l’Mpd: due partiti a confronto
Verso la fine degli anni ’80 ci furono crescenti richieste di una democrazia multipartitica e nel 1990 il Paicv acconsentì, permettendo all’avvocato Carlos Veiga di fondare il Movimento para a democracia (Mpd), partito di orientamento liberale/cristiano-democratico. Il partito nacque da una costola del Paicv – Veiga, infatti, aveva fatto parte del Paicg prima di allontarnesene e venire eletto, nel 1985, come candidato indipendente all’Assemblea Nazionale -.

Da questo momento, la storia democratica di Capo Verde passa attraverso la contesa politica tra due partiti: il Paicv e l’Mpd. Nel 1991, l’Mpd riuscì a vincere le prime elezioni libere di Capo Verde, guadagnando 56 dei 71 seggi disponibili in Parlamento. Carlos Veiga e António Mascarenhas Monteiro furono eletti rispettivamente come primo ministro e presidente.

L’Mpd però dovette fare i conti con tensioni interne fin dall’inizio. In seguito al secondo convegno del partito, nel gennaio 1993, emersero correnti contrastanti, definite “A Lista A” e “A Lista B”, in disaccordo sulla scelta dei futuri leader di partito. Da qui avvenne una scissione che, nel 1994, portò alla creazione del Partido da Convergençia Demòcratica, un nuovo movimento che però ebbe vita molto breve, fino al 2001 .

Dopo l’ottenimento di un’esigua maggioranza parlamentare nelle elezioni del 1996, nel 2001 l’Mpd venne sconfitto dal Paicv. Os ventoinhas, gli appassionati del vento, resteranno all’opposizione per 15 anni.

Il Paicv dovette riorganizzarsi dopo la sconfitta del ‘91, abituandosi al ruolo di opposizione. Os tamarindos amarelos (i tamarindi gialli), come vengono chiamati in patria i membri del partito, attraversarono un processo di cambiamento della leadership del partito. Pedro Pires, primo ministro dal 1975 al 1991 e al contempo segretario del partito, fu sostituito da Aristides Lima e anche Aristides Pereira, uno dei fondatori del Paicg, sconfitto alle presidenziali del ‘91 abbandonò i propri incarichi nel partito. Uomini nuovi, che non avevano addosso lo stigma del governo monopartitico, riportarono il Paicv alla guida del governo dell’arcipelago.

Le elezioni legislative dei primi anni Duemila (2001, 2006, 2011) segnarono infatti il ritorno al potere del Paicv, che nel 2001 e nel 2006 riuscì a ottenere anche la presidenza.

L’Mpd tornò a guidare il Paese a seguito delle presidenziali del 2011. Dopo aver perso le legislative nell’aprile di quell’anno, il candidato del Mpd Jorge Carlos Fonseca sconfisse Manuel Inocêncio Sousa del Paicv, ottenendo il 54% dei voti e diventando presidente. Fu la prima volta, e per ora anche l’unica, in cui presidente della Repubblica e maggioranza dell’Assemblea Nazionale appartenevano a schieramenti diversi .

Il primo mandato di Fonseca portò al ritorno dell’Mpd che alle legislative di cinque anni dopo sconfisse il Paicv, ottenendo la maggioranza assoluta dei seggi all’Assemblea Nazionale. Il partito di Ulisses Correia Silva, segretario del Mpd e attuale Primo ministro, ottenne il 54% dei voti, mentre il Paicv il 37%.

Le elezioni che si sono tenute dal 1991 in poi evidenziano l’alternanza democratica tra i due partiti e la pacifica transizione del potere. Tutto ciò rende Capo Verde un esempio di corretto funzionamento delle strutture democratiche.

Il sistema politico capoverdiano
Capo Verde è una Repubblica semi-presidenziale, dove il presidente è il capo dello Stato, mentre il Primo ministro è a capo del governo. Il governo di Praia dipende dalla fiducia di due organi, il presidente della Repubblica e l’Assemblea Nazionale. Tendenzialmente, le elezioni presidenziali sono precedute da quelle legislative di alcuni mesi. In questo modo il partito con la maggioranza nell’Assemblea Nazionale ha il tempo necessario per organizzare la propria agenda e nominare i ministri del futuro governo che, oltre alla fiducia dell’Assemblea Nazionale, dovrà ottenere anche l’approvazione del presidente che verrà eletto.

L’Asemblea Nacional è l’organo collegiale unicamerale che rappresenta tutti i cittadini capoverdiani e si rinnova ogni 5 anni. Dei 72 deputati che la compongono, 66 sono eletti proporzionalmente nelle circoscrizioni nazionali e sei provengono dai voti dei capoverdiani residenti all’estero. I deputati sono eletti mediante liste presentate dai partiti, o dalle coalizioni di partiti, in ciascuna circoscrizione plurinominale. I partiti possono presentare una sola lista di candidati per ognuno dei collegi e, ovviamente, nessun candidato può presentarsi in più di una lista elettorale.

A cura di Armando D’Amaro, autore della redazione Africa de Lo Spiegone

***Lo Spiegone è una testata giornalistica formata da studenti universitari e giovani professionisti provenienti da tutta Italia e sparsi per il mondo con l’obiettivo di spiegare con chiarezza le dinamiche che l’informazione di massa tralascia quando riporta le notizie legate alle relazioni internazionali, della politica e dell’economia.

Foto di copertina EPA/MARIO CRUZ