Padr e Edidp: come si muove la difesa italiana nei nuovi progetti europei
Lo scorso 15 giugno la Commissione europea ha approvato i progetti di ricerca e sviluppo di capacità militari che riceveranno fondi dall’Unione. Tra i 24 progetti approvati 8 rientrano tra quelli della Preparatory Action for Defence Research (Padr), mentre i restanti 16 fanno capo al European Defence Industrial Development Pogramme (Edidp).
Se i primi sono i progetti approvati nel terzo round di assegnazione delle progettualità di ricerca Padr, quelli rientranti nell’Edidp rappresentano la prima assegnazione di fondi europei per lo sviluppo congiunto di capacità militari.
Queste decisioni rappresentano un passaggio importante per la difesa europea: con l’avvio dei programmi di sviluppo capacitivo, si inaugura, infatti, il secondo banco di prova del Fondo europeo di Difesa (Edf) che diverrà operativo a partire dal prossimo anno nel quadro del nuovo bilancio europeo 2021-2027 attualmente oggetto di negoziati.
Il posizionamento italiano tra i progetti Padr…
Dal 2017, i bandi di ricerca in ambito Padr che hanno ricevuto la luce verde dalla Commissione europea sono in tutto 18, mentre 23 sono i milioni di euro – sui 90 di budget complessivo predisposto per l’azione preparatoria – distribuiti nell’ultima selezione di otto progetti risultati idonei.
Per comprendere la rilevanza che le industrie e le imprese europee danno a queste opportunità di collaborazione è sufficiente dare uno sguardo al numero di entità, pubbliche e private, che hanno proposto i loro progetti: sono 889 gli attori che hanno gareggiato per ricevere fondi nell’ambito della Padr.
La partecipazione italiana a questi progetti è particolarmente elevata e si posiziona al secondo posto, dopo la Francia, sia per numero di progetti ai quali partecipa (13), sia per numero di attori coinvolti (33).
In sei degli otto nuovi progetti prendono parte attori pubblici e privati italiani, le cui competenze potranno essere testate sia nell’ambito dei progetti volti alla ricerca di soluzioni atte a contrastare minacce emergenti, come ad esempio la tecnologia quantica applicata alla difesa nel progetto Quantaquest, sia in progetti che dovranno proporre soluzioni radicali e dall’impatto rivoluzionario. Un esempio in quest’ultimo caso è rappresentato dal progetto Metamask per lo sviluppo di meta-materiali che permettano il camouflage elettromagnetico degli equipaggiamenti militari.
… e tra quelli Edidp
Se i progetti Padr sono volti alla ricerca tecnologica da impiegare in ambito di difesa, l’Edidp è invece predisposto per incentivare lo sviluppo congiunto di capacità militari, grazie alla concessione di co-finanziamenti europei. I 200,5 milioni di euro concessi nel primo round sono da intendersi a copertura parziale dei costi di sviluppo, che, per la parte mancante, dovranno essere coperti dallo stato di appartenenza delle entità coinvolte nei progetti.
Dei 16 progetti approvati, nove saranno sviluppati nel contesto della Permanent Structured Cooperation (Pesco, la cooperazione strutturata permanente in materia di difesa), con ciò sottolineando l’attenzione posta dall’Ue nell’armonizzare e coordinare, per quanto possibile, le diverse iniziative in corso in ambito di difesa.
Undici sono le aziende italiane, da piccole e medie imprese ai colossi italiani della difesa, che partecipano a dieci progetti. Tra questi, risalta certamente il programma spaziale Geode dal valore complessivo previsto di 92,2 milioni di euro, finanziato per circa metà del valore dai fondi Edidp e collegato al progetto Pesco Euras. Le cinque aziende italiane coinvolte in Geode (Elettronica, Cy4gate, Leonardo, Telespazio e Thales Alenia Space Italia) contribuiranno a sviluppare sistemi di navigazione satellitare avanzati da applicare al sistema di navigazione satellitare europeo Galileo.
Tra gli altri progetti con partecipazione italiana risalta certamente Sea Defence che, oltre a Fincantieri, vede la partecipazioni di importanti attori del settore navale quali la francese Naval Group e la tedesca Thyssenkrupp Marine Systems per lo sviluppo di una roadmap sulle tecnologie da dover integrare nelle piattaforme navali di nuova generazione.
Lo sviluppo di capacità di protezione cyber e di attacco aereo elettronico, di navigabilità aerea da applicare a sistemi a pilotaggio remoto, nonché di tecnologia di intelligence, sorveglianza e riconoscimento (Isr) completano, insieme al nuovo sistema di training per piloti, le categorie di progetti nei quali vi è partecipazione italiana.
Necessario fare meglio
L’elevata presenza italiana alle proposte di progetti sottolinea l‘interesse del nostro Paese alle attività europee e la comprensione del potenziale desumibile da tali progetti.
Tuttavia, in vista del lancio dell’Edf nel prossimo anno, l’Italia dovrà fare meglio per riuscire a ottenere risultati migliori rispetto a quelli raggiunti finora. Se è vero che in ambito Edidp l’Italia partecipa a un elevato numero di progetti, è bene tener presente che la percentuale di successo delle proposte presentate è stata minore del 50% del totale e che nel futuro la competizione sarà molto più forte perché le maggiori risorse e il valore strategico dell’Edf richiameranno inevitabilmente più imprese e più Stati membri.
Nello stesso tempo si porrà, però, per molti di questi (fra cui l’Italia) un serio problema per reperire le risorse necessarie per il co-finanziamento, specialmente nell’attuale quadro economico post Covid-19. Per far ciò, è auspicabile che tutti gli attori coinvolti, dall’industria alle Forze armate e ai decisori politici, dialoghino in modo più strutturato per fare sistema-Paese e puntare esclusivamente sui cavalli vincenti.