Polonia: rinvio delle presidenziali tra polemiche e pandemia
La Polonia si è avvicinata alle elezioni presidenziali, da tenersi inizialmente domenica 10 maggio nonostante le difficoltà legate alla pandemia di Covid-19. Date le numerose pressioni politiche e le difficoltà logistiche, dopo un iniziale tentativo di votare per corrispondenza, la consultazione è slittata a data da destinarsi. Il presidente uscente, Andrzej Duda, del partito ultra-conservatore Diritto e Giustizia (PiS, acronimo dal polacco Prawo I Sprawiedliwość), si ripresenterà per il suo secondo e ultimo mandato ed è dato per vincente dai sondaggi.
La carica di presidente della Repubblica in Polonia è sotto molti punti di vista simile a quella della maggior parte dei sistemi parlamentari dell’Europa occidentale. Il presidente nomina il primo ministro, è capo delle forze armate e può sciogliere il Parlamento in determinate circostanze; nomina i giudici della Corte suprema, della Corte costituzionale e della Corte amministrativa. Il presidente è in generale il garante della Costituzione e gode di un rapporto privilegiato con la Corte costituzionale, che può essere consultata laddove esistessero dubbi di costituzionalità riguardo un disegno di legge proposto dal Parlamento. Inoltre, il presidente della Repubblica può influenzare in modo più o meno diretto l’iter legislativo nel suo complesso. Oltre al diritto di iniziativa legislativa, infatti, il presidente gode di un diritto di veto, che può essere scavalcato solo da una maggioranza di tre quinti, in presenza di almeno metà dei membri del Sejm, la Camera bassa. Specialmente quest’ultima caratteristica rende la carica particolarmente ambita dalle forze politiche in competizione fra loro. La presenza di Duda è stata cruciale nel disegno politico del PiS, che in questi anni è intervenuto con riforme intrusive nel sistema giudiziario, finendo per trasformare la Corte costituzionale in un organo a sostegno dell’esecutivo: profili che sono valse al partito l’accusa di voler minare le istituzioni democratiche del Paese.
Per quanto concerne le modalità di elezione, il sistema prevede un primo turno, da tenersi originariamente il 10 maggio, seguito due settimane dopo da un ballottaggio tra i primi due candidati nel caso nessuno raggiungesse subito la soglia del 50%.
I candidati principali
Duda è dato come grande favorito a causa della generale situazione di forza del PiS, uscito come grande vincitore dalle elezioni parlamentari dello scorso ottobre. Con circa il 43% dei consensi, il partito nazionalista e ultra-conservatore ha notevolmente distaccato la variegata coalizione avversaria, fermatasi al 27%. Unica nota negativa per il PiS è stata la perdita del Senato, conquistato dall’opposizione.
Nonostante alle elezioni europee del maggio 2019 le opposizioni si siano presentate unite nella Coalizione Europea (KE, Koalicja Europejska) – fronte arcobaleno che metteva insieme dai popolari ai socialisti, passando per i liberali -, tale alleanza si è con il tempo dissolta. Pertanto, correranno per la presidenza ben cinque candidati oltra a Duda, ciascuno di essi con minime probabilità di spodestare il presidente uscente.
La prima e più importante candidata è la liberale Małgorzata Kidawa-Błońska, candidata della Coalizione civica (KO, Koalicja Obywatelska) – composta dalla Piattaforma civica (PO), dai Verdi, dal partito liberale “Moderno” e dall’Iniziativa Polacca. La PO rappresenta il principale partito dell’opposizione. Il suo esponente di spicco, l’ex presidente del Consiglio europeo e oggi leader del Partito popolare europeo Donald Tusk, ha preferito alla fine rinunciare alla corsa, nonostante il suo nome fosse stato tra i più gettonati all’inizio. La linea di Kidawa-Błońska è quella di un liberismo conservatore e favorevole al miglioramento dei rapporti con l’Unione europea, in contrapposizione con il dichiarato euro-scetticismo del PiS. Nonostante la Piattaforma civica abbia instaurato negli ultimi decenni, insieme al PiS, un sistema politico bipolare, la candidata nata a Varsavia è data di appena due punti percentuali favorita rispetto al suo diretto inseguitore.
Quest’ultimo è Robert Biedroń, fondatore del partito Primavera (Wiosna) e a capo della coalizione La Sinistra (Lewica). Attivista Lgbt e omosessuale dichiarato, Biedroń ha guidato Lewica a ottobre, facendone il terzo partito polacco con circa il 13% dei voti. Questioni di genere e diritti Lgbtq sono una questione particolarmente pressante in Polonia, date le posizioni radicali e conservatrici del PiS, coadiuvato dalla costante presenza mediatica dell’emittente radiofonica ultra-cattolica Radio Maryja.
Gli altri candidati in campo sono Szymon Hołownia (indipendente di estrazione cattolica moderata); Władisław Kosiniak-Kamysz, giovanissimo leader del Partito popolare polacco di stampo agrario-conservatore e Krzysztof Bosak, che considera le posizioni del PiS sin troppo moderate e spinge per l’uscita della Polonia dall’Unione europea.
Elezioni e polemiche in tempi di coronavirus
Le elezioni sono ancora circondate dall’incertezza determinata dalla pandemia di coronavirus. Le opposizioni hanno molto insistito sulla necessità di uno slittamento del voto presidenziale a data da destinarsi (come accaduto altrove nel mondo). Il PiS era invece intenzionato a scongiurare questo scenario, dato il momento favorevole a Duda. Inoltre, la sua popolarità subirebbe inevitabili contraccolpi a seguito della crisi sociale ed economica che si innescherà a causa del virus. Kaczyński ha infine dovuto cedere, dichiarando che le elezioni si terranno comunque il prima possibile.
Forte della sua maggioranza al Sejm, il partito aveva approvato un decreto che avrebbe permesso di condurre le elezioni esclusivamente per corrispondenza. Motivazione ufficiale era la necessità di tenere le elezioni il 10 maggio, al termine naturale del mandato quinquennale del presidente, dal momento che il voto via posta non presterebbe il fianco a eccessivi rischi per la salute. Tale misura è risultata quantomeno controversa, ma il PiS guidato dal potentissimo Jaroslaw Kaczyński non è nuovo a comportamenti al limite.
Data la situazione di emergenza, i leader dell’opposizione hanno dovuto interrompere la campagna elettorale, mentre il presidente Duda gode della completa attenzione dei media tradizionali, peraltro già sotto il controllo del PiS. Per tale ragione i sondaggi risultano molto volatili: Małgorzata Kidawa-Błońska, data al 26% poche settimane fa, secondo le ultime previsioni faticherebbe a raggiungere il 10%. Se dapprima la maggioranza dei commentatori vedeva come probabile il ricorso al ballottaggio, ora Duda è dato come vincitore già al primo turno.
Tale situazione era stata definita da diversi funzionari europei come “totalmente incompatibile con i valori europei”, e considerata inaccettabile da tutte le opposizioni, compresa Kidawa-Błońska, la quale si era dichiarata disposta a rinunciare alla corsa per protesta se le elezioni non sarebbero state spostate a una data più sicura.
A cura di Davide Bevacqua, autore della redazione Europa
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