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Terzo referendum in meno di vent'anni

Le Falkland al voto per l’unificazione dei due collegi elettorali dell’isola

23 Set 2020 - Lo Spiegone - Lo Spiegone

Le Isole Falklandper gli argentini, e non solo, Islas Malvinas – sono uno dei quattordici territori d’oltremare appartenenti al Regno Unito. Il 26 marzo scorso, i 3400 abitanti di queste isole – di cui 2700 vivono nella capitale Stanley – sarebbero dovuti andare a votare in un referendum per decidere se modificare o meno il numero di collegi elettorali attualmente esistenti.

A causa della pandemia da Covid-19, la consultazione è stata rinviata al 24 settembre 2020. Nel corso di questi mesi sono state 13 le persone contagiate, tutte risultate guarite. Attualmente non si registra nessun caso.

In cosa consiste il referendum
Il referendum prevede una domanda all’apparenza molto semplice: “Should there be two constituencies, Stanley and Camp, or should there be one constituency for the whole of the Falkland Islands?“. In sostanza si chiede ai cittadini del territorio britannico d’oltremare se sono d’accordo o meno sull’unificazione dei due collegi elettorali al momento esistenti, Stanley e Camp, nei quali si eleggono rispettivamente cinque e tre membri dell’Assemblea legislativa. La circoscrizione di Stanley rappresenta la capitale, mentre quella del Camp il resto del territorio.

Quando la produzione dell’isola era prevalentemente rurale la suddivisione era di quattro rappresentanti per ogni collegio, ma i cambiamenti demografici, il miglioramento delle comunicazioni e la diversificazione economica hanno portato alla situazione attuale e hanno contribuito a promuovere il dibattito verso l’unificazione dei due collegi.

Il rischio, però, è che unificando i collegi, i territori rurali, nei quali vivono molte meno persone, finiscano per essere sottorappresentati nell’Assemblea legislativa. D’altra parte, i cittadini dei Stanley possono obiettare che il collegio di Camp è proporzionalmente sovrarappresentato. Nell’Assemblea, infatti, a questi ultimi spettano 3 rappresentanti, il 38% del totale dei deputati, mentre al collegio di Stanley ne vengono garantiti 5, il 62,5% – a fronte di una popolazione che, stando al censo del 2016, vive per l’87% nella capitale.

La Costituzione delle isole Falkland prevede, all’articolo 27, che qualsiasi cambiamento delle circoscrizioni debba passare da un referendum ed essere approvato con una maggioranza di almeno 2/3 dei votanti. Al referendum possono votare i cittadini che hanno raggiunto la maggiore età (18 anni) e che dimostrino di risiedere nell’arcipelago da almeno sette anni.

Governo delle Isole
Per quanto riguarda l’amministrazione delle Isole, il potere esecutivo è in mano a un governatore, attualmente Nigel Philips, nominato dalla regina Elisabetta. Come stabilito dalla Costituzione delle isole Falkland del 2009, il governatore non prende le decisioni in maniera autonoma, ma è supportato da un Consiglio esecutivo formato da cinque membri: tre eletti dall’Assemblea legislativa, due  nominati dallo stesso governatore e facenti parte anche dell’Assemblea legislativa – il chief executive e il director of finance -.

Il governatore ha la possibilità di annullare una decisione presa dall’Assemblea legislativa, previa autorizzazione del ministro degli Esteri britannico. La Costituzione attuale, rispetto alla precedente del 1985, attribuisce una grande autonomia al governo in carica, ma per alcune questioni – concernenti soprattutto la difesa e la sicurezza interna – deve obbligatoriamente passare per il comandante regionale dell’esercito britannico.

L’Assemblea legislativa è composta da dieci membri, undici se si considera il governatore: i due già elencati e nominati dal governatore e i restanti otto eletti nei due attuali collegi nei quali è diviso l’arcipelago. L’elezione avviene attraverso il sistema del multiple non-transferable vote (mntv) che prevede la possibilità di esprimere più preferenze diversificate – ma non più voti per la stessa persona. Come visto, attualmente vengono eletti i cinque candidati con più preferenze nel collegio di Stanley e i tre con più voti in quello di Camp.

È interessante sottolineare che, a causa dell’esiguo numero di abitanti, nelle Falkland Islands non esistono partiti politici e, di conseguenza, i candidati si presentano in modo indipendente per essere eletti.

Ricadono sotto l’amministrazione del governo delle isole Falkland anche i territori britannici d’oltremare della South Georgia e delle South Sandwich Islands.

I precedenti
Non è la prima volta che i cittadini delle Falkland sono chiamati alle urne per esprimersi su quesiti simili. Quello che si svolgerà il 24 settembre è infatti il terzo referendum in meno di vent’anni per cambiare il numero dei collegi elettorali. Il primo, svoltosi il 22 novembre 2001, oltre all’unificazione dei collegi elettorali proponeva anche il cambio della legge elettorale in favore di un sistema proporzionale. Entrambe le modifiche furono rifiutate con il 56,65% dei “no” contro il 43,35% dei sì. Il 3 novembre 2011 gli abitanti dell’arcipelago vennero nuovamente chiamati a esprimersi, ma questa volta senza la proposta di riforma della legge elettorale. Di nuovo, la proposta di modifica venne respinta, questa volta con il 58,78% dei voti contrari e il 41,22% dei voti a favore. A spostare l’ago della bilancia fu la circoscrizione di Camp nella quale l’80% dei votanti si espresse contro la riforma. Nel distretto di Stanley, invece, si registrò una maggioranza a favore del cambiamento: 50,2% contro 49,8%.

Non resterà che aspettare per capire se, al terzo tentativo, il risultato della consultazione sarà diverso rispetto al passato.

A cura di Francesco Betrò, direttore editoriale de Lo Spiegone.

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