IAI
Voto nell'anno delle riforme

Amministrative in Ucraina: un test per il partito del presidente Zelensky

23 Ott 2020 - Lo Spiegone - Lo Spiegone

Domenica 25 ottobre più di 28 milioni di elettori saranno chiamati alle urne per le elezioni regionali e amministrative in Ucraina. Le elezioni locali si terranno contemporaneamente in tutto il territorio nazionale e per tutti i livelli amministrativi in cui è diviso il Paese, a eccezione della Crimea e delle regioni di Donetsk e Luhansk. Il voto coinvolgerà l’area a statuto speciale di Kiev, 22 oblast (regioni), 119 rayon (distretti), 1421 hromada (comunità territoriali) e 370 città, che dovranno eleggere un nuovo sindaco.

Si tratta della prima votazione dopo la riforma del sistema e della legge elettorale, approvate lo scorso giugno, e il completamento delle riforme per il decentramento del governo locale, avvenuto a luglio. Il processo di decentramento amministrativo, cominciato nel 2015 dopo le rivolte di  EuroMaidan, ha diminuito il numero dei distretti da 490 a 136, di cui 119 sotto il controllo del governo ucraino e 17 controllati dai separatisti nei territori occupati del Donbass e nella Crimea illegalmente annessa alla Russia. Le comunità territoriali sono diminuite da 10.000 a 7.000, di cui 1.000 sono diventate comunità territoriali unificate. Questo accorpamento garantisce la possibilità di eleggere un nuovo governo locale, provvisto di potere esecutivo, e di trattenere un’ampia parte delle tasse nel territorio.

Il nuovo sistema elettorale
La riforma del sistema elettorale prevede l’utilizzo di un sistema proporzionale a liste aperte in tutte le unità politiche superiori ai 10.000 abitanti. In questo caso non sono ammessi candidati indipendenti, a meno che non vengano accettati all’interno delle liste dei partiti in competizione. Viene applicata una soglia di sbarramento al 5% e un seggio è riservato al capolista.

Nelle unità di dimensioni inferiori, invece, è stato adottato un sistema maggioritario con voto singolo non trasferibile. I seggi vengono assegnati ai candidati più votati e sono accettate candidature indipendenti.

Per quanto riguarda le candidature a sindaco, nelle città con più di 75000 abitanti, per vincere, è richiesta la maggioranza assoluta ed è previsto il ballottaggio in caso contrario. Per le città di dimensioni inferiori, invece, si utilizza il sistema uninominale secco.

Tra le innovazioni della nuova legge elettorale c’è l’introduzione di quote di genere obbligatorie. Nelle elezioni che prevedono il sistema proporzionale, un minimo del 40% dei seggi sarà garantito alle candidate donne. Inoltre, tutte le liste devono includere almeno due donne in ogni gruppo di cinque candidati, l’assenza delle quali comporterà l’esclusione dell’intera lista dalla competizione elettorale.

Tutti i problemi di Zelensky
Oltre a essere le prime elezioni per le nuove unità politiche derivate dal decentramento, queste saranno anche il banco di prova per l’attuale partito di governo, Servo del Popolo, e per il presidente Volodymyr Zelensky. Nonostante la schiacciante vittoria dello scorso anno, l’indice di gradimento di Zelensky è sceso al 29% e fino ad oggi il suo partito non è riuscito a radicarsi sul territorio, anche a causa di tensioni interne che hanno visto le dimissioni di circa 250 funzionari locali. Inoltre, se l’Ucraina è l’unico Paese dell’ex blocco sovietico a non aver mai rieletto un presidente per un secondo mandato, a livello locale i cittadini tendono a riconfermare i candidati uscenti. Questo è il caso di alcune delle più importanti città ucraine come Odessa, Dnipro, Kharkiv e Lviv, i cui attuali sindaci sono saldamente in testa ai sondaggi e sembrano non dover temere i candidati avversari.

Anche nella capitale Kiev si profila un risultato simile. Nonostante la competizione per la capitale veda in campo venti sfidanti, la vittoria dell’attuale sindaco Vitali Klitschko, leader delle proteste di EuroMaidan, sembra inevitabile. Klitschko ha addirittura scelto di rifiutare l’endorsement dell’ex presidente Petro Poroshenko, preferendo un’immagine totalmente indipendente e slegata dalla vecchia élite.

Altri ostacoli si frappongono tra il partito di governo e una possibile vittoria in queste elezioni. La gestione della pandemia è stata terreno di scontro tra autorità locali e nazionali fin dai primi mesi di quarantena. Ad oggi, l’Ucraina sta subendo una seconda ondata di contagi più grave della prima e le opposizioni fanno leva sulla conseguente crisi economica per delegittimare il governo. Inoltre, a giugno, dopo alcuni gravissimi casi di abuso di potere da parte delle forze di polizia, in tutta l’Ucraina l’opinione pubblica si è mobilitata chiedendo le dimissioni del ministro dell’Interno Arsen Avakov, accusato di aver rallentato il processo di riforma delle forze dell’ordine e di non essere intervenuto per fermarne gli abusi.

In quell’occasione, Zelensky ha deciso di dare il suo sostegno al ministro, incrinando ancora di più il suo rapporto con gli elettori. Infine, le continue violazioni degli accordi di Minsk nei territori del Donbas, con il conseguente annullamento delle elezioni nelle regioni di Donetsk e Luhansk, hanno contribuito a evidenziare la debolezza del presidente in politica interna.

Un nuovo round delle presidenziali?
Lo scontro politico del 25 ottobre si profila come una prosecuzione delle presidenziali. Le campagne elettorali delle due principali forze di opposizione, il Blocco Poroshenko e il partito filorusso di Viktor Medvechuk Blocco di Opposizione – per la Vita, si sono infatti concentrate su argomenti di carattere nazionale, come il dibattito sulla lingua ufficiale, la gestione della pandemia o l’operato di Zelensky, e internazionale, come la dipendenza dal Fondo monetario internazionale e il conflitto con Mosca. Il risultato delle elezioni sarà indicativo della tenuta del sentimento europeista ucraino o di un revanscismo filorusso. Inoltre, una forte sconfitta del partito di governo potrebbe essere utilizzata dalle forze di opposizione per arrivare a elezioni anticipate.

Le probabilità di una sconfitta totale sono comunque scarse, osservando le storia delle elezioni locali ucraine. Anche se le più grandi città resteranno probabilmente in mano agli attuali sindaci, il partito di governo ha sempre ottenuto la maggioranza dei seggi nei consigli locali e regionali. Zelensky ha seguito personalmente tutta la campagna elettorale, visitando gran parte delle aree in cui si svolgeranno le elezioni e il suo partito rappresenta ancora il simbolo della speranza nel rinnovamento politico e istituzionale dell’Ucraina post EuroMaidan.

A cura di Kevin Carboni, autore Europa de Lo Spiegone. 

***Lo Spiegone è un sito giornalistico fondato nel 2016 e formato da studenti universitari e giovani professionisti provenienti da tutta Italia e sparsi per il mondo con l’obiettivo di spiegare con chiarezza le dinamiche che l’informazione di massa tralascia quando riporta le notizie legate al mondo delle relazioni internazionali, della politica e dell’economia.