Sfide e prospettive dopo il rinnovo dell’operazione Irini
Il 26 marzo 2021, il Consiglio dell’Unione europea ha prolungato il mandato dell’operazione militare Eunavfor Med Irini di altri due anni. Nel quadro della politica di sicurezza e difesa dell’Ue (Psdc), l’operazione si pone l’obiettivo di monitorare l’attuazione dell’embargo sulle armi alla Libia imposto dalle Nazioni Unite.
Eunavfor Med Irini (dal greco, “pace”) è stata lanciata dal Consiglio dell’Unione europea il 31 marzo 2020, con un mandato iniziale della durata di un anno, a seguito della conferenza sulla Libia tenutasi a Berlino agli inizi del 2020. Irini è la seconda operazione navale europea nel Mediterraneo: con il suo avvio, è stata infatti conclusa l’operazione Eunavfor Med Sophia, lanciata nel giugno 2015 per fronteggiare la crisi migratoria, e contrastare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo centrale, ma che con il tempo ha visto il suo mandato estendersi e includere anche il contributo all’attuazione dell’embargo Onu. Alla guida di Irini è il Contrammiraglio Fabio Agostini, e il suo comando operativo ha sede a Roma.
In primo luogo, l’obiettivo della missione è garantire il rispetto dell’embargo sulle armi e altro materiale a uso bellico imposto dal Consiglio di sicurezza (Unsc) attraverso le risoluzioni 1970 (2011) e 2292 (2016), grazie all’uso di mezzi aerei, satellitari e marittimi messi a disposizione dai 24 Stati aderenti, per favorire le condizioni per una cessazione delle ostilità in Libia. In particolare, la missione Irini svolge ispezioni al largo delle coste della Libia sulle imbarcazioni sospette di trasportare armi o altro materiale in violazione dell’embargo. Inoltre, l’operazione mira all’adempimento delle misure imposte dalle Nazioni Unite per prevenire le esportazioni illecite di petrolio dalla Libia attraverso attività di sorveglianza, come stabilito nelle risoluzioni 2146 (2014) e 2509 (2020) dell’Unsc. In questo contesto, Irini fornisce anche supporto in termini di training e capacity-building alla Guardia Costiera e alla Marina libica nei compiti di contrasto in mare, oltre a cercare di interrompere il business del contrabbando di esseri umani attraverso pattugliamenti aerei e raccolta di informazioni.
Estensione del mandato
Durante la revisione strategica della missione da parte del Comitato politico e di sicurezza dell’Unione, il Consiglio dell’Unione europea ha stabilito l’estensione del mandato di Irini fino al 31 marzo 2023. Il mandato in sé non ha subìto modifiche, ma il Consiglio ha delineato più precisamente le modalità per il dirottamento delle navi sospette di traffico di armi e lo smaltimento dei beni sequestrati nell’attuazione dell’embargo.
In particolare, la decisione di estendere la durata dell’operazione di altri due anni è stata scatenata dalla pubblicazione di un rapporto delle Nazioni Unite che avrebbe definito l’embargo alla Libia “totalmente inefficace”, sottolineando le diverse violazioni compiute dal momento della sua entrata in vigore. Risulta quindi evidente come, in un contesto complesso come quello libico, caratterizzato dalla presenza di diversi attori internazionali con un peso sempre maggiore nella gestione della crisi, l’applicazione dei criteri stabiliti dall’embargo dell’Onu del 2011 non sia stata sempre semplice. In particolare, il rapporto sottolinea come le ingerenze esterne – di Russia e Turchia in primis, ma anche di attori non statuali e mercenari – abbiano reso più complesso sia il contrasto alla fornitura di armamenti, soprattutto via terra e aria, sia il congelamento dei beni degli attori coinvolti. Per quanto riguarda il traffico di greggio e prodotti petroliferi raffinati, il report ha sottolineato la presenza di una fitta rete di esportazioni via terra, in particolare nelle città di Zuwarah e Abu Kammash.
Un bilancio tutto sommato positivo
Ultimo, ma non meno importante, i gruppi terroristici sono rimasti attivi nel territorio, seppur in misura minore, minando la stabilità politica del Paese. A tal proposito, nonostante i confermati tentativi di corruzione nel processo di elezione, la recente inaugurazione del nuovo governo di unità nazionale libico, presieduto da Abdelhamid Dbeibah, apre nuovi scenari per la pacificazione dell’area. Creato a seguito del Forum di dialogo politico per la Libia (Lpdf) mediato dalle Nazioni Unite, l’obiettivo del nuovo governo è guidare il Paese verso le elezioni, fissate per il 24 dicembre di quest’anno.
In conclusione, nonostante le critiche e i vari problemi di reperimento delle risorse – Irini dispone di 9,8 milioni di euro, 4 navi, 6 aerei e un drone – il bilancio è complessivamente positivo. Dall’avvio della missione, sono state sottoposte a controllo oltre 2.300 navi e 200 aerei sospettati di trasportare armi verso la Libia, oltre al dirottamento della nave mercantile Royal Diamond 7, diretta a Bengasi dagli Emirati Arabi Uniti. In questo contesto, il percorso per la stabilizzazione della Libia rimane lungo e tortuoso, e richiede uno sforzo concreto da parte della comunità internazionale.
Tuttavia, l’estensione dell’operazione Irini e il nuovo governo potrebbero costituire un importante step per ristabilire la sovranità della Libia e la pacificazione del Paese.
Foto di copertina EPA/FOCKE STRANGMANN