La Germania e la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue: parla Gian Enrico Rusconi
Sei mesi questa volta sono tanti, perché l’Europa si trova in una situazione di estrema incertezza in tutti i sensi. Opinione comune è che Angela Merkel è forse la persona in Europa più adatta ad affrontare questa situazione. L’Economist anni fa parlava di “europea indispensabile”. Ho pensato fosse esagerato, soprattutto dopo la crisi dell’immigrazione, perché sembrava che la Merkel si ritirasse, ma poi, anche grazie alla struttura della Germania, è riuscita a reagire alla pandemia meglio che altrove. In questo momento sappiamo che il consenso attorno ad Angela Merkel è altissimo, e anche i politici suoi avversari si sono zittiti. Nessuno, due anni fa, avrebbe immaginato che la Merkel riconquistasse questo ruolo importante. Dire che i suoi avversari stiano zitti è una mia opinione personale, però, in questi sei mesi, la Merkel deve farcela, e quindi imporre anche il suo “modello Europa”, altrimenti è la sua fine. Questa donna è arrivata con molta esperienza e abilità e nessuno immaginava che la sua prova continuasse ad essere quella che le si pone davanti.
MERKEL, L’EUROPA E LA FRANCIA
Perché è sorprendente? Perché non dimentichiamo che la Merkel fino a un anno fa apparteneva al gruppo degli “austeri”. Poi ha capito che se si fosse andati su quella strada, sarebbe stata una catastrofe. Ha capito una cosa ovvia, cioè che l’Europa si è paradossalmente ormai così integrata, che adesso se per ipotesi assurda l’Italia dovesse uscire, crollerebbe tutto. La Merkel si è resa conto che, o si salvava l’insieme o sarebbe finito tutto. Lei è un personaggio molto enfatico, al contrario ad esempio di Macron, perché è parte dell’abilità della classe politica tedesca avere sempre buoni rapporti con la Francia, indipendentemente da tutto. Dico sempre che tra Berlino e Parigi c’è complicità, più che collaborazione. In questo caso, è vero. Tempo fa mi è capitato di scrivere che la Merkel era un po’ insofferente quando incontrava Macron. Macron faceva grandi discorsi, lei diceva di essere lì a raccogliere i pezzi dei suoi discorsoni, e lui si è offeso, a detta del New York Times. Ora la Merkel è come se avesse cambiato atteggiamento, come se fosse disposta ad appoggiarsi a Macron, che nel frattempo è diventato più fragile di quanto si pensasse. Sei mesi sono pochi, ma la congiuntura degli elementi dà in mano alla Merkel una possibilità importante di salvare il salvabile di questa Europa. Se dovesse fallire, credo che l’Europa si disintegrerebbe e che verrebbero fuori gli antieuropeisti.
SEI MESI PER SALVARSI
In questo contesto, potremmo, ma non so se ne vale la pena, parlare del Mes. Non a caso, ma raramente lo fa, la Merkel si mostrata un po’ seccata nei confronti dell’Italia. L’Italia verosimilmente rappresenterà un problema per l’Europa. Fortunatamente, c’è la cancelliera Merkel, che ha sempre avuto un atteggiamento comprensivo nei confronti dell’Italia. Ora ci vuole una controparte. Non so perché Conte si sia lasciato sfuggire quelle battute da 5Stelle. Sei mesi sono più che sufficienti per salvare il salvabile.
IL POPOLO TEDESCO E LA SCELTA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Quello che sta facendo la Merkel non viene ancora accettato a fondo dai tedeschi, perché la socialdemocrazia è molto vicina a queste posizioni, ma non la Cdu e la Csu, che farebbero volentieri come gli olandesi. I tedeschi (espressione usata in modo improprio) forse stanno comprendendo che lo status quo a cui sono felicemente arrivati è finito, e adesso bisogna cambiare politica. Se per caso una donna di governo come la Merkel riuscisse ad imporre la sua linea di maggiore solidarietà (parola pornografica per i tedeschi), i tedeschi comprenderebbero che lo status quo di cui hanno goduto, ad esempio con l’euro, non c’è più. Potrebbero fare una cosa estremistica, cioè lasciare andare l’Europa ed essere passivi, ma poi dovrebbero allearsi con l’Oriente, con la Polonia, o con Putin. Non voglio fare lo storico eccessivo, però, come ai tempi di Bismark, quando dovevano scegliere tra Occidente e Oriente (anche se è sbagliato quello che dico, perché la situazione è diversa, dato che ai tempi di Bismark l’Occidente era realmente oltre il Reno), i tedeschi si trovano in una situazione complessa e, secondo me, un’altissima percentuale di coloro che si affidano alla Germania è composta da quelli che non sono convinti. Penso che la persona della Merkel sia riconosciuta per le sue capacità. Lo scorso anno, lei non poteva nemmeno andare nella ex-Ddr senza essere insultata, considerata anche come traditrice. Oggi, però, stanno zitti. L’Alternative für Deutchsland, che si è improvvisamente fermata, se non regredita, era il vero “nemico” perché, anche se noi l’abbiamo presentata come estremismo di destra, la loro parola d’ordine era “Noi siamo il vero Volkspartei”. I tedeschi sono abbastanza sensibili a questo, pur essendo diversi.
IL DECLINO DELLA SPD
La Spd è molto fragile ed è al governo perché lo vuole la Merkel, ma qui apriamo un capitolo molto triste, perché la Spd è storicamente in fase di declino enorme. Ho l’impressione che smetterà presto di essere partito socialista, ma questo è un discorso complesso, anche se non sarà di certo la Merkel a buttarla fuori.
La Brexit è stata peggiore per la Germania, rispetto a noi e agli altri. La Germania ha sofferto di questa uscita o semi-uscita, anche se non è stato detto esplicitamente. Probabilmente, il realismo della Merkel la porta a dire che tornare indietro non si può, quindi sono necessari dei patti in cui, in qualche modo, non si lascia andare la Gran Bretagna del tutto. Riguardo la Brexit, da noi si è stati abbastanza indifferenti, ma la Germania è stata molto dispiaciuta per la perdita di questa alleanza. Non voglio fare un’analisi storica riguardo il vecchio rapporto con l’Occidente, ma l’Occidente è di nuovo diviso, con le posizioni della Francia, con la Brexit, e con Trump e la gestione della pandemia negli Stati Uniti. Tra l’altro, i rapporti tedesco-americani sono molto peggiorati, ad esempio con lo spostamento dei 5000 soldati americani dalla Germania, quindi bisogna stare attenti che non si inizi ad accettare la proposta francese di fare una specie di comunità atomica europea. È tutto cambiato e la persona di cui tutti si fidano è la Merkel, perché è una donna serena, retoricamente efficace, con le sue frasi semplici e popolari. Perciò, al momento, è una fortuna che ci sia la Merkel in questa presidenza di sei mesi, che non è breve per l’Europa di oggi.
Questo testo è la trascrizione dell’audio della terza puntata del ciclo dei podcast IAI dedicati alla Germania e alla presidenza di turno del Consiglio dell’Ue. Ascolta qui la #1 e la #2 puntata.