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Dopo la riforma della Costituzione

Presidenziali in Guinea: Alpha Condé tenta la carta del terzo mandato

14 Ott 2020 - Lo Spiegone - Lo Spiegone

Domenica 18 ottobre si terranno le tanto attese e contestate elezioni presidenziali in Guinea. A marzo i cittadini erano stati chiamati a votare per le legislative e per il referendum sulla modifica della Costituzione proposta dal presidente uscente Alpha Condé. 

La proposta di modifica della Costituzione, che prevedeva l’eliminazione del limite dei due mandati presidenziali, ha ottenuto una schiacciante vittoria (quasi il 90%) alle urne. Condé ha potuto così ricandidarsi per un terzo mandato. Anche il partito del presidente, il Rassemblemente du Peuple de Guinée (Rpg), è uscito vittorioso dalle elezioni del 22 marzo eha confermato la propria maggioranza in Parlamento con 79 seggi su 114 totali.

L’opposizione ha criticato aspramente i risultati delle votazioni. Già all’annuncio della volontà di istituire il referendum, le forze di minoranza e la società civile si erano unite formando il Front National pour la Défense de la Constitution (Fndc).

Subito dopo la consegna da parte di Condé dei documenti necessari alla candidatura ufficiale presso la Corte Costituzionale, come previsto dalla Costituzione, decine di migliaia di persone sono scese in piazza per ribellarsi all’eventualità di un altro mandato. Le proteste si sono diffuse in tutto il Paese, da Conakry fino alla storica roccaforte dell’Rpg Kankan, terza città più grande della Guinea.

L’elezione del presidente
La Costituzione prevede che il presidente venga eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno: se un candidato ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi, diventa presidente, altrimenti i due più votati si sfidano al ballottaggio durante una nuova giornata elettorale 14 giorni dopo.

Fino al 22 marzo, il presidente il mandato quinquennale del presidente poteva essere rinnovato una sola volta. A seguito del referendum, la durata della carica è stata estesa a 6 anni. Il limite del numero di mandati è rimasto, ma si è azzerato il conteggio di quelli già rivestiti dal presidente uscente, o almeno così Condé ha voluto interpretare la mancanza di disposizioni a riguardo.Teoricamente quindi, ai dieci anni di presidenza già trascorsi se ne potrebbero sommare altri 12. 

L’opposizione
Il principale sfidante del Presidente sarà ancora una volta Cellou Dalen Diallo. Diallo è il punto di contatto tra i gruppi di opposizione – in quanto leader dell’Union des forces démocratiques de Guinée (Ufdg) – e il Fndc, di cui è uno dei fondatori.

Nonostante le due sconfitte del 2010 e del 2015, la prima delle quali ha previsto un secondo turno dopo il testa a testa del primo,  l’Ufdg ha deciso di nominare ancora una volta Diallo come candidato alla presidenza. L’Unione spera che, sulla scia delle proteste di piazza, riuscirà questa volta ad accaparrarsi la vittoria. Diallo è probabilmente in grado di ottenere il sostegno di molti degli elettori contrari alla candidatura di Condé. Tuttavia, alcuni degli oppositori della riforma potrebbero criticare la sua scelta di correre per la presidenza, che tacitamente legittima quella dell’avversario ritenuta costituzionalmente controversa.

Un altro nome tra le fila dell’opposizione è quello di Ousmane Kaba, leader del Partie des Democrats pour l’Espoir (Pades). Kaba vanta un’esperienza ventennale in politica: ha ricoperto più volte la carica di ministro e nel 2010 ha tentato la corsa alla presidenza ottenendo meno dell’1%. Anche il suo partito fa parte del Fndc e ha supportato il boicottaggio del voto del 22 marzo aderendo alle manifestazioni di piazza. Gli altri candidati hanno probabilità pressoché nulle di ottenere percentuali di voto rilevanti.

Gli attori internazionali
La Fndc, spaventato dalla possibilità del verificarsi di violenze e brogli durante le elezioni, ha invitato la comunità internazionale, in particolare l’Ecowas, a prestare attenzione alla Guinea. A seguito della richiesta Ecowas, l’Unione Africana e le Nazioni Unite hanno inviato una missione pre-elettorale a Conakry. I rappresentanti delle tre organizzazioni, in una serie di incontri, hanno sensibilizzato gli attori statali per garantire la trasparenza e l’imparzialità del processo elettorale. Da parte sua l’Ue ha dichiarato di appoggiare qualsiasi azione intrapresa dagli attori protagonisti della missione.

Nonostante lo sforzo internazionale, la probabilità che si verifichino scontri e che le opposizioni lamentino il verificarsi di brogli è molto alta. Altrettanto probabile è la vittoria di Condé che riuscirebbe a portare a compimento il progetto tutt’altro che democratico di restare saldamente al potere, potenzialmente per altri 12 anni.

A cura di Armando D’Amaro, autore Africa de Lo Spiegone

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