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L'oppositore russo esce dal coma

Navalny celebra il risveglio con i seggi vinti dai suoi alle amministrative

18 Set 2020 - Eleonora Febbe - Eleonora Febbe

Mi siete mancati. Non riesco ancora a fare molto, ma ieri ho potuto respirare da solo tutto il giorno. Mi sento di nuovo me stesso”. Così Alexey Navalny ha salutato i suoi sostenitori su Instagram due giorni fa, appena uscito dal coma in cui si trovava dal 20 agosto, giorno in cui è stato avvelenato.

Per i medici è ancora troppo presto per sapere che tipo di ripercussioni avrà l’avvelenamento sulla salute del leader dell’opposizione russa, uno dei pochi a far paura al Cremlino. Ma al suo risveglio Navalny ha comunque avuto una notizia positiva: alle elezioni regionali del 13 settembre il suo alleato Sergei Boyko è stato eletto nel consiglio comunale di Novosibirsk, mentre altri due, Ksenia Fadeyeva e Andrei Fateyev, hanno conquistato un seggio a Tomsk.

Davanti all’impossibilità di vincere anche solo una delle cariche di governatore in palio per queste elezioni, la squadra di Navalny aveva infatti puntato sull’occupare almeno qualche seggo nei consigli regionali o comunali. Il tutto adottando la tattica del cosiddetto “voto intelligente”: convincere l’opposizione a votare compatta per il candidato che ha più possibilità di battere l’esponente del partito di Putin, Russia Unita, a prescindere dalla sua appartenenza politica.

La campagna svoltasi intorno a Boyko a Novosibirsk, terza città russa per numero di abitanti, ha raccolto 31 candidati dell’opposizione per cercare di strappare la maggioranza a Russia Unita nel consiglio comunale. I sostenitori di Boyko hanno dovuto affrontare mille difficoltà, incluso il liquido nocivo lanciato nel loro quartier generale a Novosibirsk, in seguito al quale due volontari della campagna sono finiti in ospedale. Ma alla fine hanno raggiunto il loro obiettivo, nonostante i brogli registrati in questa tornata elettorale, un modo per il partito di Putin di assicurarsi un vantaggio considerevole in vista delle elezioni legislative dell’anno prossimo.

Nuove informazioni sull’avvelenamento
Intanto arrivano altre informazioni sulle modalità dell’avvelenamento di Navalny: non sarebbe stato avvelenato bevendo una tazza di tè in aeroporto, come si pensava inizialmente, ma prima di arrivarci, secondo le analisi condotte da medici militari tedeschi su una bottiglia d’acqua che si trovava nella sua stanza d’albergo a Tomsk.

La versione ufficiale del Cremlino continua ad attribuire il malore di Navalny a un calo di zuccheri, ma è chiaro per tutti chi sia il mandante dell’avvelenamento: la sostanza usata è stata il Novichok, l’agente nervino di epoca sovietica, utilizzato anche per avvelenare l’ex agente del Kgb Sergey Skripal due anni fa. Inoltre, la lista di persone invise a Putin che sono stati avvelenate almeno una volta è lunga, da Alexander Litvinenko ad Anna Politkovskaya.

I vertici dell’Unione europea, dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen all’Alto rappresentante Josep Borrell, hanno condannato fermamente quanto accaduto a Navalny, e il 17 settembre il Parlamento europeo ha approvato, con 532 voti a favore, una risoluzione che chiede l’avvio di un’indagine internazionale in proposito e l’inasprimento delle sanzioni esistenti contro la Russia.

Ma per molti le sanzioni da sole non sono sufficienti, e sostengono che l’arma più potente dell’Unione Europea contro Putin sia il gasdotto Nord Stream 2, che permetterebbe alla Russia di esportare gas naturale in Europa bypassando Ucraina, Bielorussia, Polonia e Paesi Baltici e privandoli di tasse di transito sul gas russo.

Il premier lettone Krisjanis Karins ha già esortato la Germania – il Paese europeo che trarrebbe il maggior beneficio dal gasdotto – a bloccare il progetto, che è però ormai completato al 90%: il tempo stringe per dare un segnale forte a Putin.

Malcontento in crescita
Intanto, in Russia, se una volta la popolazione sembravano contenta dell’operato di Putin alla guida del Paese, soprattutto grazie alla crescita economica dei primi anni Duemila, ora il malcontento è in crescita, e potenzialmente aumenterà per la crisi economica globale causata dal Covid-19: secondo la Banca mondiale, il Pil russo potrebbe subire una contrazione del 6% nel 2020.

A Khabarovsk, nella Siberia orientale, la popolazione protesta contro Putin da luglio, quando il governatore della regione è stato arrestato. E in un sondaggio recente del Levada Centre, il 38% ha risposto che la Russia si trova in uno stato di anarchia crescente e declino dell’ordine – proprio quell’ordine di cui Putin si è sempre fatto garante e che gli ha consentito di mantenersi popolare negli anni.

L’avvelenamento non è bastato a dissuadere Navalny dal continuare il suo lavoro di opposizione: la sua portavoce ha già affermato che, nonostante il tentativo di intimidazione, Navalny tornerà sicuramente in Russia. “Non abbiamo preso in considerazione nessuna altra opzione”, ha dichiarato.

Foto ANSA tratta dall’account Instagram di Alexey Navalny