La strategia antiterrorismo nel Regno Unito
Il contrasto alla radicalizzazione e la deradicalizzazione rappresentano uno dei quattro pilastri della strategia antiterrorismo britannica, detta Contest, che comprende al suo interno anche l’interdizione agli attacchi terroristici attraverso l’operato delle forze di polizia ed intelligence, il rafforzamento di siti strategici (potenziali bersagli) e interventi per mitigare le conseguenze di attacchi terroristici compiuti.
Prevent
Il pilastro che riguarda il contrasto alla radicalizzazione, cioè la deradicalizzazione, con nome programmatico Prevent, ha nel suo nucleo “la salvaguardia e il supporto alle persone vulnerabili per evitare che diventino terroristi o che sostengano il terrorismo”, ma si estende anche alla “riabilitazione e disingaggio di coloro che sono già coinvolti nel terrorismo”.
Prevent è considerato uno dei programmi di contrasto alla radicalizzazione di più ampia portata in Europa, in quanto abbraccia quasi tutti i settori dei servizi pubblici e della società civile. Il personale del sistema sanitario nazionale britannico frequenta corsi dove viene spiegato loro come individuare i primi segnali della radicalizzazione sui pazienti, soprattutto quelli affetti da patologie mentali, disturbi dell’apprendimento o gravi dipendenze, soggetti cioè che sono considerati più vulnerabili all’ideologia violenta propugnata dai gruppi terroristici. Il personale sanitario è in questi casi il primo a dover contrastare l’insorgere di idee e comportamenti estremisti, mentre le forze dell’ordine sono chiamate solo in un secondo ed eventuale momento, nel caso in cui tali esternazioni di radicalizzazione si evolvano in minacce all’incolumità e alla sicurezza. La consapevolezza dell’importanza di tali interventi all’interno della società britannica è aumentata anche a seguito del caso di Nick Reilly, attentatore solitario affetto da disturbi dell’apprendimento e dalla sindrome di Asperger, che nel 2008 tentò di farsi esplodere in un ristorante dell’Exeter.
Analogamente, anche il personale scolastico è formato ad individuare fra gli studenti possibili indicatori di vulnerabilità all’estremismo violento, che possono anche ritrovarsi nelle idee espresse dagli stessi nei loro temi. Un tempestivo intervento può essere fondamentale per impedire che un soggetto completi il proprio processo di radicalizzazione e diventi un terrorista. In Italia abbiamo avuto un caso simile, quello di Meriem Rehaily, giovane studentessa padovana, all’apparenza ben integrata, che venne segnalata ai Carabinieri dalla sua insegnate di italiano proprio dopo che Meriem aveva scritto un tema dal contenuto inneggiante al jihad. Nonostante il tempestivo intervento della professoressa, Meriem è comunque riuscita a raggiungere i territori del Califfato nel luglio 2015.
Tale ultimo aspetto di Prevent è stato aspramente messo in discussione con la vicenda delle “Bethnal Green Academy Girls”, quattro ragazze di età fra i quindici e sedici anni frequentanti la stessa scuola che, all’insaputa dei genitori ed insegnanti, si sono radicalizzate online (come Meriem Rehaily), fino a lasciare il Regno Unito per unirsi all’Isis in Siria fra il dicembre 2014 e febbraio 2015.
Channel
Il modello inglese di contrasto alla radicalizzazione cerca di limitare al minimo l’intervento dello Stato ed usare come interlocutori persone o istituzioni più familiari ai soggetti a rischio, che potrebbero non fidarsi di persone legate al governo. Una volta che i soggetti più a rischio sono stati individuati, Prevent consente di effettuare interventi individuali mirati attraverso il programma Channel.
Gli individui considerati pericolosi dal punto di vista della sicurezza, sono monitorati con procedure sempre più supervisionate dalla polizia stessa. Channel è uno strumento di deradicalizzazione molto flessibile, che vede il coinvolgimento di più agenzie e che ha il fulcro in sessioni di dialogo fra il soggetto e un mentore, dove sono discussi temi quali il ruolo della religione nella società occidentale, l’emarginazione sociale e il multiculturalismo, valore fondamentale della società britannica. Possono fruire di Channel anche soggetti radicalizzati in carcere (non per forza per reati di terrorismo), che sono in procinto di terminare la propria pena e che, una volta usciti, potrebbero essere reclutati da organizzazioni terroristiche.
Note positive e critiche
Una caratteristica chiave di Channel, che lo distingue dagli altri simili programmi individuali a livello europeo, è che può essere attivato solo su base volontaria. Perciò, i beneficiari di Channel sarebbero individui già motivati ad abbandonare l’estremismo e consapevoli della pericolosità di tali ideologie. Il successo di Channel è corroborato anche dalle statistiche fornite dallo stesso governo britannico: nel biennio 2016/2017, delle più di seimila persone segnalate a Prevent, 332 hanno beneficiato del programma Channel ed il 79% di esse hanno terminato il programma dopo che sono stati valutati come non più a rischio terrorismo.
Sebbene i numeri positivi della strategia di deradicalizzazione britannica, il 29 novembre scorso, sul London Bridge (luogo già oggetto di attacco da parte di jihadisti nel 2017), un cittadino britannico di origine pakistana, già arrestato e condannato in passato per il reato di “preparazione di atti terroristici”, ha accoltellato a morte due persone, prima di essere a sua volta ucciso da un poliziotto. L’attentatore, che aveva volontariamente frequentato con profitto due programmi sulla deradicalizzazione organizzati dal Prison and Probation Service, dopo il suo rilascio dal carcere – era in libertà condizionale – ha ucciso proprio due esperti di riabilitazione all’università di Cambridge.
L’attentato ha subito generato un dibattito in seno alla società britannica, non solo sui programmi di deradicalizzazione, ma sulle misure antiterrorismo in toto. Cosa fare allora? “Buttare la chiave” dopo averli arrestati o tentare il loro recupero?
Secondo di tre articoli scritto dal magistrato Stefano Dambruoso, con l’ausilio di Francesco Conti per la ricerca, sul tema della radicalizzazione.