IAI
Un dibattito molto polarizzato

Energia e clima potranno indirizzare il voto americano?

2 Nov 2020 - Luca Franza - Luca Franza

Nell’ultimo dibattito presidenziale, l’intento programmatico di Joe Biden “mi impegnerò nella transizione energetica perché l’industria del petrolio inquina considerevolmente” è stato liquidato da Donald Trump con un indisponente e sarcastico “oh, I see”. I temi dell’energia e del clima sono stati centrali nella campagna elettorale e potrebbero influenzare il voto del 3 novembre.

Negli Stati Uniti il dibattito su questi temi è ancor più polarizzato che in Europa. A differenza dell’Europa, gli Stati Uniti sono anche una superpotenza fossile. L’estrazione di petrolio e gas di scisto è aumentata esponenzialmente nell’ultimo decennio, con impatti sia positivi che negativi a seconda delle comunità. Gli interessi in gioco sono immensi e vanno al di là delle attività estrattive. Disporre di energia a basso costo è infatti anche nell’interesse dei grandi gruppi industriali consumatori di energia.

Da un lato, negli Usa ci sono sacche di negazionismo climatico molto più consistenti che in Europa. Dall’altro, non mancano elementi molto progressisti sia in termini di mobilitazione pubblica e Stati virtuosi che di un settore privato altamente innovante e di una finanza sempre più orientata agli investimenti verdi.

L’estremismo di Trump
Le posizioni dei due candidati riflettono questa polarizzazione, anche se l’estremista è senza dubbio Trump. Il presidente nega l’origine antropica del surriscaldamento globale e ha predisposto il ritiro degli Usa dagli Accordi di Parigi, che diventerà operativo proprio dal 4 novembre. La sua amministrazione ha cancellato molte normative ambientali e offerto sussidi senza condizioni alle industrie inquinanti. Nei pacchetti di stimolo per uscire dalla crisi pandemica non c’è traccia di misure per una ripresa verde.

Nella narrazione di Trump, la legislazione a tutela dell’ambiente è un freno alla crescita economica che fa perdere competitività alle aziende e dunque posti di lavoro americani, suo tema cardinale. Il messaggio di Trump fa presa sull’elettorato relativamente più anziano e rurale, nonché su lavoratori (e imprenditori) in settori energivori e in quello dei combustibili fossili. Durante il suo mandato, tuttavia, le aziende del comparto automobilistico e le miniere di carbone hanno continuato a chiudere una dopo l’altra. Questo potrebbe aver incrinato la popolarità di Trump in contee chiave all’interno di Stati chiave, come Ohio e Pennsylvania.

Negli ultimi mesi Trump ha ridotto i riferimenti al carbone, ormai reso non competitivo dalle dinamiche di mercato. Il presidente in carica ha anche adottato una narrazione blandamente ecologista su dossier inerenti all’inquinamento locale piuttosto che al cambiamento climatico globale. Trump ha ad esempio annunciato dei piani ecologici per i Grandi Laghi e le Everglades (entrambe le regioni sono situate in Stati in bilico).

L’ambizione di Biden
Biden, un centrista, ha invece presentato un programma energia-clima più ambizioso rispetto ai candidati democratici del passato (incluso, per certi versi, Bernie Sanders). L’ex vicepresidente, promotore di alcune misure a favore dell’ambiente nell’amministrazione precedente, ha annunciato di voler azzerare le emissioni di gas serra complessive nel 2050 e quelle generate del settore elettrico già nel 2035. Con Biden, gli Stati Uniti rientrerebbero inoltre negli Accordi di Parigi e rafforzerebbero il dialogo con l’Europa su alcuni temi chiave come la tassazione sul carbonio.

Conscio che in casa la partita elettorale si gioca sui temi economici e del lavoro, Biden ha impostato il proprio messaggio in senso positivo, ovvero riducendo l’enfasi sulle normative ambientali restrittive e sottolineando come il piano di decarbonizzazione sia anche un piano per la prosperità e per il lavoro.

Il candidato democratico ha annunciato un piano di spesa verde di ben 2.000 miliardi di dollari in quattro anni. Molte priorità sono quelle consuete: batterie, efficienza energetica, reti, rinnovabili, stazioni di ricarica. Due temi su cui Biden ha posto un’enfasi particolare sono quello della necessità di ridurre i consumi dei nuovi autoveicoli prodotti negli Usa e sulle prospettive offerte dalle ristrutturazioni degli edifici, anche per creare posti di lavoro rapidamente in risposta alla crisi economica generata dal coronavirus.

Il messaggio di Biden fa maggior presa tra gli elettori relativamente più giovani, urbani e istruiti, ma anche tra i residenti di zone ad alta innovazione che potrebbero beneficiare dallo sviluppo ulteriore di tecnologie decarbonizzanti. Seppur in misura minore, anche i residenti di zone colpite da fenomeni metereologici estremi o esternalità negative del fracking potrebbero essersi sensibilizzati al messaggio democratico.

Clima, energia ed elezioni
I temi dell’energia e del clima contribuiranno a spostare l’asticella del voto in un Paese dove il dibattito è altamente polarizzato, anche in questo campo. L’importanza del comparto automobilistico in Michigan, Ohio e altri Stati in bilico del Midwest pesa sicuramente, anche se in modo ambivalente. Il messaggio di Trump potrebbe ancora rassicurare i lavoratori della rust belt ma c’è anche molta delusione.

La Pennsylvania, protagonista della rivoluzione dello scisto, è un altro Stato chiave. Nonostante alcune esternalità negative del fracking, la narrazione di Trump risulta rassicurante per gli abitanti del “Keystone State” che dipendono economicamente da un settore petrolifero florido.

Infine, l’importanza degli idrocarburi per l’economia statale determinerà in parte l’orientamento elettorale del Texas, che è diventato uno Stato in bilico (dato il peso demografico crescente degli ispanici).

L’andamento delle elezioni Usa dipenderà dunque in parte dalle questioni legate all’energia e al clima. Ancor di più, la capacità di vincere la sfida planetaria della lotta al cambiamento climatico dipenderà dall’esito delle elezioni negli Usa, secondo maggiore emettitore al mondo, dove un cambio di passo rispetto ai quattro anni di negazionismo trumpiano è urgente.