Presidenziali senza sorprese in Portogallo, mentre si affaccia l’estrema destra
Mentre il Paese affronta un nuovo lockdown con un sistema sanitario ormai in ginocchio, in Portogallo oltre 246mila cittadini hanno già espresso in anticipo il loro voto per le elezioni presidenziali di domenica 24 gennaio.
Circa 9 milioni gli elettori chiamati a scegliere il nuovo presidente, seguendo le disposizioni elettorali anti-Covid varate lo scorso novembre. La nuova legge che disciplina le consultazioni ha aumentato il numero di seggi e diminuito il numero massimo di votanti per seggio, così da ridurre il rischio di contagio. Inoltre, sono stati predisposti seggi mobili per le persone confinate in casa e aumentati i seggi per il voto anticipato, che ha registrato il record assoluto di partecipazione. Tra le misure prescritte, anche l’obbligo di portare la propria penna nella cabina elettorale.
Sistema di governo ed elettorale
Il Portogallo – che dal 1° gennaio è alla guida semestrale del Consiglio dell’Unione europea – è una Repubblica semi-presidenziale, il cui Parlamento è formato da una sola Camera che detiene il potere legislativo. Il potere esecutivo è esercitato dal governo, guidato dal primo ministro e dal presidente della Repubblica che possiede numerosi poteri, come il diritto di veto legislativo e il potere di sciogliere il Parlamento.
Le elezioni presidenziali si tengono una volta ogni cinque anni ed è previsto il ballottaggio nel caso nessun candidato raggiunga il 52% delle preferenze. Il presidente può essere eletto solo per due mandati consecutivi, ma non è previsto un limite assoluto per la rielezione. Tutti i cittadini e le cittadine sopra i 35 anni, compresi i non residenti, possono candidarsi alla carica presidenziale, senza dover essere iscritti o appoggiati da un partito. Per candidarsi basta semplicemente presentare 7.500 firme alla Corte costituzionale, almeno 30 giorni prima del giorno delle elezioni.
Successo annunciato per l’uscente
Gli elettori potranno scegliere tra sette candidati, ma la vittoria sembra saldamente in mano all’uscente Marcelo Rebelo de Sousa – che nei giorni scorsi è risultato positivo al coronavirus. Rebelo de Sousa sarebbe in testa nei sondaggi, secondo Politico Europe, con il 64% delle preferenze. Questo scenario è considerato il più probabile anche dagli osservatori dell’Osce, che sottolineano il trend storico per cui ogni presidente portoghese uscente è stato rieletto per un secondo mandato.
Marcelo Rebelo de Sousa, avvocato, professore universitario e giornalista, è stato il leader del Partito social-democratico (Pds), formazione di centro-destra, tra il 1996 e il 1999. Conservatore-liberale, si candidò per la prima volta alle presidenziali del 2016, vincendo al primo turno. Rebelo de Sousa è in coabitazione con il primo ministro António Costa, leader del Partito socialista (Ps) e a capo di un esecutivo di minoranza; per questo, il presidente uscente si presenta come garante dell’unità nazionale e contrappeso alle forze di sinistra.
Gli altri candidati
La seconda candidata, secondo i sondaggi intorno al 13%, è Ana Gomes. Ex diplomatica ed europarlamentare, non ha mai ricoperto alcuna carica politica nazionale. Nonostante faccia parte del Ps, ha presentato una candidatura indipendente nel tentativo di attrarre parte dell’elettorato di centro. Il suo obiettivo è di impedire la vittoria al primo turno del presidente uscente, per poterlo sfidare al ballottaggio contando sui voti degli altri candidati di sinistra che verrebbero esclusi se Gomes mantenesse il secondo posto.
Con circa il 10% delle preferenze segue il candidato di estrema destra André Ventura, leader del partito nazionalista CHEGA! (Basta!). Unico deputato del suo partito eletto alle legislative del 2019, è anche l’unico membro di una formazione di estrema destra ad aver ottenuto un seggio in Parlamento dopo la fine della dittatura di António de Oliveira Salazar.
Sostenuto da Matteo Salvini e da Marine Le Pen, è stato multato dalla Commissione per l’uguaglianza e contro la discriminazione razziale per atteggiamenti razzisti nei confronti della comunità gitana residente in Portogallo. Nel suo programma politico figurano un aumento dei poteri del presidente della Repubblica, la privatizzazione di sanità e istruzione, la flat tax al 15% e un reddito di inserimento sociale, nonché un confinamento speciale per i rom per far fronte alla pandemia. Il suo obiettivo principale in queste elezioni è testare la propria forza politica, cresciuta in modo significativo rispetto all’1,3% ottenuto nelle elezioni del 2019.
A seguire, data dai sondaggi al 4,5%, la candidata Marisa Matias del partito Blocco di Sinistra. Eletta per due volte al Parlamento europeo, corre alle presidenziali per la seconda volta, partendo nei sondaggi molto in svantaggio rispetto al risultato del 10% ottenuto nel 2016. Al quinto posto, con il 3,9%, si posiziona João Ferreira, leader del Partito comunista portoghese ed eurodeputato. Punto forte del suo programma elettorale è la proposta di una nuova legge sulle politiche abitative.
Al sesto e settimo posto rispettivamente Tiago Mayan Gonçalves, del partito di centro Iniziativa Liberale, e Vitorino Silva, del partito ecologista “Reagisci, Includi, Ricicla”.
I temi della campagna
Le tematiche principali su cui si sono confrontati i candidati riguardano la durata dello stato di emergenza, la legge sul fine vita, il piano di investimenti per il servizio sanitario nazionale e le aree di intervento del Recovery Plan.
In questo contesto, Ventura si differenzia rispetto agli altri candidati, sostenendo la necessità di misure più leggere rispetto allo stato di emergenza, opponendosi alla legge sul fine vita, proponendo un sistema misto pubblico e privato di sanità e investimenti nel turismo, nel commercio e nella difesa come settori strategici del Recovery Plan. Gli altri candidati hanno invece espresso posizioni più moderate e simili tra di loro.
A cura di Kevin Carboni, autore Europa de Lo Spiegone.
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