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Il fronte delle destre

L’ipotetica formazione di Orbán, Salvini e Morawiecki è ancora ai nastri di partenza

9 Apr 2021 - Massimo Congiu - Massimo Congiu

Dopo l’ufficializzazione della fine del rapporto fra il suo Fidesz e il Partito popolare europeo (Ppe), il primo ministro ungherese Viktor Orbán aveva annunciato alla radio pubblica l’intenzione di incontrare il suo omologo polacco Mateusz Morawiecki e il leader della Lega Matteo Salvini per discutere insieme circa la creazione di un nuovo partito nazionalista europeo.

In un primo momento, Salvini aveva premesso di avere per ora altre priorità, quali i vaccini e i rimborsi per gli italiani. Di fatto, comunque, l’incontro ha avuto luogo la settimana scorsa a Budapest ed è stato proprio l’italiano a parlare di “Rinascimento europeo”, un’espressione che a quanto pare ha conquistato il premier polacco. Salvini si è riferito ad un’Europa che “non usa l’arma del ricatto contro le scelte nazionali”; gli ha fatto eco il padrone di casa secondo il quale è necessario impegnarsi per la difesa dei “valori della famiglia tradizionale, dell’anticomunismo e della lotta all’immigrazione illegale e all’antisemitismo”.

I tre concordano su questi punti e Morawiecki e Salvini si dicono in sintonia con Orbán, che cerca di rilanciare la “lotta” per la tutela dei valori nazionali che il Ppe, a sua detta, non poteva più garantire. Per il primo ministro ungherese, infatti, presso i popolari prevalgono ormai tendenze liberali e di sinistra che non sono congeniali al Fidesz e alla difesa dell’identità europea che per il leader ungherese è comunque eminentemente cristiana. A suo avviso, oggi ci sono milioni di cittadini europei rimasti senza rappresentanza data la mutazione del Ppe. Per Salvini è necessario creare un nuovo riferimento politico e culturale europeo che sia alternativo alla sinistra.

Una collocazione più consona in Europa
Dalla sospensione di Fidesz avvenuta nella primavera del 2019, Orbán si era più volte espresso pubblicamente sulla necessità, per il suo partito, di cercare una collocazione a esso più consona in Europa, spingendosi fino all’ipotesi di creare un soggetto nuovo con forze amiche. È facile immaginare che Orbán pensasse ad una posizione di punta del suo partito in un progetto del genere di cui si fa promotore. Occorre vedere quanto i suoi interlocutori italiani e polacchi condividano questo schema e la possibile prospettiva di una posizione egemone di Fidesz in un simile gruppo.

A parte questo, è lecito interrogarsi su quale possa essere l’accoglienza di questo per ora ipotetico soggetto, a livello europeo, quale lo spazio che potrà avere considerando anche il fatto che i moderati troveranno nel Ppe un riferimento più rassicurante e in maggior sintonia con i principi dell’Ue. In che modo, poi, si porrà rispetto al gruppo, l’Ecr (Conservatori e riformisti europei) cui appartiene il PiS e che è casa anche dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni?

Il racconto della stampa
Al di là delle ipotesi, è interessante vedere come la stampa ungherese e quella polacca hanno raccontato l’incontro e il progetto ad esso relativo. “Orbán, Morawiecki e Salvini vogliono di comune accordo un rinascimento europeo”, ha titolato il quotidiano ungherese di opposizione Népszava nella sua esposizione dei fatti in cui ha riportato la dichiarazione del premier di Budapest secondo la quale le parti incontratesi nella capitale ungherese vogliono dire no alla “censura, all’impero europeo e di Bruxelles” oltre che al comunismo, all’immigrazione illegale e all’antisemitismo già precedentemente citati.

Il giornale ha poi scritto che Morawiecki prevede un’“Europa forte” come parte dell’Alleanza atlantica – aspetto di grande rilevanza per i polacchi in funzione anti-russa – e riportato una sua dichiarazione secondo la quale “Ci sono forze che vogliono ‘appropriarsi’ dell’Europa. Si tratta di forze estranee all’Europa delle tradizioni cristiane”. Il quotidiano ungherese filogovernativo Magyar Nemzet ha scritto che la stampa italiana ha dedicato ampio spazio all’incontro e menzionato il vicesegretario del Pd Peppe Provenzano che su Rainews 24 avrebbe definito il vertice un grave errore.

Subito dopo l’incontro Gazeta Wyborcza, principale quotidiano polacco, fondato nel 1989 da Adam Michnik, già figura di spicco del movimento Solidarność, ha citato una frase di Morawiecki che suona come una dichiarazione d’intenti: “L’Europa è a un bivio, noi vogliamo aiutarla”.

Foto di copertina EPA/SZILARD KOSZTICSAK HUNGARY OUT