La vittoria di Lasso in Ecuador segna l’addio al correismo
L’Ecuador ha scelto di virare a destra. Guillermo Lasso, nuovo presidente, ha costruito la sua figura politica sull’opposizione al correismo, la corrente vicina all’ex capo di Stato Rafael Correa. Da lui era stato sconfitto nel 2013 e lo stesso successe nel 2017 con Lenín Moreno, che poi scelse di voltare le spalle al suo leader cambiando completamente strategia.
Al terzo tentativo, Lasso ce l’ha fatta: la sua alleanza Creo-Psc si è imposta al ballottaggio dell’11 aprile con il 52% dei voti sull’Unes di Andrés Arauz, secondo con il 47% e grande favorito nei sondaggi all’inizio della campagna elettorale.
La svolta a destra
Il candidato di Creo-Psc aveva superato il primo turno del 7 febbraio con il 19,7% delle preferenze, uno scarto di circa 30mila voti dal terzo classificato: il leader del movimento indigeno Pachakutik, Yaku Pérez. Solo 12 giorni dopo, Andrés Arauz, primo con il 32,7%, ha conosciuto il nome del suo avversario, tra le accuse di frode elettorale da parte di Pérez.
Fin dall’inizio i sondaggi hanno cercato di analizzare a chi sarebbero andati i voti di Pachakutik e dell’altra sorpresa, il candidato del centrosinistra Xavier Hervas, giunto quarto con il 15%. Tuttavia, in Ecuador il voto è obbligatorio e per questo motivo il movimento indigeno si è schierato per il voto in bianco o nullo, sperando di poter annullare le elezioni. Questo ha avuto l’effetto di aumentare la percentuale di schede non valide fino a uno storico 17%. Lasso è riuscito comunque a ridurre il distacco da Arauz capitalizzando i voti degli anticorreisti.
Durante l’ultimo dibattito televisivo tra i due pretendenti al Palacio de Carondelet, Lasso ha rievocato più volte l’ombra di Correa. L’ex presidente dal 2007 al 2017 non ha potuto candidarsi né come presidente, a causa del referendum contro la rielezione indefinita promosso da Moreno, né come vicepresidente, per una condanna a otto anni di reclusione per corruzione. Dal Belgio, dove è attualmente autoesiliato, ha fondato il movimento Unión por la Esperanza (Unes), con cui ha appoggiato Arauz, considerato dagli oppositori uno strumento utilizzato da Correa per cercare di mantenere il potere.
Il nuovo presidente
Ultimo di 11 figli, Guillermo Lasso, 65 anni, cominciò a lavorare già dai 15 nel mondo dell’economia fino a diventare presidente del Banco de Guayaquil per quasi due decenni. In politica, è stato ministro dell’Economia nel 1999 e governatore della provincia di Guayas nel 98. Il fronte correista l’ha accusato ripetutamente di possedere conti in paradisi fiscali, ma l’accusa non è mai stata dimostrata.
Sul fronte dei diritti civili, Lasso ha dichiarato che non ha intenzione di imporre le sue idee sulla società ecuadoriana. Ma la sua appartenenza all’Opus Dei ha influenzato la campagna elettorale e il primo discorso ufficiale dopo la vittoria di domenica, dove ha menzionato varie volte Dio e ha chiarito che durante la sua presidenza non verrà legalizzato l’aborto.
L’eredità economica
La sua vittoria tranquillizza il Fondo monetario internazionale, che ha raggiunto con il presidente uscente, Moreno, un accordo per un prestito decennale da 6 miliardi e mezzo in cambio di riforme fiscali. Lasso, al contrario di Arauz, ha promesso che rispetterà i punti già stabiliti, fatta eccezione per l’aumento dell’Iva. “Loro parlano di ridurre il debito, io dico di arrivare a debito zero”, ha dichiarato a gennaio. Per raggiungere questo obiettivo, il leader di Creo-PSC ha intenzione di aumentare la produzione di petrolio e di incentivare gli investimenti stranieri. Lo sfruttamento delle risorse energetiche e minerarie sarà aperto al settore privato.
Con oltre 17 mila morti, il Covid-19 ha danneggiato gravemente l’economia del Paese andino. Secondo i dati della Banca mondiale, l’Ecuador dovrà aspettare fino al 2024 per tornare ai ritmi pre-pandemia. Nonostante la crisi, il nuovo presidente, che si insedierà il 24 maggio, ha promesso di creare due milioni di posti di lavoro, di ridurre progressivamente le tasse e di favorire il settore agricolo con prestiti a basso tasso di interesse.
A cura di Alessandro Leone, autore della redazione Centro e Sud America de Lo Spiegone.
***Lo Spiegone è una testata giornalistica formata da studenti universitari e giovani professionisti provenienti da tutta Italia e sparsi per il mondo con l’obiettivo di spiegare con chiarezza le dinamiche che l’informazione di massa tralascia quando riporta le notizie legate alle relazioni internazionali, della politica e dell’economia.