Cina-Ue: passi avanti, ma ancora distanza su commercio, sostenibilità e diritti umani
Il 14 settembre 2020 si è tenuto a Lipsia, in Germania, il summit tra i vertici dell’Unione europea e le controparti cinesi. L’incontro, in realtà, si è tenuto in videoconferenza a causa delle procedure di sicurezza anti-contagio, e ha fatto seguito al 22esimo appuntamento annuale tra Cina e Ue, tenutosi lo scorso 22 giugno.
Hanno presieduto il vertice il presidente cinese Xi Jinping, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e la Cancelliera Angela Merkel, il cui Paese è alla presidenza di turno del Consiglio d’Europa.
Il summit virtuale verteva sui dossier principali del momento: il cambiamento climatico, il commercio e gli investimenti, gli effetti sanitari, economici e sociali del coronavirus. Sono invece state dibattute al termine della conferenza le tematiche legate alla sicurezza e ai diritti umani, come la situazione di Hong Kong, la tutela delle minoranze etniche in Xinjiang e in Tibet e la questione del Mar cinese meridionale.
Prendendo la parola, Xi Jinping ha sottolineato che Cina e Ue devono promuovere le relazioni di partenariato strategico attraverso l’implementazione dei cosiddetti “quattro punti fermi“: coesistenza pacifica, cooperazione aperta, multilateralismo e dialogo.
Eppure, la sensazione dei leader europei è che resta ancora molto da fare. Come si legge su EuNews, le preoccupazioni di Bruxelles riguardano quasi tutti gli argomenti messi sul tavolo virtuale di Lipsia: il commercio vede il problema dell’accesso al mercato cinese e la sovrapproduzione dell’acciaio; sulla sostenibilità, Merkel sottolinea che “la Cina emette la metà delle emissioni globali di CO2 prodotte da centrali a carbone”; in ultimo, sul capitolo diritti umani l’Ue non vuole fare sconti: “L’Europa è un giocatore, non un campo da gioco”, mette in chiaro Michel.
Qualche passo avanti comunque c’è stato, ma senza troppa convinzione: la Cina rimane seduta ai tavoli europei, eppure per Von der Leyen “Pechino deve convincerci che valga la pena avere un accordo“. Tutto rinviato al prossimo vertice, da tenersi magari in presenza, sperando che questo renda meno distanti le due capitali.
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