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PANDEMIA COVID-19

Leader e popolarità: l’effetto “rally ‘round the flag”

17 Apr 2020 - Giulio Ucciero - Giulio Ucciero

Lo scienziato politico John Muller teorizzò nel 1970 l’effetto “rally ‘round the flag” (letteralmente, l’effetto dello stringersi attorno alla bandiera) per spiegare il sostanziale aumento del gradimento dei cittadini nei confronti dei presidenti degli Stati Uniti durante periodi di crisi internazionale. Con qualche variazione, questo fenomeno si sta ripetendo anche oggi. Come si legge sull’Economist, con la crisi da Covid-19 è aumentato notevolmente l’apprezzamento dei capi di Stato e di governo in Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti.

Effetto “rally ‘round the flag”
Confrontando i sondaggi di marzo, il trend rispecchia la teoria di Muller. Per Forschungsgruppe Wahlen, Angela Merkel gode dell’incremento maggiore dall’inizio della crisi: per la Cancelliera si parla di un salto di 11 punti dal 6 al 27 marzo. Anche l’approvazione nei confronti di Emmanuel Macron, nota Le Journal de Dimanche, ha subìto un forte incremento, arrivando fino al 51%. Guardando al nostro Paese, colpisce l’incredibile picco toccato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: secondo il sondaggio Demos di marzo per La Repubblica, il leader italiano arriva al 71% dopo queste drammatiche settimane.

Come si legge su Sky News, Will Jennings (professore della Southampton Univeristy) spiega che anche i leader mondiali colpevoli di aver inizialmente preso posizioni più ambigue verso la pandemia godono di incrementi notevoli: secondo Ipsos Mori poll, l’apprezzamento di Boris Johnson è in aumento del 5,5% da febbraio. A riprova di quanto detto, anche il presidente Donald Trump non ha visto la sua popolarità scalfita: anzi, leggendo i sondaggi di FiveThirtyEight, il gradimento per il tycoon segna +5 punti percentuali rispetto a febbraio.

L’unico leader ad aver peggiorato la sua posizione nei sondaggi è Jair Bolsonaro: il 39% dei brasiliani – si legge su France24 – ritiene che il presidente stia gestendo male la crisi, condannandolo così al tasso di disapprovazione più alto da gennaio 2019.

I precedenti nella storia
Ma da dove nasce questa tendenza? Il rally ‘round the flag è un concetto spesso studiato nell’ambito delle relazioni internazionali per spiegare l’improvviso incremento nei sondaggi da parte dei leader in carica davanti a una crisi internazionale.

La riduzione delle critiche contro i capi di Stato e di governo nei momenti in cui il panorama globale presenta complessità di vario genere è riscontrabile innanzitutto nella storia degli Stati Uniti: la crisi missilistica di Cuba vide un’impennata dei consensi a favore di John Fitzgerald Kennedy, il cui indice di approvazione passò dal 61% di inizio ottobre del 1962 al 76% nel dicembre dello stesso anno. Simile effetto si verificò con il presidente George H. W. Bush, che durante la Guerra del Golfo passò, dopo il successo dell’operazione Desert Storm, dal 58% al 89% nel febbraio 1991. Anche il figlio George W. Bush beneficiò del “rally ‘round the flag”, quando in seguito agli attentati dell’11 settembre 2001 vide la sua popolarità passare dal 34% al 85% in soli 5 giorni: una settimana dopo toccò quota 90% (record storico di approvazione per un presidente americano).

Possiamo dunque vedere come la teoria di Muller del 1970 sia applicabile anche all’emergenza Covid-19: mentre tutto sembra andare per il peggio, i mercati affondano, ci si prepara a una recessione globale, le libertà sono ancora limitate, gli indici di gradimento dei leader politici di molti Paesi aumentano da un mese a questa parte. Ecco che il rally round the flag si ripresenta nelle realtà democratiche globali.

Pericolo rimbalzo
Notati questi effetti, si può inizialmente pensare che, pur parlando di correlazione e non di evidenze causali, il consenso verso i leader sia in ascesa continua e che i capi di Stato e di governo godranno di maggiore solidità.

Eppure, come le stesse tendenze storiche hanno poi mostrato, il fenomeno “rally ‘round the flag” ha durata breve e risultati inversi: secondo Catherine Fieschi (direttrice del Global Policy Institute presso Queen Mary University of London), intervistata dal The Guardian, gli effetti dell’emergenza porteranno a un rilancio dei populismi, i cui portavoce ora però scendono nei sondaggi. La crisi sanitaria e poi economica provocherà un aumento della disoccupazione e della forbice delle disuguaglianze sociali. Conseguenza: “un rischio di rinascita” dei partiti populisti, secondo Fieschi.

A pandemia finita, il consenso popolare non verrà più “aiutato” dalle circostanze, gli indici di gradimento scenderanno e i leader saranno sfidati da un nuovo scenario di crisi globale. L’effetto rally ‘round the flag non basterà più.