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Conservatori ma con poca propensione al voto: gli Amish nelle elezioni americane

21 Ott 2020 - Gianluca Lo Nostro - Gianluca Lo Nostro

Tra tutti i gruppi religiosi più influenti negli Stati Uniti, gli Amish sono probabilmente quello meno interessato a incidere sugli equilibri politici e sociali dell’Unione. L’organizzazione di stampo protestante originatasi in Europa e presente ormai soltanto nel continente nordamericano, conta quasi 300mila residenti negli Usa che sono disseminati in tutti gli Stati, in particolare in due contee dell’Ohio e della Pennsylvania. Nonostante un’indifferenza spesso totale per la realtà circostante, gli Amish prendono parte – restii e talvolta di nascosto – alla vita politica del Paese. E la loro collocazione nel sistema partitico americano è quella da decenni comune ad altre confessioni religiose: l’area conservatrice repubblicana.

L’affinità ideologica degli Amish con il partito repubblicano non riguarda solo i temi etici come l’aborto e i matrimoni omosessuali, ma anche l’economia e il commercio. Il Grand Old Party oggi è il partito delle zone rurali e gli Amish sono la comunità rurale per antonomasia. La loro economia è basata fondamentalmente sull’agricoltura e propugna un approccio fisiocratico che nega la circolazione e l’utilizzo delle macchine e della tecnologia.

Senza auto e senza Internet
La politica della tolleranza zero di Donald Trump nei confronti delle importazioni cinesi ha aiutato le piccole imprese a conduzione familiare Amish a risollevarsi, garantendogli guadagni importanti nel mercato interno, la loro unica fonte di ricchezza. Gli appartenenti a questo movimento della cosiddetta Riforma radicale, infatti, non possono avere contatti col mondo esterno e gli è permesso viaggiare solo via mare o in auto, sempre in qualità di passeggeri.

È molto raro imbattersi in una famiglia Amish con un televisore, uno smartphone e una connessione Internet, anche se di recente alcune frange più progressiste stanno dimostrando una timida propensione al dialogo. L’isolamento totale è uno degli aspetti più noti di questo gruppo, ma – come si è soliti fare quando si tratta di America – cadere negli stereotipi nasconde la complessità di un piccolo universo religioso tutt’altro che lineare.

Un panorama vasto e legato alle tradizioni
Gli Amish non sono un monolite come vengono descritti dai milioni di turisti che ogni anno si recano negli Usa per conoscere il loro stile di vita. Vige una netta divisione per ordini e il grado di modernità acquisita non è lo stesso per tutti. Nella scala gerarchica della società Amish spiccano sicuramente i predicatori e i vescovi, che possono decidere se rinnegare ed espellere un membro per non aver rispettato le pratiche di una determinata comunità. Una di quelle più diffuse è quella di non partecipare ai processi elettorali, sia attivamente che passivamente.

Esistono diversi Pac (Political action committee) che cercano di avvicinare gli Amish alla politica. Uno di questi è l’Amish Pac, comitato pro-Trump fondato dal repubblicano Ben Walters. Lo scopo di questo Pac non è tanto quello di convincere gli elettori Amish a votare per il presidente uscente, quanto invece riuscire a incrementare un’affluenza che di per sé è bassissima. Nella contea di Lancaster, nel sud-est della Pennsylvania, dove vivono 15mile Amish che possiedono l’età legale per votare, alle ultime elezioni presidenziali hanno votato poco più di mille persone su un totale di 2mila elettori registrati.

Numeri rimasti costanti nel tempo (nel 2004 furono 1.300 gli elettori che si presentarono alle urne), al netto di una crescita demografica tra le più positive del pianeta. Con una media di sette figli per nucleo familiare, gli Amish riescono ogni venti anni a raddoppiare il loro peso demografico, costituito per almeno la metà da minori e da donne che hanno poca familiarità con la società occidentale e vivono in un contesto semi-patriarcale. Kyle Kopko e Steven Nolt dell’Elizabethtown College, due dei più grandi esperti statunitensi di Amish, sostengono che sia la tradizione religiosa a impedire agli Amish di incidere sul piano elettorale. “Non c’è un divieto vero e proprio, ma c’è un pregiudizio religioso e culturale abbastanza forte contro il voto” hanno detto al Washington Post un anno fa.

Unici e per questo affascinanti
I fedeli di quest’ordine si rifiutano di pagare la social security che finanzia il programma sanitario Medicare, poiché non usufruiscono delle cure di base. A seconda dell’affiliazione e dell’interpretazione più o meno rigida del precetto religioso, gli Amish possono ignorare ed evitare di andare negli ospedali o di farsi prescrivere farmaci specifici. Le popolazioni parlano inoltre un dialetto derivante dal tedesco centrale occidentale, il Pennsylvania Dutch, che viene insegnato nelle scuole come prima lingua. Questo elemento, insieme agli abiti tipici di usanza boschereccia e la barba ispida senza baffi, rende gli Amish facilmente riconoscibili e unici nel melting pot americano.

Donald Trump è stato il primo presidente a incontrare un leader Amish alla Casa Bianca lo scorso gennaio, suscitando i dubbi e le critiche dei più ortodossi. Nell’immenso mondo Amish non esistono, appunto, figure apicali o portavoce, in quanto incompatibili con i dettami biblici che limitano al minimo le relazioni sociali al di fuori della comunità. Questa storica apertura, fortemente voluta dai repubblicani che da tempo hanno individuato negli Amish un potenziale blocco elettorale di proporzioni gigantesche, potrebbe creare delle pericolose divisioni all’interno di un microcosmo tanto eterogeneo quanto singolare.

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