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Verso le legislative

In Albania Edi Rama punta al terzo mandato

23 Apr 2021 - Lo Spiegone - Lo Spiegone

Domenica 25 aprile si terranno le prossime elezioni parlamentari in Albania, come previsto dal decreto firmato dal presidente della Repubblica Ilir Meta a settembre dell’anno scorso. Il premier in carica Edi Rama, esponente del Partito socialista (Ps), punta alla rielezione per il terzo mandato consecutivo, ma dovrà affrontare una folta opposizione. Le principali forze politiche dopo il Ps sono infatti intenzionate a coalizzarsi pur di rovesciare l’attuale governo. Il Partito democratico (Pd) albanese ha siglato un accordo pre-elettorale con altri 13 partiti minori denominato “l’Alleanza per il cambiamento”, a seguito dell’intesa raggiunta lo scorso 22 febbraio con il Movimento socialista per l’integrazione (Lsi).

Nel giugno 2020, il Parlamento ha approvato una riforma del sistema elettorale, spinto dalle richieste dell’Unione europea e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). La riforma prevede norme più stringenti per l’identificazione degli elettori, un aumento dei finanziamenti pubblici ai partiti e un incremento delle quote destinate alle donne. Le quote rosa ora ammontano a un terzo dei seggi parlamentari.

Forma di governo e sistema elettorale
L’Albania è una repubblica parlamentare. Il presidente, votato dal Parlamento, ha un mandato di cinque anni ed è incaricato di nominare il primo ministro. Il governo deve a sua volta ottenere la fiducia del Parlamento.

La riforma del giugno 2020 non ha modificato la sostanza del sistema elettorale albanese, fondato sul principio della rappresentanza proporzionale. Nell’aprile 2008, il Parlamento aveva approvato una suddivisione territoriale in dodici circoscrizioni, corrispondenti alle dodici regioni amministrative, che eleggono i 140 membri dell’Assemblea nazionale attraverso liste bloccate.

Le soglie di sbarramento per i partiti e le coalizioni sono rispettivamente al 3% e al 5%. Le forze politiche hanno stabilito inoltre che per il 2021 la Commissione elettorale centrale potrà emettere un atto normativo tale che permetta il voto ai cittadini albanesi residenti all’estero, attribuendo il loro voto alla circoscrizione di provenienza; una svolta significativa in senso democratico.

La “vaccinazione elettorale”
Dopo l’iniziale immobilismo nei primi mesi dell’anno sul fronte vaccini, il governo ha concluso un contratto per l’acquisto di 192mila dosi dall’azienda cinese Sinovac. Insieme alle dosi già ricevute di Sputnik V, Pfizer e AstraZeneca, queste dovrebbero permettere la vaccinazione di 500mila persone, come dichiarato dal premier Rama. Il tempismo della campagna vaccinale – iniziata a un mese dalle elezioni – ha attirato tuttavia parecchie critiche da parte dell’opposizione, che ha denunciato la “vaccinazione elettorale” come una mossa politica scorretta. Per l’economia albanese rimane fondamentale riuscire a salvare la stagione turistica, che genera introiti per quasi il 30% del Pil nazionale.

A dicembre 2020, l’uccisione di Klodjan Rasha per mano di un poliziotto ha contribuito a creare ulteriori tensioni attorno al governo. Il ragazzo era stato fermato nelle ore di coprifuoco e si era apparentemente rifiutato di fermarsi all’ordine dell’agente di polizia, che ha aperto il fuoco. Le dimissioni del ministro degli Interni Sander Lleshaj non hanno fermato le violente dimostrazioni nelle piazze della capitale e nel resto del Paese. L’episodio ha sicuramente esacerbato la sfiducia verso le istituzioni e potrebbe avere ripercussioni sulle elezioni.

I sondaggi
Il Partito socialista è la prima forza in Parlamento. Nato nel 1991 dalle ceneri del Partito del lavoro d’Albania (il partito comunista albanese), il Ps ha governato per quattro legislature dalla caduta del regime. Nel 2005, il leader storico Fatos Nano rassegnò le dimissioni dopo la sconfitta alle urne in favore di Edi Rama, all’epoca sindaco di Tirana, che dal 2013 è primo ministro.

Ad oggi, nonostante uno scenario sociale e sanitario non idilliaco, il partito di Rama domina ancora nei sondaggi con il 49% delle preferenze. È un dato simile alla tornata elettorale del 2017, quando il Ps raccolse il 48,3% dei voti confermandosi al governo per la seconda volta. Adesso, però, potrebbe non bastare per rimanere in carica.

Anche il Partito democratico d’Albania ha ottenuto quattro mandati dal 1992 attestandosi negli anni come il principale oppositore del Ps. È un ruolo confermato anche dai sondaggi odierni, che vedono il Pd attorno al 40,5%, con un incremento di ben 11,6 punti percentuali rispetto al 2017. Il Pd è un movimento politico di centro-destra, affiliato al Partito popolare europeo.

Il terzo partito più rappresentativo è il Movimento socialista per l’integrazione. Fu fondato dall’attuale presidente della Repubblica Ilir Meta, distaccatosi dal Partito socialista nel 2004. Il Movimento dipende fortemente dall’immagine del proprio leader, che ha ricoperto diversi ruoli nell’apparato statale. Rispetto al 2017, tuttavia, i sondaggi attribuiscono un calo considerevole al Lsi che consta di quasi nove punti percentuali (dal 14,3% al 6%).

Il risultato finale, quindi, potrebbe non essere così scontato. La coalizione messa in piedi da Pd, Lsi e partiti minori minaccia seriamente il terzo mandato di Edi Rama. Indipendentemente dal vincitore, però, l’obiettivo primario del nuovo governo dovrà essere quello di potenziare la macchina dei vaccini per poter rilanciare al più presto l’economia albanese.

A cura di Matteo Camporese, autore della redazione Europa

***Lo Spiegone è una testata giornalistica formata da studenti universitari e giovani professionisti provenienti da tutta Italia e sparsi per il mondo con l’obiettivo di spiegare con chiarezza le dinamiche che l’informazione di massa tralascia quando riporta le notizie legate alle relazioni internazionali, della politica e dell’economia.