La democrazia dopo la pandemia: cinque sfide per gli anni Venti
Il 2020 sarà per sempre l’anno del coronavirus, un evento catastrofico al rallentatore che ha sconvolto la vita di tutti, suscitando un diffuso senso di incertezza e vulnerabilità, paragonabile solo ai tempi di guerra. Sotto pressione a causa della rapida diffusione del contagio e dell’inevitabile impatto economico, i leader mondiali hanno dovuto agire rapidamente, nonostante la mancanza di certezze scientifiche, disponendo (o meno) misure restrittive della libertà personale e in alcuni casi della partecipazione democratica.
Da tempo il modello democratico è messo a dura prova sia sul livello locale, dalla crescita di movimenti populisti o nazionalisti, sia a livello geopolitico, dalle minacce esterne dei regimi autoritari.
Il Covid-19 ha sottoposto le democrazie a un ulteriore test, amplificando le fratture sociale esistenti e contemporaneamente mettendo in dubbio la globalizzazione, il processo decisionale democratico, l’affidabilità della scienza e dell’informazione, e fondamentalmente la capacità del modello democratico di far fronte a eventi devastanti come una pandemia globale.
In questo paper del The Brookings Institution, Célia Belin e Giovanna De Maio sostengono che ci sono cinque sfide principali per i governi democratici dopo il coronavirus:
- Proteggere la sicurezza e l’integrità delle elezioni
All’apice del caso della pandemia, molti governi nazionali e regionali hanno modificato, posticipato, o cancellato elezioni nell’interesse della sicurezza pubblica. In Francia, ad esempio, è stata molto criticata la scelta di tenere le elezioni a metà marzo quando l’epidemia cominciava a diffondersi più rapidamente. Il voto per corrispondenza, adattamento naturale alla realtà di distanziamento sociale, suscettibile per certi aspetti di aumentare l’affluenza complessiva, è diventato un argomento controverso soprattutto negli Stati Uniti, dove il presidente Donald Trump ed il partito repubblicano l’hanno più volte screditato.
Per il futuro, le democrazie dovranno investire di più in nuove e sicure modalità di voto per incoraggiare partecipazione politica e affluenza.
- Individuare il giusto ruolo per gli esperti nelle decisioni politiche
Forse come mai prima, con la pandemia globale gli scienziati e gli esperti di salute pubblica sono protagonisti della risposta al Covid-19, anche nei paesi dove movimenti populisti ne avevano fortemente criticato l’ingerenza nel campo politico. Essi hanno consigliato i governi pareri sulla necessità o meno di applicare misure restrittive, muovendosi spesso nel buio data la mancanza di dati certi; talvolta certe scelte politiche come quella di riaprire le scuole o le attività economiche sono avvenute in contraddizione con le misure più rigorose di precauzione sanitaria.
Per il futuro, le democrazie dovranno fare in modo di integrare i consigli degli esperti lasciando alla politica le responsabilità delle decisioni.
- Affrontare una probabile ripresa di populismo e nazionalismo
Durante il Covid-19, i partiti populisti hanno mitigato la loro postura anti-establishment; quelli nazionalisti hanno intensificato i loro messaggi contro l’immigrazione e le organizzazioni internazionali. Purtroppo, non molto è cambiato dal 2008 quando sono questi partiti sono emersi – le disuguaglianze sociali, i dubbi sulla solidarietà internazionale, e le questioni migratorie (tra gli altri fattori).
Senza un focus su questi temi e soprattutto senza un impegno più profondo verso la partecipazione dei cittadini e nella vita democratica queste istanze potrebbero riproporsi nel breve periodo con posizioni ancor più radicali.
- Rispondere alla disinformazione interna ed esterna
La circolazione di una quantità eccessiva di informazione sul coronavirus ha contribuito ad “un’infodemia,” che ha portato alla luce teorie del complotto, notizie false, e disinformazione – sia di origine locale sia straniera, soprattutto russa e cinese, che genera sfiducia nelle istituzioni.
In questo senso, sarà importante per le democrazie coordinarsi per gestire questo tipo di minacce a livello internazionale, con l’inclusione fondamentale dei partner del settore pubblico, privato e della società civile.
- Difendere il sistema di governo democratico
Quanto all’efficacia nel contenimento del contagio, molto si è detto della Cina e dei regimi autoritari che avrebbero fornito risposte più tempestive rispetto alle democrazie alle prese con delicati equilibri politici. Tuttavia, l’evidenza suggerisce che la forma di governo non è di per sé un indicatore per l’efficacia o meno della gestione della pandemia. In alcuni casi, il virus è stato il pretesto per estendere il potere dell’esecutivo e istituire misure di sorveglianza senza garanzie attendibili.
Nel paper, le autrici forniscono diversi esempi e sostengono che per il futuro le democrazie dovranno fare di più per proteggere il ruolo delle istituzioni anche nelle situazioni di crisi e promuovere la conoscenza del funzionamento e la consapevolezza delle libertà democratiche, ma anche delle responsabilità che ne derivano.